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Pens: Ferone, no liberalizzare orari e giorni apertura negozi

06.01.2012
13:58
(ACON) Trieste, 6 gen - COM/AB - La liberalizzazione totale di giorni e orari di apertura di negozi, prevista nella manovra salva Italia del Governo Monti, che si applica anche nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, trova la totale contrarietà del Partito Pensionati - ha dichiarato il consigliere regionale Luigi Ferone - dal momento che, in una situazione di recessione come l'attuale, non basta la possibilità di tenere aperti esercizi vari, con orari indeterminati, per fare il miracolo: la gente ha sempre meno soldi in tasca e scatenare la guerra delle aperture a oltranza è quanto di più sbagliato ed assurdo si possa fare.

L'apertura selvaggia, a giudizio di Ferone, è un enorme regalo alla grande distribuzione e forse un colpo mortale per le piccole imprese. Già le piccole attività vivono un momento difficilissimo e sono sempre di più quelle piccole e medie attività commerciali che abbassano definitivamente le saracinesche, e sono sempre di più quei lavoratori, proprietari e dipendenti, che rimangono senza lavoro e che, fra l'altro, sono di difficile ricollocazione.

La morte delle piccole attività - sottolinea l'esponente del Partito Pensionati - sta creando la desertificazione e piccoli centri e aree periferiche delle città rimangono senza il bar, la bottega, massacrati dalla grande distribuzione, che attrae per la possibilità di prezzi più competitivi. Ma una volta che la piccola bottega scompare, non sarà certo la grande distribuzione a farsi carico degli enormi problemi che ne conseguono.

Il Partito Pensionati - conclude Ferone - ritiene che il piccolo commercio andrebbe aiutato, difeso, rilanciato, non fosse altro perché è strettamente legato a ragioni sociali e di vivibilità del territorio. Il Friuli Venezia Giulia dovrebbe quindi impugnare per conflitto di competenze le norme sul commercio davanti alla Corte Costituzionale, come hanno già fatto altre Regioni.