CR: accesso al credito, relatore minoranza Della Mea (4)
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Per il relatore di minoranza
Sandro Della Mea (PD) la semplificazione degli strumenti per
favorire l'accesso al credito delle imprese è opportuna, ma
bisogna essere sicuri che non abbia conseguenze sull'operatività
di una regolamentazione che, pur datata, si dimostra ancora
valida e addirittura più competitiva rispetto ad analoghe
normative recentemente approvate, tanto che il FRIE, sul quale il
ddl interviene, è uno degli strumenti finanziari che ha
dimostrato, nel corso dei decenni, straordinaria efficacia e
altrettanta capacità di adattarsi alle mutate esigenze delle
imprese.
Nel modificarlo, in sostanza - avverte Della Mea - bisogna
evitare di commettere errori che potrebbero pregiudicare la sua
operatività futura. Secondo Della Mea, poi, sarebbe stato meglio
avviare un confronto con i Confidi, che rimangono il vero
riferimento per quanto concerne il rilascio delle garanzie (circa
25 mila all'anno) in favore delle banche che erogano
finanziamenti alle imprese, piuttosto che sostituirsi o
sovrapporsi a essi.
Questo, secondo il relatore, era il momento più opportuno per
elaborare una proposta, assieme ai vertici dei Confidi e alle
Associazioni di categoria, per giungere, con adeguati sistemi
incentivanti, alla fusione dei Consorzi in modo tale da averne 3
o 4 in tutta le regione, al posto dei 9 attuali. E non condivide
le motivazioni addotte dalla Giunta regionale che, date esigue
risorse, ritiene preferibile destinarle ai fondi di rotazione.
Il relatore, sempre sulla scorta di molti dati, indica poi altri
aspetti problematici.
Il ddl, pur prevedendo la costituzione di un unico comitato di
gestione, di fatto mantiene compiti di finanziamento sia in capo
al FRIE che alle sezioni sviluppo e garanzie. Inoltre, il
Comitato di gestione, quando tratterrà di finanziamenti a imprese
artigiane e del commercio, avrà una composizione allargata,
passando da 5 a 13 componenti, o addirittura a 17 se le
Associazione degli industriali chiedessero, come le altre, di
avere loro rappresentanti. A causa della sua composizione
variabile ci sarebbe il rischio di un possibile ingorgo
funzionale-organizzativo tale da rendere complessa e inefficiente
una struttura che tutti definiscono efficiente ed efficace, e ciò
non può essere condivisibile.
In aggiunta, prevedendo che il supporto tecnico, amministrativo e
organizzativo al comitato di gestione sia fornito da un istituto
bancario, selezionato con procedura di evidenza pubblica, si
metterebbe in discussione il ruolo di supporto tecnico del
Mediocredito FVG. Con il rischio, da un lato, di bloccare una
gestione funzionale e, dall'altro, di mettere in crisi gli
equilibri finanziari del Mediocredito regionale, proprio nella
fase in cui la Giunta Regionale ha deciso di partecipare alla
ricapitalizzazione dell'istituto sulla base della condivisione
del piano industriale e finanziario.
(segue)