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CR: autonomia giovani, relatore minoranza Antonaz (8)

01.02.2012
15:05
(ACON) Trieste, 1 feb - MPB - La condizione giovanile oggi, anche nella nostra regione, è molto difficile. La precarietà - così il relatore di minoranza Roberto Antonaz (SA-PRC) - sta annullando ogni possibile progetto di vita; la scuola stessa, pur con le debite eccezioni, privilegia una preparazione specialistica e professionale piuttosto che valorizzare capacità critiche e liberare le potenzialità insite nelle nuove generazioni.

Tutto ciò è il frutto di un sistema economico-culturale perverso e malsano. Il compito della Regione, in questa situazione, dovrebbe essere di indicare indirizzi e investire risorse per contrastare una tale deriva per l'insieme della sua popolazione giovanile. Invece la legge all'attenzione dell'Aula va nella direzione opposta, mettendo al primo posto tra le finalità quella di promuovere in ogni ambito la cultura del merito; facendo dell'articolo 20 sugli interventi per l'imprenditoria l'asse portante dell'intero impianto e probabilmente l'unico che sarà adeguatamente finanziato; prevedendo l'istituto del prestito per gli interventi per l'autonomia abitativa e per lo stesso fondo di garanzia per le opportunità dei giovani, nel momento in cui tutti sanno che contrarre un debito, ancorché agevolato, per un giovane disoccupato o precario è oggi impossibile a meno che non ci sia alle spalle una famiglia benestante; inserendo nella Consulta dei giovani rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle professioni ordinistiche.

Per Antonaz la legge ignora invece i problemi dei giovani, l'adolescenza, il diritto allo studio, l'unico in grado di garantire pari opportunità a tutti, che non a caso sposta l'età giovanile a 35 anni, connotando un provvedimento che si riferisce ai giovani-adulti già formati più che ai giovani in senso stretto, che soprattutto teme le aggregazioni dei giovani. Quella che stiamo discutendo è tutto fuorché una legge sui giovani, un provvedimento classista intriso di ideologia, con solo qualche concessione qua e là al buon senso.

(segue)