PD: Pupulin su manovra Monti, IRAP e addizionale IRPEF
(ACON) Trieste, 8 dic - COM/AB - L'atteggiamento del presidente
Tondo di voler resistere alle scelte del decreto Monti mi pare
velleitario e poco sostenibile.
E' Paolo Pupulin, consigliere regionale del PD, ad affermarlo,
aggiungendo che la stessa decisione, presente nel testo della
Finanziaria, di mettere in discussione l'impegno sottoscritto con
il precedente ministro dell'economia Tremonti che ci obbliga
trasferire allo Stato 370 milioni a regime per sostenere il
federalismo fiscale, cosa di cui si sono perse le tracce, è
destinata a finire male, prima ancora di essere votata in
Consiglio regionale.
Adesso fa acqua da tutte le parti la scelta comunicata ai
capigruppo di voler mantenere inalterata la struttura della
Finanziaria regionale, rinviando al futuro assestamento di
bilancio di metà anno 2012 la sua rimodulazione rispetto alle
norme nazionali.
Credo che non si vada da nessuna parte - aggiunge Pupulin -poiché
vengono a mancare da subito entrate pari a 145 milioni di euro e,
per quanto si possa rivendicare una più equa ripartizione dei
tagli tra le Regioni a statuto speciale, non sono prevedibili che
piccoli ritocchi.
La manovra sull'IRAP, dunque, come congegnata dalla Giunta Tondo,
non sta in piedi e dovrà essere modificata. Innanzitutto perché
si sovrappone a norme nazionali favorevoli alle imprese che
rivalutano il proprio capitale o che assumono personale femminile
e giovanile; ed anche perché un taglio dell'IRAP regionale ha
senso se non deve rimanere in attesa della soluzione di un
contenzioso perso in partenza e soprattutto se si propone come
soluzione strutturale e non solo sperimentale, come nel caso
della proposta della maggioranza di centro destra.
La manovra può invece più proficuamente articolarsi attraverso
una riduzione selettiva dell'addizionale IRPEF a favore dei
redditi più bassi (al di sotto dei 15.000 euro) e detrazioni per
carichi famigliari. Scelta possibile sulla base della recente
sentenza della Corte costituzionale (è stata ufficializzata lo
scorso venerdì 25 novembre), che ha dato ragione alla Provincia
autonoma di Trento chiarendo la possibilità per le Regioni e
Province autonome di modulare il proprio livello di tassazione
(sia nel caso IRAP che dell'addizionale IRPEF), se riguarda
proprie entrate, con l'unico vincolo di non superare il livello
massimo previsto sul piano nazionale.
Non siamo costretti dunque a passare forzosamente la nostra
addizionale all'1,23%, come definito nel decreto Monti per
compensare alle Regioni i tagli operati su altri versanti.
L'unico vincolo rimane, come sempre, l'equilibrio del nostro
conto finanziario. La scelta di operare sul versante del sostegno
ai redditi minori e famigliari - conclude Pupulin - rappresenta
un'alternativa seria, perché contrasta i fenomeni di nuova
povertà che colpiscono tanti lavoratori in disoccupazione e in
cassa integrazione e, allo stesso tempo, può portare una boccata
di ossigeno alla stretta dei consumi che sta strangolando tante
imprese produttive e commerciali. Un modo efficace di dimostrare
l'utilità delle decisioni regionali per cittadini e imprese.