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PD: Pupulin, addizionale IRPEF colpisce redditi più bassi

12.01.2012
16:26
(ACON) Trieste, 12 gen - COM/MPB - Stanno emergendo i dati, anche se non definitivi, sul peso effettivo dell'aumento dell'addizionale IRPEF sui redditi dei cittadini ed evidenziano una situazione differenziata tra le singole Regioni. Lo fa notare il consigliere regionale Paolo Pupulin (PD) che evidenzia come lo scatto incida sull'intero reddito dichiarato ai fini Irpef, diversamente dalla tassazione nazionale che si applica per aliquote e deduzioni.

"Ciò comporta un peso maggiore sui redditi più bassi, che non sono minimamente protetti da alcuna esenzione e dai carichi di famiglia - avverte Pupulin. Così, con grande probabilità, i percettori di reddito nella nostra regione verseranno nelle casse della stessa in media circa 80 euro in più. In sostanza si arriverebbe complessivamente a una crescita delle entrate pari a 50-60 milioni di euro per ogni annualità.

"Risulta evidente che l'aumento dello 0,33% fisso e uguale per tutti non avrà lo stesso peso per le famiglie pluri o monoreddito, così per quelle da 15.000 euro lorde o per quelle di 50-100.000. Nel senso che - spiega il consigliere - nel primo caso si incide su redditi che già non sono protetti dall'inflazione e che adesso costringeranno a tagliare anche spese necessarie.

"Il Gruppo del PD, nel corso del dibattito sul bilancio, aveva chiesto - ricorda Pupulin - maggiore chiarezza sul versante delle entrate derivanti dall'incremento dell'addizionale IRPEF. In sostanza chiedeva che fossero poste a bilancio tutte due le annualità di incremento dell'addizionale, visto che gli aumenti si applicano già dal 2011, con effetto retroattivo, quindi i conguagli 2011 ne dovranno tener conto, mentre per gli aumenti sul 2012 gravano ratealmente nelle prossime buste paga.

"La Giunta Tondo, con la strana condivisione della sua maggioranza di centro destra, ha invece, con eccesso di prudenza, deciso di non iscrivere la posta del 2011 tra le entrate del bilancio. Con la conseguenza di sottostimare le entrate di 50-60 milioni di euro - commenta Pupulin ricordando che il Gruppo PD aveva chiesto che, tenendo conto delle maggiori possibilità finanziarie, si operasse su due direttrici.

"La prima esonerando dall'addizionale IRPEF i redditi sotto i 15.000 euro, trattandosi di redditi che al netto si avvicinano ai 1.000 euro su base mensile, all'interno del quale stanno i salari dei cassintegrati, dei lavoratori in mobilità e soprattutto della maggioranza dei dipendenti precari, in gran parte giovani. In subordine, almeno provvedendo a esentare dall'aumento dell'addizionale i redditi sotto tale fascia. Una soluzione non nuova per le Regioni e le Province autonome. Infatti, a Bolzano si è deciso non solo di esentare dall'intera addizionale i redditi sotto i 15.000 euro, ma pure di permettere una detrazione pari a 252 euro per ogni figlio a carico fino a tre. Un intervento che esprime un'attenzione straordinaria per le persone in difficoltà e per un ruolo forte delle famiglie nella difesa delle condizioni delle persone e dei figli in particolare. La proposta avanzata dal Gruppo del PD, che è stata valutare seriamente, cercando di rinviare a tempi migliori che non sarà facile intravedere in futuro - il commento di Pupulin. La seconda direttrice riguardava l'urgenza di mettere a disposizione dei Fondi di rotazione e dei Consorzi di garanzia ulteriori disponibilità finanziarie, al fine di permettere un maggior accesso al credito alle piccole e medie aziende regionali, che rischiano in questa fase di stretta del credito da parte del sistema bancario e finanziario di rimanere soffocate. Il resoconto dell'attività del FRIE regionale da parte dell'assessore regionale all'economia, dimostra quanta richiesta insoddisfatta rimanga. I Fondi di rotazione si sono dimostrati lo strumento principale richiesto da parte del sistema imprenditoriale regionale, fino al punto che il 20% delle domande del 2011 non sono state evase.

Come Gruppo consiliare PD - conclude Pupulin - riteniamo opportuno riaprire presto la discussione e le decisioni su tutti due i capitoli della difesa dei redditi più bassi e del sostegno al credito delle imprese. A fine mese l'occasione ci sarà, in sede di discussione e approvazione della legge sull'accesso al credito, prevista per il 31 gennaio prossimo, per non ritardare nuovamente misure indispensabili per contrastare il rischio d'una congiuntura recessiva in regione.