CR: riduzione consiglieri, relatore minoranza Brussa (3)
(ACON) Trieste, 23 nov - RC - Trattandosi di una legge voto,
per diventare operativa dovrà essere in seguito approvata in
doppia lettura dai due rami del Parlamento - ha fatto presente il
relatore di minoranza Franco Brussa per il PD.
Questo è un passaggio delicato nella vita del massimo consesso
istituzionale regionale, che andrebbe colto nella sua reale
portata e non percepito, come invece avviene, solo quale
necessità riferita ai costi della politica - ha aggiunto. Che poi
è la logica che avrebbe mosso il Governo Berlusconi nel porre
l'obbligatorietà della riduzione dei consiglieri regionali,
fissandone per le Regioni a Statuto ordinario anche il numero in
ragione degli abitanti.
Il rischio, per Brussa, è di sottrarre spazi di rappresentazione
della realtà cui l'Assemblea legislativa regionale è riferimento.
Stante la nostra legge elettorale, i rapporti di forza tra
maggioranza e opposizione rischiano di venire fortemente
compromessi, in particolar modo se il prossimo presidente della
Regione otterrà una percentuale di voti inferiore al 45%. In
questo caso, infatti, la differenza tra i due poli sarebbe
nell'ordine di 5 consiglieri, il che può rendere complicata la
governabilità della Regione.
Il testo originale - ha poi ricordato il consigliere - prevedeva
che l'Aula fosse composta da 50 eletti, ovvero da un numero
fisso, mentre oggi si afferma che il loro numero dipenderà dalla
popolazione residente. La sostanziale modifica si giustifica nel
fatto che a settembre, più di un mese dopo rispetto a quando era
stata depositata la proposta del Pdl, il presidente Tondo ha
affermato che bisognava ridurre il numero dei consiglieri a 48.
Guarda caso - ironizza Brussa - lo stesso numero proposto dal PD
già a ottobre 2010.
Per il relatore di minoranza, il numero fisso sarebbe un atto di
trasparenza nei confronti dei cittadini, i quali ogni 5 anni non
dovrebbero chiedersi quanti saranno i componenti del Consiglio
regionale da eleggere. Oltre al fatto che tutte le altre Regioni
si sono comportate secondo questa decisione, nonché Camera e
Senato.
E a cambiare è anche il riferimento sulla popolazione: lo Statuto
attuale fa riferimento all'ultimo censimento mentre ora si parla
di residenti desunti dall'ultima rilevazione Istat. Un
riferimento - per Brussa - che potrebbe anche essere foriero, in
sede di assegnazione degli eletti, di ricorsi.
(segue)