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PD: Brussa, posizioni organizzative e vicedirigenti

21.12.2011
17:31
(ACON) Trieste, 21 dic - COM/RC - È stato perfino banale essere, purtroppo, facili profeti sulle vicende del contratto dei pubblici dipendenti e sulla mancata riforma, a partire dalla cancellazione delle posizioni organizzative (PO) da sostituire con la figura dei vicedirigenti.

È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Brussa, che già prima della presentazione della Finanziaria regionale era intervenuto più volte sfidando l'assessore alla Funzione pubblica, Garlatti, sia sulla vicenda del contratto, inopinatamente delegato alla contrattazione nazionale, sia sulla capacità reale di Giunta e maggioranza regionali ad affrontare una vera riforma del pubblico impiego.

I fatti che sono seguiti dimostrano, a parere dell'esponente del PD, che una volta di più Garlatti direttamente, ma anche lo stesso presidente Tondo, non solo hanno fallito, ma continuano a promettere riforme che poi non sono in grado di attuare. Esemplare la vicenda del contratto, prima oggetto di rilievo da parte del Governo Berlusconi e poi, in questi giorni, bocciato dalla stessa Corte dei Conti.

L'abrogazione delle norme, a suo tempo inserite con il blitz notturno di luglio scorso da parte dell'Aula durante i lavori per l'assestamento di bilancio, fatto ora con la Finanziaria 2012, era il solo atto dignitoso - afferma Brussa - che rimaneva a questa maggioranza per rispetto delle migliaia di lavoratori del comparto unico e per tentare di salvare la faccia dopo le ripetute brutte figure. Infatti, una volta entrata in vigore la legge, finalmente potrà essere sottoscritto definitivamente il contratto, fermo ormai da quattro anni.

Inoltre, a giudizio del consigliere, la vicenda delle PO ha superato ogni limite del ridicolo considerando che è dal dicembre 2009 che Garlatti promette che le avrebbe abolite da lì a due mesi. Dopo quattro successive proroghe, pareva fosse la volta buona, al punto di averlo annunciato durante la Finanziaria. Peccato, però - sottolinea Brussa - che sia giunta l'ennesima proroga, questa volta fino al 30 giugno 2012 e, come non bastasse, nel frattempo gli ipotizzati 90 vicedirigenti sono già diventati 115, visti gli appetiti dei vari assessori regionali.

Insomma, in termini di contenimento dei costi, diminuzione dei numeri ed efficienza degli uffici, attraverso una loro ristrutturazione normativa e organizzativa che dovevano costituire i pilastri della riforma Garlatti, non solo - conclude Brussa - non si è visto nulla, ma è successo l'esatto contrario. Sarebbe allora il caso di prenderne atto e trarne le dovute conseguenze.