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PD: Menis, offensivo parlare di riforma dei servizi sociali

22.11.2011
16:30
(ACON) Trieste, 22 nov - COM/AB - Sentir parlare di revisione organica della disciplina del sistema regionale dei servizi sociali e addirittura di Testo unico del settore socio-assistenziale, con riferimento al disegno di legge all'attenzione dell'Aula, è a dir poco offensivo per le nostre intelligenze.

Questo il giudizio del consigliere regionale del PD Paolo Menis che ha ribadito le sue critiche a quella che ha definito una retromarcia obbligata da parte di una maggioranza messa alle strette su tutti i fronti. È sorprendente sentir parlare di opportuno riordino di un settore - sottolinea Menis - che era in ottima salute prima dell'avvento di questa Giunta che, in soli tre anni, è riuscita a distruggere un sistema di solidarietà e coesione sociale che costituiva un modello nazionale e un collante per l'intera Regione. Quella stessa maggioranza - ricorda il democratico - che sbandiera ai quattro venti la sua presunta fede religiosa e che pochi mesi fa ha evocato le radici cristiane della nostra cultura pretendendo l'affissione del crocifisso nell'Aula del Consiglio oggi, per l'ennesima volta, ne tradisce i valori di accoglienza votando nuovamente provvedimenti discriminatori e palesemente in contrasto con la nostra Costituzione e con le direttive europee in materia. Non sono basti gli appelli che abbiamo instancabilmente rivolto in questi anni e le tantissime sentenze delle più importanti istituzioni nazionali e internazionali, perché il sistema regionale dei servizi sociali fosse riportato sui binari del diritto e si ponesse fine al delirio populista che evidentemente ormai costituisce l'unica propaganda rimasta ad una certa parte politica. Una riforma del sistema sociale, una vera riforma, servirebbe davvero. Sarebbe opportuno ragionare su un complessivo ripensamento del sistema per poterlo integrare con innovativi strumenti in grado di rispondere ai nuovi e sempre crescenti bisogni di assistenza a cui la crisi ci ha messo di fronte, a partire dalle nuove povertà e al contrasto all'emarginazione. Quello di cui questa Regione ha bisogno - conclude Menis - è di un cambio di passo, di una rinnovata attenzione per la dimensione umana della persona ma, evidentemente, manca qualsiasi capacità in tal senso.