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CR: accesso al credito, relatore minoranza Della Mea (4)

31.01.2012
12:22
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Per il relatore di minoranza Sandro Della Mea (PD) la semplificazione degli strumenti per favorire l'accesso al credito delle imprese è opportuna, ma bisogna essere sicuri che non abbia conseguenze sull'operatività di una regolamentazione che, pur datata, si dimostra ancora valida e addirittura più competitiva rispetto ad analoghe normative recentemente approvate, tanto che il FRIE, sul quale il ddl interviene, è uno degli strumenti finanziari che ha dimostrato, nel corso dei decenni, straordinaria efficacia e altrettanta capacità di adattarsi alle mutate esigenze delle imprese.

Nel modificarlo, in sostanza - avverte Della Mea - bisogna evitare di commettere errori che potrebbero pregiudicare la sua operatività futura. Secondo Della Mea, poi, sarebbe stato meglio avviare un confronto con i Confidi, che rimangono il vero riferimento per quanto concerne il rilascio delle garanzie (circa 25 mila all'anno) in favore delle banche che erogano finanziamenti alle imprese, piuttosto che sostituirsi o sovrapporsi a essi.

Questo, secondo il relatore, era il momento più opportuno per elaborare una proposta, assieme ai vertici dei Confidi e alle Associazioni di categoria, per giungere, con adeguati sistemi incentivanti, alla fusione dei Consorzi in modo tale da averne 3 o 4 in tutta le regione, al posto dei 9 attuali. E non condivide le motivazioni addotte dalla Giunta regionale che, date esigue risorse, ritiene preferibile destinarle ai fondi di rotazione.

Il relatore, sempre sulla scorta di molti dati, indica poi altri aspetti problematici.

Il ddl, pur prevedendo la costituzione di un unico comitato di gestione, di fatto mantiene compiti di finanziamento sia in capo al FRIE che alle sezioni sviluppo e garanzie. Inoltre, il Comitato di gestione, quando tratterrà di finanziamenti a imprese artigiane e del commercio, avrà una composizione allargata, passando da 5 a 13 componenti, o addirittura a 17 se le Associazione degli industriali chiedessero, come le altre, di avere loro rappresentanti. A causa della sua composizione variabile ci sarebbe il rischio di un possibile ingorgo funzionale-organizzativo tale da rendere complessa e inefficiente una struttura che tutti definiscono efficiente ed efficace, e ciò non può essere condivisibile.

In aggiunta, prevedendo che il supporto tecnico, amministrativo e organizzativo al comitato di gestione sia fornito da un istituto bancario, selezionato con procedura di evidenza pubblica, si metterebbe in discussione il ruolo di supporto tecnico del Mediocredito FVG. Con il rischio, da un lato, di bloccare una gestione funzionale e, dall'altro, di mettere in crisi gli equilibri finanziari del Mediocredito regionale, proprio nella fase in cui la Giunta Regionale ha deciso di partecipare alla ricapitalizzazione dell'istituto sulla base della condivisione del piano industriale e finanziario.

(segue)