PD: Menis, liste d'attesa, difendere sanità pubblica
(ACON) Trieste, 1 nov - COM/MPB - "Basta rileggersi i resoconti
d'Aula di un anno fa per capire che l'atteggiamento della
maggioranza verso il problema delle liste d'attesa non è
cambiato. Di fronte a una manifesta inadeguatezza
nell'affrontarlo, esso viene volutamente strumentalizzato per
favorire l'ingresso dei privati".
Questa l'opinione del consigliere del PD Paolo Menis all'indomani
della proposta del collega del Gruppo Misto Roberto Asquini che
rilancia l'idea di abbassare ulteriormente i tempi massimi per
l'erogazione di alcune prestazioni sanitarie e favorire così i
cittadini a rivolgersi a strutture private e avere il relativo
rimborso per quelle prestazioni ottenute fuori dai tempi previsti.
"Una soluzione inaccettabile, secondo Menis, priva di qualsiasi
efficacia economica perché comunque le prestazioni sarebbero
pagate con i soldi dei contribuenti, il cui solo risultato
sarebbe quello di drenare ulteriori risorse dalla sanità pubblica
in favore di quella privata. Quanto accade è l'ulteriore conferma
della complessità di un problema che non si risolve con leggi
spot ma con una programmazione di lungo periodo in grado di agire
sulle cause di questo fenomeno.
"La realtà - spiega Menis - è che la soluzione in grado di
garantire, in prospettiva, un contenimento delle liste d'attesa è
l'esatto opposto di quanto proposto da Asquini. Invece che nel
privato è necessario investire sulle strutture pubbliche per
dotarle di quelle attrezzature diagnostiche che chiedono da
tempo, invece che autorizzare le stesse ai privati.
"Parallelamente è necessario implementare l'attività di
informazione e di prevenzione sul territorio e lavorare
sull'appropriatezza delle prestazioni. Su quest'ultimo aspetto,
in particolare, è fondamentale il coinvolgimento dei medici di
base. Il trend di crescita degli esami, infatti - conclude il
consigliere - è in costante aumento, così come la percentuale di
referti negativi il che sta a significare che vi è un eccesso di
domanda di prestazioni diagnostiche più che una carenza
dell'offerta".