News


PD: Marsilio, a rischio le attività agrituristiche

12.12.2011
16:28
(ACON) Trieste, 12 dic - COM/MPB - Altro colpo basso al sistema montano. Ora a rischio sono le attività agrituristiche.

La Giunta regionale ha approvato un regolamento con i criteri e le modalità per l'esercizio dell'attività di agriturismo, che ha portato dal 25% al 40% le quote minime di prodotti propri aziendali utilizzati negli agriturismi situati al di sopra dei 500 metri sul livello del mare. Con ciò - rileva il consigliere regionale del PD Enzo Marsilio, che in merito ha presentato anche un'interrogazione - si mette a rischio di chiusura gran parte degli agriturismi in montagna, specie quelli delle malghe che difficilmente potranno avere un paniere di prodotti tale da poter rispettare i limiti imposti.

Sostenere l'economia della montagna - è il commento di Marsilio - significa prima di tutto applicare in quelle aree parametri differenziali rispetto al resto del territorio. Il sistema agricolo montano, uno dei settori più fragili e in crisi, può sopravvivere solo con il ricorso a una serie di attività integrative quali l'ospitalità e la ristorazione. L'attività agrituristica nelle aree montane non rappresenta, come generalmente accade altrove, una fonte di reddito ma solo un introito integrativo utile per alleviare le sofferenze di bilancio delle imprese. È quindi un'attività da sostenere e incentivare a beneficio di tutto il sistema economico.

Per questo il consigliere, con una interrogazione, chiede al presidente Tondo come mai e in base a quali motivazioni la Giunta Regionale abbia apportato queste modifiche, modificando quanto deciso dalla competente Commissione consiliare, comportamento che contrasta ruoli e competenze del Consiglio regionale.

Mi è difficile pensare - conclude Marsilio - che Tondo abbia realizzato quali siano le conseguenze delle decisioni prese in proposito. Preferisco pensare a una svista che si cercherà di correggere al più presto per ripristinare quanto era stato previsto in Commissione, per impedire che si affossino definitivamente le poche aziende agricole che ancora operano in montagna.