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PD: Menis, voto petizione Medea chiaro messaggio politico

03.02.2012
11:37
(ACON) Trieste, 3 feb - COM/MPB - Il consigliere regionale del PD Paolo Menis interviene in merito alla petizione per la scuola di Medea passata in Consiglio regionale con il consenso trasversale e un solo voto di astensione, per dire che si tratta di un chiaro messaggio politico.

"La petizione, sostenuta da 1050 cittadini di Medea - ricorda Menis - è arrivata in Consiglio regionale dopo essere stata unanimemente licenziata dalla VI commissione consiliare. Essa chiede l'applicazione delle norme previste dalle leggi sulle minoranze linguistiche storiche anche per la propria scuola primaria. Infatti, l'Ufficio Scolastico territoriale non ha accettato le iscrizioni ad una prima classe elementare di 11 alunni, seguendo le previsioni della legge ordinaria (minimo di 15 alunni per classe) ma delle specifiche norme che prevedono la possibilità di deroga per le zone montane o appartenenti ad aree linguistiche riconosciute.

"Si tratta, quindi - evidenzia il consigliere - dell'espressione di una volontà politica trasversale che, recuperando il caso della piccola scuola di Medea, ha posto il problema del futuro dei piccoli Comuni della nostra Regione e dei plessi scolastici periferici. Tema importante perché si tratta di una delle caratteristiche peculiari della nostra terra e perché la sorte riservata oggi alla scuola di Medea potrebbe domani investire qualunque altra realtà territoriale.

"L'aspetto più assurdo della vicenda è che l'oggetto della petizione era semplicemente la richiesta del rispetto delle normative vigenti. Sembra un paradosso che dei cittadini debbano chiedere a degli enti pubblici il rispetto delle leggi dello Stato, eppure è successo proprio questo.

"Il Ministero dell'Istruzione, infatti, non applica le disposizioni della L.482 (e delle altre seguenti), si comporta come se esse non esistessero (o come se esistessero solo in alcuni casi) quando si tratta di definire il numero minimo di alunni per classe o il numero di classi per scuola. Il problema affrontato in Aula, e che potrebbe apparire minimale, in realtà - avverte Menis - potrebbe portare in pochi anni la nostra rete scolastica ad un grave impoverimento strutturale (ovvero ridurre significativamente il numero di autonomie scolastiche e provocare la perdita di alcune migliaia di insegnanti), senza rispetto delle caratteristiche montane, delle dimensioni dei Comuni, delle minoranze storiche linguistiche che invece la legge garantisce.

"Ecco perché il voto dell'Aula (tutto positivo salvo un'astensione) assume un altissimo valore politico: il Consiglio regionale, appoggiando questa petizione, si pone come fronte nei confronti del MIUR e affida nelle mani dell'assessore all'Istruzione tutta la forza e l'autorevolezza necessarie per andare fino in fondo a questa battaglia, per i diritti delle famiglie e dei nostri piccoli cittadini. Su questa questione non si può arretrare: se per Roma è solo una questione di spesa, per noi - conclude Menis - è una questione di libertà di espressione e di riconoscimento dei diritti che sono il fondamento della nostra specialità".