PD: Menis, servizio civile, per la riforma un esempio dal FVG
(ACON) Trieste, 25 gen - COM/MPB - Al caos che si sta
registrando nel Servizio Civile nazionale a causa del ricorso di
uno stranierio, una risposta potrebbe venire dall'esempio del
Friuli Venezia Giulia dove esistono norme di avanguardia.
A dirlo è il consigliere regionale Paolo Menis (PD, che evidenzia
come "a pochi giorni dell'avvio dei progetti del servizio civile
nazionale, previsto per febbraio, oltre 18mila ragazzi rischino
di rimanere a casa per colpa dell'ennesima discriminazione. La
legge italiana, infatti, in contrasto con le disposizioni
comunitarie, prevede il requisito della cittadinanza per poterlo
svolgere" - ricorda il consigliere aggiungendo che "è bastato che
un cittadino pachistano, peraltro residente in Italia da tre
lustri, chiedesse di esservi ammesso e la macchina burocratica si
è irrimediabilmente inceppata, con il rischio di provocare
gravissimi danni sia sul piano della credibilità internazionale,
sia su quello economico, a causa dei numerosi contributi legati
al settore che sarebbero automaticamente congelati".
"Il rischio di perdere un anno di Servizio Civile è concreto"
-avverte Menis, promotore, nel 2007, della normativa regionale di
settore -, "l'ennesima conferma che discriminare non paga, ma al
contrario costa, come andiamo dicendo da tempo in diversi
settori".
"Ma il FVG potrebbe essere preso a modello della riforma - spiega
ancora Menis - perché nella legge regionale di settore, la 11 del
2007 varata sotto l'allora Giunta Illy, il centrosinistra aveva
previsto la possibilità di svolgere il servizio civile solidale
anche per i cittadini stranieri. L'obiettivo che c'eravamo posti
era fare sì che questa importante esperienza di condivisione di
valori civici, sociali e culturali potesse essere un momento
d'incontro tra le culture, soprattutto per i più giovani,
partendo dalla constatazione di essere già parte di una società
multietnica. Oggi, a cinque anni di distanza, scopriamo che la
legislazione nazionale deve ancora adeguarsi a quello che è ormai
unanimemente riconosciuto come un principio cardine del diritto
comunitario".
"Il buon senso vorrebbe che i nuovi criteri per l'accesso degli
stranieri al Servizio Civile fossero inseriti nei bandi dal
prossimo anno visto che i termini di presentazione delle domande
scadono tra pochi giorni e la loro riapertura probabilmente non
potrebbe essere gestita in tempo utile per l'avvio dei progetti"
- prosegue il democratico, facendo suo l'appello di un gruppo di
futuri volontari che hanno scritto al Ministro competente per
sapere gli sviluppi di quest'incredibile vicenda - "altrimenti si
rischierebbe di penalizzare coloro che non hanno colpe, ovvero
chi, avendo raggiunto il limite massimo di età, non potrebbe
nemmeno partecipare l'anno prossimo".