News


Citt: Colussi, fondi a Film Commission da Attività produttive

04.01.2012
16:58
(ACON) Trieste, 4 gen - COM/RC - "Non si cambiano le regole del gioco in corsa, si tratta di un principio che ogni legislatore dovrebbe sempre rispettare, anche quando le norme possono non piacere". Così il consigliere regionale di Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi, padre della legge sul cinema approvata dal Consiglio nell'autunno del 2006.

Quando la casa di produzione Cattleya, una delle più importanti attive in Italia, nei mesi scorsi prese la decisione di girare il suo prossimo film nella nostra regione - fa presente Colussi - aveva sicuramente verificato tramite la FVG Film Commission che poteva accedere ai finanziamenti regionali previsti per questo tipo di attività. Si tratta di un intervento valutabile fra i 100 e i 150.000 euro, ovvero entro i limiti europei del de minimis fissati per gli aiuti alle imprese, capace però di generare un ritorno economico (alberghi, ristoranti, mano d'opera, etc.) calcolato in 1 milione di euro circa. Senza contare le altre ricadute legate alla promozione del territorio.

Da questo punto di vista - prosegue il consigliere - la nostra Film Commission, la prima ad essere istituita in Italia grazie all'intuizione dell'allora assessore regionale alle Attività produttive Sergio Dressi, ha svolto in pieno il mandato assegnatogli dalla legge che è, lo ricordiamo, di attrarre le produzioni cinematografiche e televisive a girare i propri film o fiction in regione. È per questi motivi che quella parte della legge che regola e finanzia le attività del Film Fund della Film Commission e del Fondo regionale per l'audiovisivo ricade sotto la competenza e la responsabilità della direzione alle Attività produttive, cioè dell'assessore Federica Seganti.

Appare quindi bizzarro, per Colussi, che il consigliere regionale Edoardo Sasco (UDC), primo firmatario e ispiratore dell'Ordine del giorno che vuole negare i finanziamenti al regista Marco Bellocchio, solleciti l'intervento chiarificatore dell'assessore alla Cultura Elio De Anna: una richiesta che, ancora una volta, conferma la poca, se non nulla, conoscenza delle leggi che regolano questa materia.