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Pres. Franz: manovra Monti, ora eliminare baby pensioni siciliane

07.12.2011
15:24
(ACON) Trieste, 7 dic - COM/AB - "Il Governo Monti ha varato una manovra che andrà a incidere molto pesantemente sulle tasche degli italiani: la reintroduzione dell'imposta sulla prima casa, l'aumento dell'IVA di due punti percentuali, l'incremento delle accise sui carburanti, l'aumento dell'aliquota base dell'addizionale regionale IRPEF, l'innalzamento dell'età pensionabile sia di vecchiaia che di anzianità, sono misure che imporranno a tutti enormi sacrifici. Anche la nostra regione, sebbene possa essere considerata tra le più virtuose essendo riuscita quasi a dimezzare, negli ultimi tre anni, il proprio debito pubblico, è stata chiamata a tagliare le spese nel 2012 per ben 145 milioni di euro".

Le osservazioni sono del presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Maurizio Franz, che aggiunge.

"Ma perché si possa parlare di una manovra equa, l'azione del nuovo Governo dovrà anche puntare alla eliminazione di quegli sprechi e quelle inefficienze che ancora oggi incidono pesantemente sui conti dello Stato. Ad esempio, dal momento che tutti noi saremo costretti a lavorare almeno sino all'età di 66 anni - e comunque sino alla maturazione di 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne - bisogna eliminare subito l'istituto delle baby pensioni, di cui ancora oggi possono beneficiare i dipendenti pubblici siciliani: lo prevede una legge emanata dal Parlamento dell'Isola nel 2003, in attuazione della Legge nazionale n. 104/1992 che permette ai dipendenti della Regione Sicilia, che sono oltre 21.000, ovvero il triplo di quelli di Lombardia e Veneto messi assieme, di usufruire del pensionamento anticipato dopo appena 20 anni di contributi, semplicemente dimostrando di avere un familiare invalido da accudire".

"Tali prepensionamenti, che dal 2003 a oggi non hanno fatto altro che intensificarsi, gravano sul bilancio dello Stato per circa 20 milioni di euro l'anno. Auspico quindi - conclude Franz - che accanto alle misure più drastiche proposte da Monti nel segno del rigore, vengano al più presto adottati provvedimenti che vadano nel senso dell'equità: c'è bisogno di una svolta, anche culturale, che metta fine a privilegi che, giunti a questo punto, non sono più tollerabili".