Pres. Franz: manovra Monti, ora eliminare baby pensioni siciliane
(ACON) Trieste, 7 dic - COM/AB - "Il Governo Monti ha varato
una manovra che andrà a incidere molto pesantemente sulle tasche
degli italiani: la reintroduzione dell'imposta sulla prima casa,
l'aumento dell'IVA di due punti percentuali, l'incremento delle
accise sui carburanti, l'aumento dell'aliquota base
dell'addizionale regionale IRPEF, l'innalzamento dell'età
pensionabile sia di vecchiaia che di anzianità, sono misure che
imporranno a tutti enormi sacrifici. Anche la nostra regione,
sebbene possa essere considerata tra le più virtuose essendo
riuscita quasi a dimezzare, negli ultimi tre anni, il proprio
debito pubblico, è stata chiamata a tagliare le spese nel 2012
per ben 145 milioni di euro".
Le osservazioni sono del presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Maurizio Franz, che aggiunge.
"Ma perché si possa parlare di una manovra equa, l'azione del
nuovo Governo dovrà anche puntare alla eliminazione di quegli
sprechi e quelle inefficienze che ancora oggi incidono
pesantemente sui conti dello Stato. Ad esempio, dal momento che
tutti noi saremo costretti a lavorare almeno sino all'età di 66
anni - e comunque sino alla maturazione di 42 anni di contributi
per gli uomini e 41 per le donne - bisogna eliminare subito
l'istituto delle baby pensioni, di cui ancora oggi possono
beneficiare i dipendenti pubblici siciliani: lo prevede una legge
emanata dal Parlamento dell'Isola nel 2003, in attuazione della
Legge nazionale n. 104/1992 che permette ai dipendenti della
Regione Sicilia, che sono oltre 21.000, ovvero il triplo di
quelli di Lombardia e Veneto messi assieme, di usufruire del
pensionamento anticipato dopo appena 20 anni di contributi,
semplicemente dimostrando di avere un familiare invalido da
accudire".
"Tali prepensionamenti, che dal 2003 a oggi non hanno fatto altro
che intensificarsi, gravano sul bilancio dello Stato per circa 20
milioni di euro l'anno. Auspico quindi - conclude Franz - che
accanto alle misure più drastiche proposte da Monti nel segno del
rigore, vengano al più presto adottati provvedimenti che vadano
nel senso dell'equità: c'è bisogno di una svolta, anche
culturale, che metta fine a privilegi che, giunti a questo punto,
non sono più tollerabili".