Montenars: pres. Franz a 25° scomparsa don Francesco Placereani
(ACON) Trieste, 26 nov - AB - Venticinque anni fa, il 18
novembre 1986, si spegneva a soli 66 anni, dopo una lunga e
dolorosa malattia, don Francesco Placereani, per tutti Pre Checo
Placerean e da tutti riconosciuto come il padre della rinascita
dell'identità etnica del popolo friulano. Nell'occasione, il
presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz ha voluto
consegnare al sindaco di Montenars Antonio Mansutti, nel cui
borgo di Burlons Pre Checo era nato nel 1920, un mosaico che
riproduce un particolare della Basilica di Aquileia.
Nel corso della cerimonia è stata ricordata la vita e l'opera di
una delle figure che hanno avuto particolare importanza per la
storia del Friuli, dalla sua missione in Argentina come
insegnante di teologia morale al seminario di Rosario, al suo
coinvolgimento nella fondazione, nel 1952, della "Scuele libare
furlane", il cui scopo era di insegnare a leggere e scrivere in
friulano per riuscire a valorizzarne il patrimonio culturale; ma
anche la fondazione di "Int Furlane" nel 1952, e del Moviment
Friul nel 1966, l'impegno per la rinascita del Friuli dopo il
sisma, la traduzione in lingua friulana di numerosi testi sacri,
tra cui la Bibbia, insieme a pre Toni Beline, don Antonio
Bellina, altra grande figura della chiesa e della cultura
friulane.
Uomo di grande cultura e umanità, di cristallina statura morale,
con una irriducibile passione per la sua terra e l'identità del
popolo friulano - ha evidenziato Franz ricordando l'impegno
autonomista di Pre Checo - egli ci ha insegnato a guardare alla
nostra storia, soprattutto dopo la tragedia del terremoto,
promuovendo una rinascita non solo materiale, ma anche culturale,
di orgoglio e consapevolezza.
Memorabile la Messa che celebrò ad Aquileia per ricordare i 900
anni del Patriarcato e l'impegno per l'istituzione
dell'Università del Friuli. Eminente friulanista della Chiesa
friulana, oratore e trascinatore delle platee, amato dai suoi
studenti, ha avuto il grande merito di dedicare gran parte della
sua vita a infondere e alimentare nella gente del Friuli,
soprattutto in quelli che non avevano potuto avere un'istruzione,
i principi della religione avvicinandoli ai testi sacri nella
sola lingua che molti di essi conoscevano, e a promuovere, anche
ai livelli più alti, i valori, i fondamenti e l'originalità della
lingua, della cultura e dell'identità friulana.
Oggi siamo qui per ricordare questo grande uomo e il suo impegno
verso il prossimo e verso la sua terra, alla quale dedicò tutta
la vita - ha concluso Franz. Un impegno che vive nelle sue opere
e nei suoi scritti che ne sono il testamento morale e culturale.