CR: dimissioni Kosic, consiglieri opposizione (8)
(ACON) Trieste, 22 nov - RC - Dimissioni non inaspettate,
quelle di Kosic da assessore regionale alla Salute, per i
consiglieri dei gruppi di opposizione che se non hanno mancato di
fargli gli auguri di pronta guarigione, non hanno potuto esimersi
dal criticarne l'operato dei circa tre anni di mandato.
Dimissioni attese perché gli attacchi gli sono giunti anche da
esponenti della maggioranza, hanno spiegato un po' tutti, da
Corazza per Italia dei Valori, Pustetto e Kocijancic per Sinistra
Arcobaleno, Colussi per Cittadini-Libertà civica, Moretton per il
Partito Democratico. La decisione probabilmente è maturata anche
per una divergenza di vedute con il presidente Tondo quanto alla
creazione di una unica Azienda sanitaria. E proprio a Tondo è
stato chiesto di relazionare al Consiglio sulle reali intenzioni
di riforma pensate per il comparto sanitario, dunque di non
decidere in solitudine su una questione così importante per tutto
il territorio.
Se, poi, per Corazza esiste già il vero sostituto di Kosic, che
non sarebbe il presidente Tondo ma l'appena dimessosi direttore
centrale della Sanità, che Corazza ha definito assessore ombra,
per Pustetto è grave la mancanza di dialogo che Kosic registrava
con gli operatori del settore e a cui poco serviva il libro
verde, inoltre la mole di lavoro che ora attende Tondo non è di
poco conto e, al pari di Colussi, si augura che il presidente
riesca a gestire tutti gli impegni di quello che è il settore più
delicato della Regione.
Kocijancic registra tanti discorsi, ma solo ideologici, sull'area
vasta, mentre bisogna confrontarsi su una proposta concreta, e
Moretton ha allargato il discorso alla riforma degli assessori,
che per il PD devono passare da 10 a 8. Ha poi fatto l'elenco
delle cose non realizzate da Kosic, dal Piano sanitario 2010-2012
a quello per l'emergenza oncologica, quello materno-infantile e
quello delle cure palliative, dall'accreditamento fermo da due
anni e così pure il sistema informatico sanitario alla perdita di
molti progetti di ricerca nazionali, la mancanza di dati sulla
qualità delle prestazioni per un mero controllo burocratico, le
difficoltà che registrano gli ospedali.
(segue)