PD: Menis, offensivo parlare di riforma dei servizi sociali
(ACON) Trieste, 22 nov - COM/AB - Sentir parlare di revisione
organica della disciplina del sistema regionale dei servizi
sociali e addirittura di Testo unico del settore
socio-assistenziale, con riferimento al disegno di legge
all'attenzione dell'Aula, è a dir poco offensivo per le nostre
intelligenze.
Questo il giudizio del consigliere regionale del PD Paolo Menis
che ha ribadito le sue critiche a quella che ha definito una
retromarcia obbligata da parte di una maggioranza messa alle
strette su tutti i fronti.
È sorprendente sentir parlare di opportuno riordino di un settore
- sottolinea Menis - che era in ottima salute prima dell'avvento
di questa Giunta che, in soli tre anni, è riuscita a distruggere
un sistema di solidarietà e coesione sociale che costituiva un
modello nazionale e un collante per l'intera Regione.
Quella stessa maggioranza - ricorda il democratico - che
sbandiera ai quattro venti la sua presunta fede religiosa e che
pochi mesi fa ha evocato le radici cristiane della nostra cultura
pretendendo l'affissione del crocifisso nell'Aula del Consiglio
oggi, per l'ennesima volta, ne tradisce i valori di accoglienza
votando nuovamente provvedimenti discriminatori e palesemente in
contrasto con la nostra Costituzione e con le direttive europee
in materia.
Non sono basti gli appelli che abbiamo instancabilmente rivolto
in questi anni e le tantissime sentenze delle più importanti
istituzioni nazionali e internazionali, perché il sistema
regionale dei servizi sociali fosse riportato sui binari del
diritto e si ponesse fine al delirio populista che evidentemente
ormai costituisce l'unica propaganda rimasta ad una certa parte
politica.
Una riforma del sistema sociale, una vera riforma, servirebbe
davvero. Sarebbe opportuno ragionare su un complessivo
ripensamento del sistema per poterlo integrare con innovativi
strumenti in grado di rispondere ai nuovi e sempre crescenti
bisogni di assistenza a cui la crisi ci ha messo di fronte, a
partire dalle nuove povertà e al contrasto all'emarginazione.
Quello di cui questa Regione ha bisogno - conclude Menis - è di
un cambio di passo, di una rinnovata attenzione per la dimensione
umana della persona ma, evidentemente, manca qualsiasi capacità
in tal senso.