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PD: Menis, tagli alla cultura e al sistema cinema

02.12.2011
15:09
(ACON) Trieste, 2 dic - COM/AB - I tagli al comparto culturale, che rischia ancora una volta di pagare il prezzo più alto della crisi anche nella nostra regione, evidenziano una volta di più la posizione della Lega Nord, che dimostra ignoranza in materia.

L'affermazione è del consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ricorda gli attacchi del Carroccio al presidente Tondo sui fondi concessi al cinema.

"Sono male informati - dichiara Menis - altrimenti saprebbero che nella Finanziaria 2012 non solo i fondi al sistema cinema sono inferiori rispetto a quelli dello scorso anno in valore assoluto, ma soprattutto lo sono in termini sostanziali, visto che alcune poste di bilancio servono a coprire oneri sostenuti nell'anno 2011, quando questi fondi non sono stati erogati. Soldi che vanno quindi a coprire precedenti impegni ancora non onorati".

"Si tratta di fondi molto importanti - prosegue Menis - e non di risorse superflue, che vanno a sostenere un settore già duramente provato dai tagli nazionali, che in Regione costituisce un'eccellenza artistica e produce un indotto ben superiore all'investimento regionale. Il Friuli Venezia Giulia è infatti al di sopra della media nazionale per numero di biglietti venduti, vanta un panorama di sale cinematografiche d'indubbia importanza e con una forte vocazione alla qualità: un giro d'affari stimato in circa 15 milioni di euro. Cifre importanti, di cui una quota consistente ritorna subito nelle casse dell'erario grazie all'IVA e altra imposte pagate dalle imprese".

"Può darsi che ci siano anche qui degli sprechi, come in tutti i settori, ma non è certo con ragionamenti superficiali e qualunquisti come quelli che abbiamo letto in questi giorni che si contribuisce a evidenziarli".

E sulle polemiche circa la cultura a senso unico, sollevate da un altro esponente di spicco della Lega, Menis osserva come sia "curioso che simili accuse provengano da chi ha espressamente chiesto fondi per un film, quello su Marco D'Aviano, il cui messaggio politico è fin troppo chiaro".

"C'è davvero tanta confusione - conclude Menis - e proprio per questo proprio adesso dovremmo guardare con più attenzione alla cultura e ai suoi stimoli".