PD: Pupulin, crisi aziendali in aumento nel 2011
(ACON) Trieste, 3 nov - COM/AB - Ormai è certo a tutti che
l'economia del Friuli Venezia Giulia, come quella italiana, è ben
lontana dall'uscita dalla crisi. Non è solo un problema di
finanza, non bastano le continue rassicurazioni della Giunta
Tondo: lo dimostrano prima di tutto i dati delle crisi aziendali
e dei lavoratori interessati nei primi 9 mesi di questo 2011.
L'analisi è del consigliere regionale del PD Paolo Pupulin, che
entra quindi nel merito.
Il numero di aziende a vario titolo interessate da situazioni
critiche è arrivato a ben 199; nello stesso periodo del 2010
erano state 136, con un aumento rilevante del 46,32%. Le
causalità più numerose: 105 casi di crisi aziendali, 36 contratti
di solidarietà, 18 fallimenti, 15 concordati preventivi, 14
riorganizzazioni, 8 ristrutturazioni, 2 amministrazione
straordinaria senza prosecuzione dell'impresa, 1 liquidazione
coatta amministrativa.
Un quadro estremamente duro, che merita un'attenzione
straordinaria, perché in veloce evoluzione negativa. Lo segnalano
le stesse tendenze in atto del ricorso alla cassa integrazione,
che diminuisce nel caso di quella ordinaria in modo significativo
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (31%), così
come quella in deroga (66%), ma con la cassa straordinaria, vero
termometro delle crisi aziendali, che la fa da padrona sia in
termini quantitativi raggiungendo 11.034.758, con una crescita
del 3% rispetto al 2010 considerato finora l'anno più orribile,
sia qualitativi rappresentando i due terzi dell'intero ammontare
della CIG complessiva.
In questo contesto, nei primi 9 mesi di quest'anno sono stati
interessati dalle crisi aziendali e dalla conseguente cassa
integrazione ben 20.629 dipendenti, di cui 14.147 in quella
straordinaria, 4.722 nella ordinaria e 1.760 in quella in deroga.
Le sospensioni a zero ore si sono distribuite con 7.074
lavoratori in cassa straordinaria, 2.361 nell'ordinaria, 880 in
quella in deroga. Complessivamente, oltre 10.000 lavoratori sono
rimasti a casa ininterrottamente per i primi 9 mesi di questo
anno.
Uno scenario, come quello delineato, richiede uno sforzo di
approfondimento serio su come intervenire per riprendere un
cammino virtuoso abbandonato ormai da quasi quattro anni. Alcune
misure dovrebbero riguardare un diverso rapporto tra azioni
assistenziali e iniziative di riconversione e ricollocazione dei
lavoratori interessati dalle crisi. Serve un progetto che
coinvolga tutte le agenzie pubbliche e private. Vi è in campo una
richiesta delle Amministrazioni provinciali di adeguamento del
personale dei centri di impiego, in una condizione di sotto
organico e precariato, impegnato maggiormente in attività
impiegatizie rispetto alla funzione più importante di
accompagnamento e di ricollocazione delle persone disoccupate, in
mobilità o a rischio di perdita del lavoro.
Nel caso della agenzie private occorre un coinvolgimento di tutte
le agenzie riconosciute dalla Regione in un'operazione
straordinaria di formazione e reinserimento al lavoro, con
l'introduzione di meccanismi premianti per gli inserimenti in
attività con rapporti a tempo indeterminato o per periodi
lunghi.
Sul piano finanziario, bisogna concentrare risorse rilevanti,
trasferendole dai puri sostegni assistenziali al reddito, verso
le diverse forme di apprendistato a favore dei giovani (il 24,9 %
al di sotto dei 34 anni anche in Friuli Venezia Giulia è senza
lavoro), serve tra l'altro a superare l'uso distorto degli stage
e dei tirocini. Allo stesso tempo, bisogna deviare finanziamenti
in forma adeguata e continuativa a sostegno dell'occupazione
delle donne. Un asse nuovo va creato per sostenere
l'imprenditoria femminile e giovanile, un'esigenza molto
richiesta soprattutto da giovani e donne ad alta scolarità e
contenuti di studio.
In sostanza - conclude Pupulin - serve uscire presto dai
tradizionali schemi a impronta assistenziale, per promuovere
politiche attive, praticabili anche in una fase di crisi, proprio
per farle divenire fattore di rilancio economico e produttivo.