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PD: Pupulin su manovra Monti, IRAP e addizionale IRPEF

08.12.2011
15:57
(ACON) Trieste, 8 dic - COM/AB - L'atteggiamento del presidente Tondo di voler resistere alle scelte del decreto Monti mi pare velleitario e poco sostenibile.

E' Paolo Pupulin, consigliere regionale del PD, ad affermarlo, aggiungendo che la stessa decisione, presente nel testo della Finanziaria, di mettere in discussione l'impegno sottoscritto con il precedente ministro dell'economia Tremonti che ci obbliga trasferire allo Stato 370 milioni a regime per sostenere il federalismo fiscale, cosa di cui si sono perse le tracce, è destinata a finire male, prima ancora di essere votata in Consiglio regionale.

Adesso fa acqua da tutte le parti la scelta comunicata ai capigruppo di voler mantenere inalterata la struttura della Finanziaria regionale, rinviando al futuro assestamento di bilancio di metà anno 2012 la sua rimodulazione rispetto alle norme nazionali.

Credo che non si vada da nessuna parte - aggiunge Pupulin -poiché vengono a mancare da subito entrate pari a 145 milioni di euro e, per quanto si possa rivendicare una più equa ripartizione dei tagli tra le Regioni a statuto speciale, non sono prevedibili che piccoli ritocchi.

La manovra sull'IRAP, dunque, come congegnata dalla Giunta Tondo, non sta in piedi e dovrà essere modificata. Innanzitutto perché si sovrappone a norme nazionali favorevoli alle imprese che rivalutano il proprio capitale o che assumono personale femminile e giovanile; ed anche perché un taglio dell'IRAP regionale ha senso se non deve rimanere in attesa della soluzione di un contenzioso perso in partenza e soprattutto se si propone come soluzione strutturale e non solo sperimentale, come nel caso della proposta della maggioranza di centro destra.

La manovra può invece più proficuamente articolarsi attraverso una riduzione selettiva dell'addizionale IRPEF a favore dei redditi più bassi (al di sotto dei 15.000 euro) e detrazioni per carichi famigliari. Scelta possibile sulla base della recente sentenza della Corte costituzionale (è stata ufficializzata lo scorso venerdì 25 novembre), che ha dato ragione alla Provincia autonoma di Trento chiarendo la possibilità per le Regioni e Province autonome di modulare il proprio livello di tassazione (sia nel caso IRAP che dell'addizionale IRPEF), se riguarda proprie entrate, con l'unico vincolo di non superare il livello massimo previsto sul piano nazionale.

Non siamo costretti dunque a passare forzosamente la nostra addizionale all'1,23%, come definito nel decreto Monti per compensare alle Regioni i tagli operati su altri versanti. L'unico vincolo rimane, come sempre, l'equilibrio del nostro conto finanziario. La scelta di operare sul versante del sostegno ai redditi minori e famigliari - conclude Pupulin - rappresenta un'alternativa seria, perché contrasta i fenomeni di nuova povertà che colpiscono tanti lavoratori in disoccupazione e in cassa integrazione e, allo stesso tempo, può portare una boccata di ossigeno alla stretta dei consumi che sta strangolando tante imprese produttive e commerciali. Un modo efficace di dimostrare l'utilità delle decisioni regionali per cittadini e imprese.