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PD: Pupulin, in frenata l'economia del Friuli Venezia Giulia

08.02.2012
17:37
(ACON)Trieste, 8 feb - COM/MPB - L'ultimo trimestre del 2011 ha confermato la frenata dell'economia del Friuli Venezia Giulia e la nuova fase di recessione. Le previsioni per il nuovo anno non sono più ottimiste nello stesso rapporto di Confindustria diffuso ieri. Contemporaneamente gli assessori all'economia e al lavoro, in II Commissione del Consiglio regionale, hanno seminato buone dosi di ottimismo sullo stato delle imprese regionali e soprattutto sulla situazione del mercato del lavoro.

A farlo notare è il consigliere del PD Paolo Pupulin sottolineando che ci deve essere un cortocircuito tra lo stato dell'economia reale e le valutazioni politiche dei rappresentanti della Giunta Tondo.

Eppure i dati reali delle crisi aziendali lasciano già prevedere un periodo difficile - avverte Pupulin. Nel corso del 2011 sono state ben 259 le società con sede in regione che hanno chiesto la cassa integrazione straordinaria. Ben 439 gli stabilimenti, che hanno sospeso in tutto o in parte il proprio personale, per le ragioni più diverse, ma tutte nel segno di un diffuso malessere, quando non si sia trattato di vere e proprie chiusure di attività. Rispetto all'anno precedente sono aumentate del 25,73%. Di queste, ben 25 sono fallite, 19 collocate in amministrazione controllata o in concordato preventivo, 138 hanno dichiarato lo stato di crisi aziendale, 31 hanno proposta programmi di ristrutturazione o riorganizzazione, con conseguente riduzione degli organici.

Unico elemento positivo - sottolinea il consigliere - la crescita delle aziende che hanno deciso di utilizzare il contratto di solidarietà, suddividendo la riduzione dell'orario lavorativo tra i dipendenti. Segno della volontà precisa di non abbandonare il campo. I lavoratori che, nel corso del 2011, hanno usufruito delle varie forme di cassa integrazione sono stati 20.790 mentre sono 10.395 quelli rimasti a casa a zero ore, cioè sospesi dal lavoro per tutto il periodo dell'anno. Un panorama certamente meno buono di quello segnalato dall'Amministrazione di centro destra.

Purtroppo - prosegue Pupulin - è un dato che viene percepito subito dai tanti, soprattutto giovani, che si rivolgono ai centri per l'impiego e ancor più alle agenzie private di lavoro interinale, trovandosi nel migliore dei casi con offerte di lavoro della durata massima di uno-due mesi, se non di qualche settimana. Un vero e proprio processo generale di precarizzazione del lavoro.

Gli stessi dati segnalati dall'Agenzia del lavoro regionale parlano del fatto che i nuovi avviamenti al lavoro risultano per quasi il 90% contratti con scadenze a termine. Risulta evidente che non ci si può accontentare dei magri risultati vantati dall'amministrazione Tondo se, come afferma la stessa Confindustria regionale, l'industria regionale sta entrando in una nuova fase di recessione senza che il trend di miglioramento, lento e incerto, iniziato verso la fine del 2009 sia riuscito a risanare completamente le ferite prodotte nel tessuto produttivo dalla lunga fase di crisi precedente.

A conferma delle valutazioni del gruppo consiliare del PD nell'ultimo trimestre del 2011, la produzione è rimasta in negativo - evidenzia Pupulin. Le vendite totali sono risalite appena sopra lo zero, ma con una riduzione dell'export. L'occupazione rimane leggermente negativa per il terzo trimestre consecutivo, segnando -0,4%.

Le previsioni sul primo trimestre 2012 non sono buone, a parere prima di tutto da parte degli operatori, in particolare la più pessimistica è proprio la previsione di diminuzione delle esportazioni. C'è poco da fare - commenta il consigliere PD. - Il profilo basso assunto dalla Giunta Tondo risulta inspiegabile e insopportabile. C'è bisogno di uno scatto collettivo e di un contributo congiunto di tutte le forze politiche e delle organizzazioni economiche e sociali.

Il sistema delle imprese regionali rimane solido e in grado di reagire a una congiuntura delicata. Bisogna però - sollecita Pupulin - riprendere il filo di una seria e concreta manovra di politica industriale, questione dimenticata negli ultimi anni di governo regionale. Occorre utilizzare, superando tutti gli ostacoli burocratici, con adeguate risorse tutti gli strumenti di sostegno al credito alle imprese, che rischiano un vero e proprio processo di strangolamento, in particolare quelle minori. Bisogna mettere in campo una revisione di alcune norme sul mercato del lavoro, superando una impostazione puramente difensiva e assistenziale, per poter aggredire la mala pianta del precariato e quello della disoccupazione dei lavoratori in età avanzata, scaricati dalle riorganizzazione e chiusure aziendali, di cui praticamente nessuno si fa carico. Non c'è più tempo da perdere. Ognuno deve fare bene la propria parte.