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UDC: Sasco, su liberalizzazione orari si doveva fare quadrato

11.01.2012
17:18
(ACON) Trieste, 11 gen - COM/RC - È mancata la collegialità. È questa l'accusa principale che Edoardo Sasco, capogruppo UDC in Consiglio regionale, rivolge agli altri gruppi di maggioranza quanto alle decisioni che la Regione ha preso in materia di liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, come prevista dal decreto legge "salva Italia", il n. 214 del 2011.

All'articolo 3 si prevede che le Regioni devono adeguarsi alle nuove norme di liberalizzazione degli orari entro 90 giorni, cioè entro il 23 marzo 2012. C'era tutto il tempo quindi - sostiene Sasco - per evitare fughe in avanti, come quella dell'assessore Angela Brandi in materia di superamento immediato delle chiusure festive, convocando prima di ogni determinazione una riunione di maggioranza per valutare la situazione e le eventuali contromisure. Quantomeno si poteva attendere l'imminente pronunciamento della Corte costituzionale riguardo alla nostra legge regionale vigente in materia.

Altre Regioni a Statuto ordinario hanno fatto o stanno facendo ricorso alla Corte costituzionale contro tale liberalizzazione - prosegue l'esponente dell'UDC - mentre da noi è stato deciso a livello di vertice che non si farà ricorso, nonostante il programma elettorale di maggioranza preveda "la riconsiderazione della regolamentazione delle aperture domenicali, con l'obiettivo di massimo 20 domeniche comprese quelle di dicembre".

Di fronte alla delicatezza del caso, che vede coinvolta anche l'UDC in quanto assertrice di tale punto programmatico - continua Sasco - valeva proprio la pena riunire attorno a un tavolo le forze politiche di maggioranza con gli operatori del commercio e le forze sociali, per stabilire il da farsi. Rinunciare a priori alle prerogative che come Regione autonoma a statuto speciale con competenza primaria in materia di commercio e di turismo sono in capo a noi, senza un serio e definitivo approfondimento della questione, per tentare ancora una possibile regolamentazione che tuteli consumatori e piccoli commercianti, i lavoratori e le loro famiglie, significa un ulteriore cedimento dannoso anche ai fini della difesa della nostra specialità.

La collegialità della maggioranza, dunque, è la strada maestra per affrontare ogni questione da qui alla fine della legislatura - conclude il consigliere di maggioranza - mentre per quanto riguarda il più complesso discorso delle riforme delle autonomie locali e della sanità, nonché delle rivendicazioni nei confronti del Governo in materia di trasferimento di risorse finanziarie, è necessario anche il coinvolgimento delle opposizioni.