Idv: Corazza, impugnazione welfare, la Lega paghi i danni
(ACON) Trieste, 30 gen - COM/MPB - Il Governo ha impugnato
davanti alla Corte costituzionale anche le nuove norme regionali
sull'accesso al sistema dei servizi sociali, quelle che
consentono la fruizione dei benefici a chi sia residente in
Friuli Venezia Giulia da non meno di 24 mesi, perché ritenute
discriminatorie. È duro il commento del capogruppo dell'Italia
dei Valori in Consiglio regionale, Alessandro Corazza, che aveva
annunciato il risultato anticipando questa decisione già quando
la legge fu modificata in Consiglio regionale proprio per
superare i rilievi del Governo: "Avevamo avvertito che, così come
riformulata, la legge sarebbe stata ancora discriminatoria e
passibile di impugnazione e ora, puntualmente, alla nostra
Regione è stata certificata l'ennesima violazione dei diritti
civili. Ora qualcuno dovrà prendersi le proprie responsabilità, e
non parlo soltanto della Lega Nord, ma anche del presidente Tondo
e della maggioranza che si è chinata ai capricci politici del
Carroccio", afferma Corazza.
Per il capogruppo Idv "il Carroccio è responsabile di forzare la
mano in sede legislativa per puri scopi elettoralistici,
sfornando norme che sfociano nella discriminazione. Farlo sapendo
bene che ciò comporterà la violazione dei diritti civili delle
persone, nonché costi in termini economici e sociali - avverte
Corazza - rivela uno scarsissimo senso di responsabilità politica
e un perverso modo di intendere l'amministrazione della cosa
pubblica. Peggio ancora se gli effetti di tali strategie
finiscono per essere subiti dai Comuni che, applicando la legge,
si ritrovano a dover pagare le spese giudiziarie contro chi
giustamente presenta ricorso e lo vince. A pagare i danni non
dovrebbero essere i Comuni e neppure la Regione, dovrebbe pagare
la Lega Nord".
"I diritti non sono derogabili, non si contratta sui principi
sanciti dalla Costituzione. In uno Stato di diritto le sentenze
si accettano e si attuano, non c'è spazio per altri ragionamenti
politici" - conclude Corazza che ritiene ancora più grave se ora
la Regione andasse a spendere ulteriori risorse per resistere
davanti alla Corte Costituzionale a una decisione giusta e
inevitabile del Governo.