CR: autonomia giovani, relatore minoranza Antonaz (8)
(ACON) Trieste, 1 feb - MPB - La condizione giovanile oggi,
anche nella nostra regione, è molto difficile. La precarietà -
così il relatore di minoranza Roberto Antonaz (SA-PRC) - sta
annullando ogni possibile progetto di vita; la scuola stessa, pur
con le debite eccezioni, privilegia una preparazione
specialistica e professionale piuttosto che valorizzare capacità
critiche e liberare le potenzialità insite nelle nuove
generazioni.
Tutto ciò è il frutto di un sistema economico-culturale perverso
e malsano. Il compito della Regione, in questa situazione,
dovrebbe essere di indicare indirizzi e investire risorse per
contrastare una tale deriva per l'insieme della sua popolazione
giovanile. Invece la legge all'attenzione dell'Aula va nella
direzione opposta, mettendo al primo posto tra le finalità quella
di promuovere in ogni ambito la cultura del merito; facendo
dell'articolo 20 sugli interventi per l'imprenditoria l'asse
portante dell'intero impianto e probabilmente l'unico che sarà
adeguatamente finanziato; prevedendo l'istituto del prestito per
gli interventi per l'autonomia abitativa e per lo stesso fondo di
garanzia per le opportunità dei giovani, nel momento in cui tutti
sanno che contrarre un debito, ancorché agevolato, per un giovane
disoccupato o precario è oggi impossibile a meno che non ci sia
alle spalle una famiglia benestante; inserendo nella Consulta dei
giovani rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle
professioni ordinistiche.
Per Antonaz la legge ignora invece i problemi dei giovani,
l'adolescenza, il diritto allo studio, l'unico in grado di
garantire pari opportunità a tutti, che non a caso sposta l'età
giovanile a 35 anni, connotando un provvedimento che si riferisce
ai giovani-adulti già formati più che ai giovani in senso
stretto, che soprattutto teme le aggregazioni dei giovani.
Quella che stiamo discutendo è tutto fuorché una legge sui
giovani, un provvedimento classista intriso di ideologia, con
solo qualche concessione qua e là al buon senso.
(segue)