PD: Brussa, volo Trieste-Roma costa più di una pensione minima
(ACON) Trieste, 11 nov - COM/AB - Nei giorni scorsi i media
regionali hanno dato ampio spazio al fatto che l'aeroporto di
Ronchi dei Legionari chiuderà l'anno con il record di passeggeri
e, dopo tanti anni di deficit, con un bilancio in attivo.
Rispetto a questo - osserva il consigliere regionale del PD
Franco Brussa - non si può che essere soddisfatti dei risultati
raggiunti, anche perché è giusto ricordare che in questi ultimi
anni il Consiglio regionale, a più riprese, è stato protagonista
di finanziamenti corposi nei confronti del nostro aeroporto
regionale; finanziamenti che anche in riferimento all'acquisto
delle azioni dell'ex Consorzio Aeroporto Friuli Venezia Giulia
Spa, superano i 10 milioni di euro.
Dai dati snocciolati dagli amministratori dell'aeroporto si
apprende anche che l'Alitalia quest'anno ha fatto la parte del
leone, aumentando notevolmente i passeggeri, sia come numero
assoluto, che in percentuale. È stato abbastanza singolare
apprendere, però, proprio negli stessi giorni, che a partire dal
primo novembre, ai passeggere dei voli interni Alitalia non offre
più uno snack, ma solo acqua, the o caffé.
Tempi di magra, evidentemente, come riporta un articolo di stampa
che ne da notizia.
Peccato che questa iniziativa si scontri in maniera palese e
incorrente anche con i costi dei biglietti dei voli Alitalia, che
ormai agisce per i voli interni in regime di monopolio.
È mai possibile allora - si chiede Brussa - che un biglietto in
classe economica per Roma e ritorno possa costare la bellezza di
657,75 euro? Sì, dato che è quanto è stato richiesto a chi,
giovedì scorso, intendeva prenotare un biglietto per il sabato
successivo.
Più o meno la stessa cifra che questa settimana veniva richiesta
a chi intendeva utilizzare lo stesso volo in partenza il venerdì,
pur prenotandolo 2 giorni prima. Costo a cui vanno aggiunti i
circa 20 euro di commissione quando si acquista un biglietto
all'aeroporto o in un'agenzia (si risparmia solo via Internet
dove il costo e di 5 euro circa).
Insomma, per chi ha un'urgenza e non è nella possibilità di
prevedere con largo anticipo un viaggio andata e ritorno in
giornata a Roma, il costo del volo è superiore alla cifra di una
pensione minima e pari a un volo intercontinentale che si prenoti
per tempo.
E stiamo parlando di una compagnia che è stata salvata dal
fallimento dai contribuenti italiani.
Quello che poi stride e fa rabbia, è che per lo stesso volo, più
o meno con gli stessi orari, da Venezia, negli stessi giorni, il
costo medio era di 180 euro.
A questo punto c'è da chiedersi davvero come possa la nostra
Regione continuare a investire milioni di euro ogni anno sul
nostro aeroporto, per offrire un servizio attraente rispetto ad
altre realtà aeroportuali a noi vicine, se è questa l'azione
posta in essere dall'Alitalia.
Anche continuare a parlare del ruolo della regione Friuli Venezia
Giulia quale piattaforma logistica per la nuova Europa, rischia
di apparire ridicolo se queste sono le premesse.
Credo allora - conclude Brussa - sia urgente e necessario un
intervento autorevole e non formale del presidente della Regione
nei confronti della compagnia di bandiera, affinché modifichi la
politica delle tariffe praticate da e per Ronchi dei Legionari.
In questo senso auspicabile sarebbe anche un'audizione dei
vertici di Alitalia e dell'aeroporto in Consiglio regionale, per
affrontare queste e altre tematiche legate al futuro
dell'aeroporto regionale, in previsione dell'ormai prossima
discussione e approvazione della Finanziaria 2012.