Pens: Ferone, no liberalizzare orari e giorni apertura negozi
(ACON) Trieste, 6 gen - COM/AB - La liberalizzazione totale di
giorni e orari di apertura di negozi, prevista nella manovra
salva Italia del Governo Monti, che si applica anche nella
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, trova la totale
contrarietà del Partito Pensionati - ha dichiarato il consigliere
regionale Luigi Ferone - dal momento che, in una situazione di
recessione come l'attuale, non basta la possibilità di tenere
aperti esercizi vari, con orari indeterminati, per fare il
miracolo: la gente ha sempre meno soldi in tasca e scatenare la
guerra delle aperture a oltranza è quanto di più sbagliato ed
assurdo si possa fare.
L'apertura selvaggia, a giudizio di Ferone, è un enorme regalo
alla grande distribuzione e forse un colpo mortale per le piccole
imprese. Già le piccole attività vivono un momento difficilissimo
e sono sempre di più quelle piccole e medie attività commerciali
che abbassano definitivamente le saracinesche, e sono sempre di
più quei lavoratori, proprietari e dipendenti, che rimangono
senza lavoro e che, fra l'altro, sono di difficile
ricollocazione.
La morte delle piccole attività - sottolinea l'esponente del
Partito Pensionati - sta creando la desertificazione e piccoli
centri e aree periferiche delle città rimangono senza il bar, la
bottega, massacrati dalla grande distribuzione, che attrae per la
possibilità di prezzi più competitivi. Ma una volta che la
piccola bottega scompare, non sarà certo la grande distribuzione
a farsi carico degli enormi problemi che ne conseguono.
Il Partito Pensionati - conclude Ferone - ritiene che il piccolo
commercio andrebbe aiutato, difeso, rilanciato, non fosse altro
perché è strettamente legato a ragioni sociali e di vivibilità
del territorio. Il Friuli Venezia Giulia dovrebbe quindi
impugnare per conflitto di competenze le norme sul commercio
davanti alla Corte Costituzionale, come hanno già fatto altre
Regioni.