PD: Marsilio, a rischio le attività agrituristiche
(ACON) Trieste, 12 dic - COM/MPB - Altro colpo basso al
sistema montano. Ora a rischio sono le attività agrituristiche.
La Giunta regionale ha approvato un regolamento con i criteri e
le modalità per l'esercizio dell'attività di agriturismo, che ha
portato dal 25% al 40% le quote minime di prodotti propri
aziendali utilizzati negli agriturismi situati al di sopra dei
500 metri sul livello del mare.
Con ciò - rileva il consigliere regionale del PD Enzo Marsilio,
che in merito ha presentato anche un'interrogazione - si mette a
rischio di chiusura gran parte degli agriturismi in montagna,
specie quelli delle malghe che difficilmente potranno avere un
paniere di prodotti tale da poter rispettare i limiti imposti.
Sostenere l'economia della montagna - è il commento di Marsilio -
significa prima di tutto applicare in quelle aree parametri
differenziali rispetto al resto del territorio. Il sistema
agricolo montano, uno dei settori più fragili e in crisi, può
sopravvivere solo con il ricorso a una serie di attività
integrative quali l'ospitalità e la ristorazione. L'attività
agrituristica nelle aree montane non rappresenta, come
generalmente accade altrove, una fonte di reddito ma solo un
introito integrativo utile per alleviare le sofferenze di
bilancio delle imprese. È quindi un'attività da sostenere e
incentivare a beneficio di tutto il sistema economico.
Per questo il consigliere, con una interrogazione, chiede al
presidente Tondo come mai e in base a quali motivazioni la Giunta
Regionale abbia apportato queste modifiche, modificando quanto
deciso dalla competente Commissione consiliare, comportamento che
contrasta ruoli e competenze del Consiglio regionale.
Mi è difficile pensare - conclude Marsilio - che Tondo abbia
realizzato quali siano le conseguenze delle decisioni prese in
proposito. Preferisco pensare a una svista che si cercherà di
correggere al più presto per ripristinare quanto era stato
previsto in Commissione, per impedire che si affossino
definitivamente le poche aziende agricole che ancora operano in
montagna.