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Presidente Franz su manovra Monti e specialità regionale

12.01.2012
15:44
(ACON) Trieste, 12 gen - AB - Da una parte i benzinai della fascia confinaria, ma anche dell'intera provincia di Udine, registrano un crollo delle vendite dei carburanti, dall'altro le nostre marine stanno assistendo impotenti alla fuga di centinaia e centinaia di imbarcazioni oltre i 10 metri, che fanno rotta sugli approdi sloveni e croati. Quando un Governo adotta misure draconiane dovrebbe tener conto delle specifiche situazioni geografiche e agire di conseguenza.

Il monito giunge dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Maurizio Franz, che interviene su due questioni tra le più calde di questi giorni con un'analisi non solo economica, ma anche istituzionale.

Le decisioni del Governo - sottolinea Franz - hanno un forte impatto sulla nostra specialità, messa ancora una volta in discussione da decisioni imposte dall'alto su materie di nostra competenza. Decisioni che denotano, oltretutto, scarsa conoscenza della nostra realtà, e mi riferisco anche al settore del commercio e della piccola impresa, assoluta mancanza di lungimiranza e che, in definitiva, provocano danni economici e occupazionali che, in tempi come questi, bisognerebbe evitare.

Il rifornimento oltre confine ha ormai assunto proporzioni massicce - riprende Franz - con una perdita economica rilevante per la nostra regione e soprattutto per lo Stato in termini di accise. Per non contare il rischio, ormai concreto, di chiusura di molte stazioni di servizio e la perdita di decine di posti di lavoro. Se a ciò si aggiunge il fatto che oltre alla benzina, al diesel e alle sigarette, i cittadini della nostra regione hanno ripreso l'abitudine di fare oltre confine anche la spesa di generi alimentari, al danno si aggiunge danno. E la fuga dei natanti verso le marine di Slovenia e Croazia priverà le casse dello Stato di cifre ben superiori ai potenziali introiti.

Se quindi da una parte fa bene la Giunta a chiedere un confronto col Governo e il Consiglio, attraverso la II Commissione attività produttive, a monitorare la situazione confrontandosi con i diretti interessati - conclude Franz - spero che Roma riesca a capire che la situazione in zone di confine non è la stessa di quella di altre parti del Paese. Servono strumenti particolari, mirati, specifici per questo territorio, non privilegi, sennò il danno per tutti sarà maggiore dei benefici.