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PD: Menis, servizio civile, per la riforma un esempio dal FVG

25.01.2012
11:43
(ACON) Trieste, 25 gen - COM/MPB - Al caos che si sta registrando nel Servizio Civile nazionale a causa del ricorso di uno stranierio, una risposta potrebbe venire dall'esempio del Friuli Venezia Giulia dove esistono norme di avanguardia.

A dirlo è il consigliere regionale Paolo Menis (PD, che evidenzia come "a pochi giorni dell'avvio dei progetti del servizio civile nazionale, previsto per febbraio, oltre 18mila ragazzi rischino di rimanere a casa per colpa dell'ennesima discriminazione. La legge italiana, infatti, in contrasto con le disposizioni comunitarie, prevede il requisito della cittadinanza per poterlo svolgere" - ricorda il consigliere aggiungendo che "è bastato che un cittadino pachistano, peraltro residente in Italia da tre lustri, chiedesse di esservi ammesso e la macchina burocratica si è irrimediabilmente inceppata, con il rischio di provocare gravissimi danni sia sul piano della credibilità internazionale, sia su quello economico, a causa dei numerosi contributi legati al settore che sarebbero automaticamente congelati".

"Il rischio di perdere un anno di Servizio Civile è concreto" -avverte Menis, promotore, nel 2007, della normativa regionale di settore -, "l'ennesima conferma che discriminare non paga, ma al contrario costa, come andiamo dicendo da tempo in diversi settori".

"Ma il FVG potrebbe essere preso a modello della riforma - spiega ancora Menis - perché nella legge regionale di settore, la 11 del 2007 varata sotto l'allora Giunta Illy, il centrosinistra aveva previsto la possibilità di svolgere il servizio civile solidale anche per i cittadini stranieri. L'obiettivo che c'eravamo posti era fare sì che questa importante esperienza di condivisione di valori civici, sociali e culturali potesse essere un momento d'incontro tra le culture, soprattutto per i più giovani, partendo dalla constatazione di essere già parte di una società multietnica. Oggi, a cinque anni di distanza, scopriamo che la legislazione nazionale deve ancora adeguarsi a quello che è ormai unanimemente riconosciuto come un principio cardine del diritto comunitario".

"Il buon senso vorrebbe che i nuovi criteri per l'accesso degli stranieri al Servizio Civile fossero inseriti nei bandi dal prossimo anno visto che i termini di presentazione delle domande scadono tra pochi giorni e la loro riapertura probabilmente non potrebbe essere gestita in tempo utile per l'avvio dei progetti" - prosegue il democratico, facendo suo l'appello di un gruppo di futuri volontari che hanno scritto al Ministro competente per sapere gli sviluppi di quest'incredibile vicenda - "altrimenti si rischierebbe di penalizzare coloro che non hanno colpe, ovvero chi, avendo raggiunto il limite massimo di età, non potrebbe nemmeno partecipare l'anno prossimo".