PD: Brussa, posizioni organizzative e vicedirigenti
(ACON) Trieste, 21 dic - COM/RC - È stato perfino banale
essere, purtroppo, facili profeti sulle vicende del contratto dei
pubblici dipendenti e sulla mancata riforma, a partire dalla
cancellazione delle posizioni organizzative (PO) da sostituire
con la figura dei vicedirigenti.
È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico
Franco Brussa, che già prima della presentazione della
Finanziaria regionale era intervenuto più volte sfidando
l'assessore alla Funzione pubblica, Garlatti, sia sulla vicenda
del contratto, inopinatamente delegato alla contrattazione
nazionale, sia sulla capacità reale di Giunta e maggioranza
regionali ad affrontare una vera riforma del pubblico impiego.
I fatti che sono seguiti dimostrano, a parere dell'esponente del
PD, che una volta di più Garlatti direttamente, ma anche lo
stesso presidente Tondo, non solo hanno fallito, ma continuano a
promettere riforme che poi non sono in grado di attuare.
Esemplare la vicenda del contratto, prima oggetto di rilievo da
parte del Governo Berlusconi e poi, in questi giorni, bocciato
dalla stessa Corte dei Conti.
L'abrogazione delle norme, a suo tempo inserite con il blitz
notturno di luglio scorso da parte dell'Aula durante i lavori per
l'assestamento di bilancio, fatto ora con la Finanziaria 2012,
era il solo atto dignitoso - afferma Brussa - che rimaneva a
questa maggioranza per rispetto delle migliaia di lavoratori del
comparto unico e per tentare di salvare la faccia dopo le
ripetute brutte figure. Infatti, una volta entrata in vigore la
legge, finalmente potrà essere sottoscritto definitivamente il
contratto, fermo ormai da quattro anni.
Inoltre, a giudizio del consigliere, la vicenda delle PO ha
superato ogni limite del ridicolo considerando che è dal dicembre
2009 che Garlatti promette che le avrebbe abolite da lì a due
mesi. Dopo quattro successive proroghe, pareva fosse la volta
buona, al punto di averlo annunciato durante la Finanziaria.
Peccato, però - sottolinea Brussa - che sia giunta l'ennesima
proroga, questa volta fino al 30 giugno 2012 e, come non
bastasse, nel frattempo gli ipotizzati 90 vicedirigenti sono già
diventati 115, visti gli appetiti dei vari assessori regionali.
Insomma, in termini di contenimento dei costi, diminuzione dei
numeri ed efficienza degli uffici, attraverso una loro
ristrutturazione normativa e organizzativa che dovevano
costituire i pilastri della riforma Garlatti, non solo - conclude
Brussa - non si è visto nulla, ma è successo l'esatto contrario.
Sarebbe allora il caso di prenderne atto e trarne le dovute
conseguenze.