PD: Moretton, Mediocredito FVG e responsabilità della Regione
(ACON) Trieste, 5 gen - COM/RC - Le sanzioni comminate dalla
Banca d'Italia a Mediocredito FVG, e questa volta pure in solido
nei confronti dei suoi amministratori, per Gianfranco Moretton
non sono altro che l'epilogo di una querelle che proviene da
lontano.
Siamo preoccupati - scrive il consigliere regionale del PD - che
la situazione venutasi a creare possa rappresentare anche un
seguito non lusinghiero per un istituto di credito che per il
Friuli Venezia Giulia è molto importante, rappresentando il suo
braccio operativo nella gestione di molte risorse in favore del
comparto produttivo e della prima casa. Non vorremmo che la
politica finora portata avanti dal presidente Tondo e
dall'assessore Savino comporti il peggioramento della situazione
in Mediocredito, soprattutto se non saranno chiarite a breve le
effettive volontà in materia da parte della Regione, diventata
azionista di maggioranza assoluta.
Ci riferiamo cioè - spiega ancora il capogruppo del PD - alla
confusione creata dalla Regione, che inizialmente voleva vendere
la propria partecipazione del 47% del Mediocredito salvo, poco
tempo dopo, cambiare idea puntando all'acquisizione del 51%. E
ora, a seguito della rinuncia di una parte del sistema bancario
presente nell'azionariato di partecipare all'aumento del capitale
sociale, la Regione si trova di fronte a un'altra difficoltà,
derivante appunto dal fuggi fuggi delle banche, che la
costringerà a sobbarcarsi la quota mancante di capitale sociale.
Tutto ciò, per Moretton denota ancora una volta come sia
superficiale e inconcludente la politica di Tondo sul versante
creditizio, incapace di mediare col sistema bancario che, di
fronte al disconoscimento di renderlo partecipe al sistema di
governo dell'istituto finanziario, ha preferito ritirarsi di buon
grado. Ora, anche dopo la sanzione della Banca d'Italia, la
Regione non potrà dire che non sia successo nulla di concreto.
Non vorremmo che l'assessore Savino, continuando a mantenere il
suo silenzio, diventasse come Tremonti, che fino all'altro ieri
affermava che l'Italia non avesse problemi - chiosa il
consigliere regionale. Gli imprenditori del Friuli Venezia
Giulia, e più in generale la sua economia, hanno bisogno di
credito nel prossimo futuro per garantire lo sviluppo, reso
possibile da piani credibili e realizzabili, e non di proclami
irresponsabili. Dica la Regione quali sono i partner, dove si
troveranno le risorse e chi le gestirà, perché questo è ciò che
vogliono sapere gli imprenditori e i lavoratori del Friuli
Venezia Giulia.