PD: Menis, senza interinali a riscio Direzione energia
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/AB - Il delicato tema dell'energia
torna al centro dell'attenzione. Dopo le polemiche che nella
scorsa primavera avevano contrapposto l'assessore regionale alle
categorie economiche, che lamentavano i ritardi nell'adozione del
Piano energetico regionale, è il consigliere regionale Paolo
Menis (PD) a riaccendere i riflettori sulle difficoltà operative
a cui è costretta la Direzione regionale energia.
Da diversi mesi il Partito Democratico, ricorda Menis, denuncia
il disinteresse della Giunta verso un settore, quello energetico,
d'importanza strategica per il sistema produttivo regionale,
evidenziando il sottodimensionamento dell'ufficio competente,
costretto fino a pochi mesi fa a lavorare in condizioni di
pesante carenza di organico.
Una difficoltà che si è tradotta nell'accumulo di un grave
arretrato, con centinaia di pratiche ferme che hanno provocato un
danno economico enorme, che si aggira sul miliardo di euro. A
tanto ammonterebbero, infatti, gli investimenti, sia pubblici che
privati, bloccati per la mancanza di autorizzazioni.
A fine estate, prosegue il democratico, su nostra sollecitazione,
l'assessore aveva provveduto a un'integrazione dell'organico
della Direzione incaricata di seguire quest'ambito, con 15 nuove
unità di personale assunte come interinali, la cui scadenza era
fissata per il 17 dicembre scorso.
Inspiegabilmente però tali contratti non sono stati rinnovati,
diversamente da quanto accaduto ai precari impegnati in altri
settori, come ad esempio quelli del Consiglio regionale.
Una scelta quanto meno discutibile, che tutti i gruppi di
opposizione hanno voluto stigmatizzare sottoscrivendo un ordine
del giorno che impegna la Giunta Tondo a riconsiderare la sua
decisione, per salvaguardare la professionalità e l'esperienza,
sia pure ancora in fase di formazione, del personale che, se
fosse riconfermato, potrebbero garantire in prospettiva la piena
efficienza della Direzione energia.
Per la cronaca, conclude Menis, se gli atti sono esplicativi del
pensiero e delle convinzioni, l'ordine del giorno è stato
bocciato dalla maggioranza di centrodestra.