PD: Moretton, Violino blocca reimpianto nuovi vigneti
(ACON) Trieste, 5 feb - COM/AB - Le normative comunitarie che
disciplinano il settore vitivinicolo stabiliscono il divieto
d'incremento degli impianti di viti per la produzione di vino,
prevedendo però la possibilità del reimpianto. In Italia, il
controllo e la gestione delle autorizzazioni sono affidati alle
singole Regioni, responsabili del proprio potenziale
vitivinicolo, in collaborazione con una specifica struttura
burocratica (Servizio produzioni agricole), uno specifico
strumento informatico (SIAGRI) e infine con i CAA (Centri
Assistenza Agricola).
Le precisazioni giungono dal capogruppo PD in Consiglio regionale
Gianfranco Moretton, che prosegue nella sua disamina.
Il SIAGRI è una sorta di catasto delle unità vitate, completo di
tutti i dati relativi a superficie, varietà, sesto e anno
d'impianto di ciascuna area vitivinicola. Tale schedario era
giustificato dal GIS (rilievo aereo fotogrammetrico), ed
eventuali possibili discordanze tra dati numerici e i dati aereo
fotogrammetrici non costituivano blocco delle potenzialità
dell'azienda a produrre vino. L'azienda che voleva fare un
estirpo e costituire un diritto d'impianto si rivolgeva pertanto
al suo CAA di riferimento che, in seguito alle procedure
necessarie, certificava nello schedario viticolo regionale il
nuovo vigneto.
Per arginare l'anarchia gestionale del Sud e far fronte alle
costose procedure d'infrazione per mancato rispetto dei vincoli
comunitari, il sistema è stato completamente cambiato lo scorso
anno, togliendo l'autonomia alle Regioni, ora obbligate a fare
riferimento al SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale).
Ciò ha comportato una serie di problemi informatici che rendono
difficoltosa, se non impossibile, la gestione del potenziale
viticolo delle aziende, poiché il SIAN individua i vigneti solo
attraverso i dati che risultano dal GIS (identificazione
geografica).
Le eventuali discordanze di superficie tra tali dati e quelli
numerici ora bloccano qualsiasi operazione di gestione su quel
vigneto. Blocco che può essere tolto solo attraverso una serie di
complesse procedure che rallentano il sistema, non dando la
possibilità di procedere alle aziende che devono fare degli
estirpi o degli impianti entro luglio 2012.
Un disastro gestionale di un intero comparto produttivo che, tra
l'altro, viene appesantito dai continui rimbalzi di competenze e
contrapposizioni tra Servizio produzioni agricole e CAA. Inoltre,
l'assenza di personale qualificato capace di dare veloci risposte
alle anomalie che vengono rilevate, non fa altro che ostruire un
intero comparto vitivinicolo.
Di fronte a questa situazione molto grave - commenta Moretton -
spicca l'assenza di qualsiasi iniziativa dell'assessore Violino
volta a individuare possibili soluzioni o a coordinare
iniziative. Intanto gli agricoltori titolari di aziende agricole
aspettano inutilmente risposte per ottenere l'autorizzazione di
espianto e reimpianto di vigneti. Purtroppo non ottengono nessun
risconto se non qualche laconica risposta o, peggio ancora,
sbalorditi, trovano l'ufficio sguarnito per l'assenza di
qualsiasi interlocutore.
Chi pagherà i danni economici causati da un caso d'intollerabile
blocco di una procedura burocratica? Si chiede Moretton. E chi
quelli agli agricoltori che, per causa dell'ingiustificata
inerzia di Violino, non potranno procedere al reimpianto dei loro
vigneti?
Sicuramente gatta ci cova. Lo dimostra anche la vicenda del
Friulano sulla quale, avendo Tondo lasciato carta bianca a
Violino, quest'ultimo prende anche in giro i rappresentanti del
comparto agricolo dicendo che discuterà delle linee strategiche
per la gestione dei fondi sul progetto tipicamente friulano.
Adesso che li ha già esauriti, ne discute le linee strategiche.