Presidente Franz su manovra Monti e specialità regionale
(ACON) Trieste, 12 gen - AB - Da una parte i benzinai della
fascia confinaria, ma anche dell'intera provincia di Udine,
registrano un crollo delle vendite dei carburanti, dall'altro le
nostre marine stanno assistendo impotenti alla fuga di centinaia
e centinaia di imbarcazioni oltre i 10 metri, che fanno rotta
sugli approdi sloveni e croati. Quando un Governo adotta misure
draconiane dovrebbe tener conto delle specifiche situazioni
geografiche e agire di conseguenza.
Il monito giunge dal presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia Maurizio Franz, che interviene su due
questioni tra le più calde di questi giorni con un'analisi non
solo economica, ma anche istituzionale.
Le decisioni del Governo - sottolinea Franz - hanno un forte
impatto sulla nostra specialità, messa ancora una volta in
discussione da decisioni imposte dall'alto su materie di nostra
competenza. Decisioni che denotano, oltretutto, scarsa conoscenza
della nostra realtà, e mi riferisco anche al settore del
commercio e della piccola impresa, assoluta mancanza di
lungimiranza e che, in definitiva, provocano danni economici e
occupazionali che, in tempi come questi, bisognerebbe evitare.
Il rifornimento oltre confine ha ormai assunto proporzioni
massicce - riprende Franz - con una perdita economica rilevante
per la nostra regione e soprattutto per lo Stato in termini di
accise. Per non contare il rischio, ormai concreto, di chiusura
di molte stazioni di servizio e la perdita di decine di posti di
lavoro. Se a ciò si aggiunge il fatto che oltre alla benzina, al
diesel e alle sigarette, i cittadini della nostra regione hanno
ripreso l'abitudine di fare oltre confine anche la spesa di
generi alimentari, al danno si aggiunge danno. E la fuga dei
natanti verso le marine di Slovenia e Croazia priverà le casse
dello Stato di cifre ben superiori ai potenziali introiti.
Se quindi da una parte fa bene la Giunta a chiedere un confronto
col Governo e il Consiglio, attraverso la II Commissione attività
produttive, a monitorare la situazione confrontandosi con i
diretti interessati - conclude Franz - spero che Roma riesca a
capire che la situazione in zone di confine non è la stessa di
quella di altre parti del Paese. Servono strumenti particolari,
mirati, specifici per questo territorio, non privilegi, sennò il
danno per tutti sarà maggiore dei benefici.