IV Comm: audizione assessore Riccardi e presidenti Ater
(ACON) Trieste, 10 nov - RC - Sollecitata da Maurizio Salvador
dell'UDC, la IV Commissione consiliare presieduta da Alessandro
Colautti (Pdl) ha chiamato in audizione l'assessore Riccardo
Riccardi e i presidenti delle 5 Agenzie territoriali per
l'edilizia residenziale (ATER) della regione per riflettere sul
possibile scenario che si presenterà con la costituzione di un
unico ente, come paventato dal presidente della Regione, Renzo
Tondo.
Sì è così appreso che esiste già da tempo un lavoro collegiale e
di economie di scala finalizzato al risparmio di risorse da parte
delle Ater di Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone e Alto Friuli.
Ma - hanno sottolineato tutti - unificare o meno è una decisione
politica che non ci compete.
Tra le cose positive per tutti, l'aver previsto in Finanziaria
per il Fondo sociale la stessa somma dell'anno scorso. Il Fondo
sociale - è stato ricordato - rappresenta il rimborso a fronte
dei canoni di locazione contenuti stabiliti dalla Regione a
favore dei cittadini in condizioni economiche sfavorevoli; tali
risorse sono, oltretutto, destinate alla manutenzione e dunque
alla conservazione degli alloggi.
Le Ater stanno operando in condizione di sostanziale
autofinanziamento - è stato aggiunto. Infatti utilizzano le
anticipazioni che ricevono dalla Regione e che ad essa devono
restituire interamente, pur senza l'aggravio degli interessi. Ma
si tratta di un sistema che, in questa situazione, non può
continuare all'infinito in quanto è incolmabile il divario tra
l'onere di restituzione e la quantità di canone che si ricava in
edilizia sovvenzionata.
Nel periodo 2006-2011, l'incremento generale degli alloggi ha
visto un patrimonio investito di circa 200 milioni di euro e si
parla di ben 100.000 persone inquiline.
Così la situazione per singola Ater:
Alto Friuli totale alloggi (tutti di proprietà) 1.121;
Gorizia (tra alloggi in proprietà e alloggi in gestione) 4.640;
Pordenone 3.678;
Trieste 12.800;
Udine 7.540.
Totale alloggi: 29.779, di cui 26.255 di proprietà e 3.524 in
gestione.
Quanto al canone di locazione, tre le fasce: fascia A per chi ha
una capacità economica annua lorda inferiore a 14.416 euro;
fascia B per chi ha una capacità fino a 41.667 euro; fascia C per
chi supera quella cifra.
E sempre guardando alle singole Aziende:
Alto Friuli: fascia A 45,55% di inquilini e 59,06 euro di canone
mensile; fascia B 50,91% di inquilini e 157,57 euro di canone;
fascia C 3,54% di inquilini e 120,82 euro di canone.
Gorizia: fascia A 54,54% di inquilini e 55 euro di canone; fascia
B 42,84% di inquilini e 195 euro di canone; fascia C 2,62% di
inquilini e 382 euro di canone.
Pordenone: fascia A 46,43% di inquilini e 64,57 euro di canone;
fascia B 49,88% di inquilini e 198,33 euro di canone; fascia C
3,69% di inquilini e 425,88 euro di canone.
Trieste: fascia A 52% di inquilini e 50 euro di canone; fascia B
45% di inquilini e 220 euro di canone; fascia C 3% di inquilini e
427 euro di canone.
Udine: fascia A 63% di inquilini e 59 euro di canone; fascia B
35% di inquilini e 192 euro di canone; fascia C 2% di inquilini e
361 euro di canone.
Perciò l'Ater che registra il maggior numero di indigenti è
quella di Udine, mentre quella di Trieste chiede il canone più
basso per la fascia A ma i canoni più alti per le altre due fasce.
Verificando, infine, i canoni di locazione applicati dalle 5 Ater
ai sensi di legge ai propri inquilini su base annua e quanto
potrebbero ricavare se, invece, applicassero i canoni di mercato
calmierati, si vede che il ricavato totale è pari a 39,578
milioni, il canone di mercato sarebbe di 104,621. Perciò la
cosiddetta remunerazione sociale a favore degli inquilini delle
Ater è di complessivi 65 milioni e 43mila euro.
Rispondendo alle domande dei consiglieri, che hanno puntato
soprattutto a capire se da parte dei presenti si stiano studiando
costi e benefici dell'unificazione dei 5 enti, il presidente
dell'Ater di Pordenone ha affermato che è fondamentale
rinegoziare il sistema di restituzione delle risorse alla
Regione; vendendo gli immobili è vero che si depaupera il
patrimonio delle Ater, ma chi compra sono gli stessi inquilini e
si può costruire case nuove per altre famiglie; spazi per
ulteriori risparmi ci sono e li stanno studiando; sarebbe
riduttivo se si pensasse a una riforma basata solo sul risparmio
che verrà dal portare i Consigli di amministrazione da 5 a 1.
Il 10% della popolazione di Trieste, pari a 23.000 persone, è
inquilino Ater - ha detto il presidente dell'Azienda del
capoluogo regionale. In Sardegna si è passati all'unificazione
delle Aziende, ma lì i costi sono aumentati causa i nuovi
contratti dirigenziali. La razionalizzazione prevista è positiva.
Rendere omogenee alcune procedure porterebbe indubbiamente a
risparmi gestionali - gli ha fatto eco il presidente dell'Ater di
Gorizia.
Da quello di Udine, invece, un'amara constatazione: stante al
regolamento vigente, chi ha ottenuto un alloggio Ater ha diritto
a tenerlo per le generazioni future, anche a condizioni
economiche mutate. Ciò impedisce di ottenerne uno a chi ne
avrebbe più bisogno. Altro dato: su 741 alloggi messi in vendita,
solo 7 sono stati venduti, ma per fortuna perché l'alienazione
comporta il pagamento solo del 10% in contante, il resto sarà
dato in 30 anni. Ciò significa che l'Ater deve vendere almeno 20
alloggi per poterne costruire uno.
Al termine, l'assessore Riccardo Riccardi ha garantito che la
riforma non si limita alla riduzione del numero dei CdA, seppure
rappresenti un segnale di abbattimento dei costi della politica;
se le Ater potessero seguire l'andamento del mercato perderebbero
ogni ragione di esistere; c'è un patrimonio importante da
difendere e valorizzare, non solo per garantire ma anche
migliorare questo servizio ai cittadini; si deve fare un
ragionamento di sistema e decidere che tipo di edilizia
sovvenzionata si vuole; le regole attuali sono ingessate ed
effettivamente si rischia di lasciar fuori chi ha un bisogno
reale e tenere negli alloggi chi non ne ha più.
(immagini tv)