Citt: Colussi, fondi a Film Commission da Attività produttive
(ACON) Trieste, 4 gen - COM/RC - "Non si cambiano le regole del
gioco in corsa, si tratta di un principio che ogni legislatore
dovrebbe sempre rispettare, anche quando le norme possono non
piacere". Così il consigliere regionale di Cittadini-Libertà
Civica Piero Colussi, padre della legge sul cinema approvata dal
Consiglio nell'autunno del 2006.
Quando la casa di produzione Cattleya, una delle più importanti
attive in Italia, nei mesi scorsi prese la decisione di girare il
suo prossimo film nella nostra regione - fa presente Colussi -
aveva sicuramente verificato tramite la FVG Film Commission che
poteva accedere ai finanziamenti regionali previsti per questo
tipo di attività. Si tratta di un intervento valutabile fra i 100
e i 150.000 euro, ovvero entro i limiti europei del de minimis
fissati per gli aiuti alle imprese, capace però di generare un
ritorno economico (alberghi, ristoranti, mano d'opera, etc.)
calcolato in 1 milione di euro circa. Senza contare le altre
ricadute legate alla promozione del territorio.
Da questo punto di vista - prosegue il consigliere - la nostra
Film Commission, la prima ad essere istituita in Italia grazie
all'intuizione dell'allora assessore regionale alle Attività
produttive Sergio Dressi, ha svolto in pieno il mandato
assegnatogli dalla legge che è, lo ricordiamo, di attrarre le
produzioni cinematografiche e televisive a girare i propri film o
fiction in regione. È per questi motivi che quella parte della
legge che regola e finanzia le attività del Film Fund della Film
Commission e del Fondo regionale per l'audiovisivo ricade sotto
la competenza e la responsabilità della direzione alle Attività
produttive, cioè dell'assessore Federica Seganti.
Appare quindi bizzarro, per Colussi, che il consigliere regionale
Edoardo Sasco (UDC), primo firmatario e ispiratore dell'Ordine
del giorno che vuole negare i finanziamenti al regista Marco
Bellocchio, solleciti l'intervento chiarificatore dell'assessore
alla Cultura Elio De Anna: una richiesta che, ancora una volta,
conferma la poca, se non nulla, conoscenza delle leggi che
regolano questa materia.