CR: ddl servizi sociali, relatore maggioranza De Mattia (2 )
(ACON) Trieste, 22 nov - MPB - All'attenzione dell'Aula il
disegno di legge che la Giunta ha presentato a modifica della
normativa regionale sull'accesso alle prestazioni sociali, scelto
come testo base, e la proposta di legge presentata dalle
opposizioni (Partito Democratico, Cittadini-Libertà civica,
Italia dei Valori, SA-PRC e SA-SEL) primo firmatario Franco
Codega (PD), finalizzata a tutelare i principi di solidarietà,
eguaglianza, accesso ai servizi di assistenza sociale e buon
andamento e imparzialità dell'amministrazione.
Il provvedimento all'esame dell'Assemblea costituisce una
revisione organica della disciplina del sistema sociale
regionale, tanto da potersi considerare un Testo unico del
settore socio-assistenziale, ha esordito il relatore di
maggioranza Ugo De Mattia (LN), precisando che tale modifica
normativa si è resa necessaria a seguito delle osservazioni della
Commissione europea e di alcune pronunce della giurisdizione
ordinaria secondo le quali la legislazione regionale violava la
normativa comunitaria e nazionale a causa della previsione di
diversi requisiti, a fronte di destinatari individuati
omogeneamente, per l'accesso al sistema dei servizi di assistenza
sociale.
Pertanto, ora sono state classificate tre categorie di soggetti
"protetti" accanto, e in condizione di parità, ai cittadini
italiani e comunitari: i familiari dei cittadini comunitari, i
titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo
periodo e, infine, i rifugiati o titolari di protezione
sussidiaria, ha spiegato De Mattia sottolineando che, comunque,
obiettivo del disegno di legge è preservare l'attribuzione degli
interventi sociali a favore di soggetti legati da un rapporto di
stabilità con il territorio e la comunità regionale.
Per questo sono state unificate le diverse prestazioni
socio-assistenziali a criteri comuni di accesso: possono infatti
usufruire dei servizi regionali coloro che risiedono da
almeno 24 mesi nel territorio regionale per quanto riguarda gli
interventi facenti capo al cosiddetto Fondo di solidarietà
sociale (LR. 9/2008), gli interventi a sostegno della famiglia e
della genitorialità (bonus bebè, LR. 11/2006), di accesso alla
carta famiglia (LR.11/2006), gli interventi per il diritto allo
studio (LR. 14/1991).
Il settore dell'edilizia residenziale pubblica (LR. 6/2003)
invece, considerata la sua importanza sociale, è stato
disciplinato con più rigore rispetto gli altri interventi
regionali. L'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale
sovvenzionata a nuclei familiari potrà essere fatta qualora
entrambi i coniugi richiedenti rispetteranno il requisito di
residenza di 24 mesi nel territorio regionale. Un tanto per
evitare una distorsione delle finalità della legge, ossia
garantire che i servizi regionali siano fruiti da coloro che sono
parte della comunità territoriale.
Accesso, poi, alle prestazioni sociali da parte degli stranieri
titolari della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di
durata non inferiore a 1 anno nonché i minori iscritti nella loro
carta di soggiorno o permesso di soggiorno. Questi cittadini
potranno usufruire del sistema sociale qualora residenti nel
territorio nazionale da non meno di 5 anni e nel territorio
regionale da almeno 24 mesi. La possibilità per questi soggetti
di aderire al sistema sociale è di fatto un'estensione rispetto a
quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di
prestazioni sociali e di assistenza.
L'uniformità della disciplina socio-assistenziale prevista dal
disegno di legge permetterà non solo una parità di trattamento
tra cittadini, ma anche una semplificazione delle procedure e
della burocrazia e quindi una diminuzione di costi - ha concluso
De Mattia ricordando che un emendamento giuntale accolto in
Commissione prevede un finanziamento dell'Amministrazione
regionale a favore dei Comuni e degli altri Enti pubblici che
hanno sostenuto spese a causa dell'accoglimento di domande in
disapplicazione della normativa regionale.
(segue)
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