PD: rifugio Zacchi chiude perché Giunta permette che ciò accada
(ACON) Trieste, 15 nov - COM/AB - "Il gestore del rifugio
Zacchi getta la spugna. Avevamo chiesto al presidente Tondo di
spiegare come mai fosse stato fissato un prezzo di base d'asta
così alto per l'affidamento del rifugio Zacchi e quanto avrebbe
dovuto incassare una struttura del genere per poter pagare un
affitto di tali proporzioni. Purtroppo il presidente non si è
degnato neppure di rispondere", commentano indignati i
consiglieri regionali del PD Sandro Della Mea e Enzo Marsilio.
"Se non si vuole rispondere a noi pazienza, ma non è possibile
ignorare ora l'amarezza del gestore costretto a chiudere".
"Non si può neanche pensare che lo storico rifugio delle Alpi
Giulie rischi di restare chiuso - aggiungono Della Mea e
Marsilio. Chi, come l'attuale gestore, desidera restare in
montagna per coltivare le proprie passioni deve poter continuare
a farlo. Quando si parla di montagna, i calcoli di tipo economico
sono del tutto fuori luogo. Se si pensa alla convenienza i primi
a doversene andare sono proprio i montanari. Quando si parla di
rifugi e alpeggi si parla di alta quota e chi non dimostra la
necessaria e dovuta sensibilità di approccio faccia a meno di
occuparsene".
"Che Tondo intervenga subito - concludono i due consiglieri PD
della Montagna - per fare in modo che l'attuale gestore possa
continuare a fare il proprio lavoro con la passione che tutti gli
riconoscono, e faccia contestualmente una riflessione sulla poca
sensibilità che purtroppo si sta dimostrando ogni giorno nei
confronti della montagna. Se proprio qualcuno deve gettare la
spugna non è certo chi lo gestisce ma chi, come Tondo e Violino,
permette che certe cose possano accadere".