PD: Menis, voto petizione Medea chiaro messaggio politico
(ACON) Trieste, 3 feb - COM/MPB - Il consigliere regionale del
PD Paolo Menis interviene in merito alla petizione per la scuola
di Medea passata in Consiglio regionale con il consenso
trasversale e un solo voto di astensione, per dire che si tratta
di un chiaro messaggio politico.
"La petizione, sostenuta da 1050 cittadini di Medea - ricorda
Menis - è arrivata in Consiglio regionale dopo essere stata
unanimemente licenziata dalla VI commissione consiliare. Essa
chiede l'applicazione delle norme previste dalle leggi sulle
minoranze linguistiche storiche anche per la propria scuola
primaria. Infatti, l'Ufficio Scolastico territoriale non ha
accettato le iscrizioni ad una prima classe elementare di 11
alunni, seguendo le previsioni della legge ordinaria (minimo di
15 alunni per classe) ma delle specifiche norme che prevedono la
possibilità di deroga per le zone montane o appartenenti ad aree
linguistiche riconosciute.
"Si tratta, quindi - evidenzia il consigliere - dell'espressione
di una volontà politica trasversale che, recuperando il caso
della piccola scuola di Medea, ha posto il problema del futuro
dei piccoli Comuni della nostra Regione e dei plessi scolastici
periferici. Tema importante perché si tratta di una delle
caratteristiche peculiari della nostra terra e perché la sorte
riservata oggi alla scuola di Medea potrebbe domani investire
qualunque altra realtà territoriale.
"L'aspetto più assurdo della vicenda è che l'oggetto della
petizione era semplicemente la richiesta del rispetto delle
normative vigenti. Sembra un paradosso che dei cittadini debbano
chiedere a degli enti pubblici il rispetto delle leggi dello
Stato, eppure è successo proprio questo.
"Il Ministero dell'Istruzione, infatti, non applica le
disposizioni della L.482 (e delle altre seguenti), si comporta
come se esse non esistessero (o come se esistessero solo in
alcuni casi) quando si tratta di definire il numero minimo di
alunni per classe o il numero di classi per scuola. Il problema
affrontato in Aula, e che potrebbe apparire minimale, in realtà -
avverte Menis - potrebbe portare in pochi anni la nostra rete
scolastica ad un grave impoverimento strutturale (ovvero ridurre
significativamente il numero di autonomie scolastiche e provocare
la perdita di alcune migliaia di insegnanti), senza rispetto
delle caratteristiche montane, delle dimensioni dei Comuni, delle
minoranze storiche linguistiche che invece la legge garantisce.
"Ecco perché il voto dell'Aula (tutto positivo salvo
un'astensione) assume un altissimo valore politico: il Consiglio
regionale, appoggiando questa petizione, si pone come fronte nei
confronti del MIUR e affida nelle mani dell'assessore
all'Istruzione tutta la forza e l'autorevolezza necessarie per
andare fino in fondo a questa battaglia, per i diritti delle
famiglie e dei nostri piccoli cittadini. Su questa questione non
si può arretrare: se per Roma è solo una questione di spesa, per
noi - conclude Menis - è una questione di libertà di espressione
e di riconoscimento dei diritti che sono il fondamento della
nostra specialità".