PD: Pupulin, i dati della cassa integrazione di gennaio 2012
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/AB - Le avvisaglie c'erano tutte,
anche se la Giunta Tondo ancora qualche giorno aveva cercato di
esorcizzarle. Non si sono ascoltate le voci della Confindustria
regionale, che attraverso il suo presidente Calligaris proprio
martedì scorso aveva segnalato il rischio recessione alle porte
dell'economia regionale, in particolare con un peggioramento
dello stato di salute dell'industria, senza che il trend di
miglioramento, lento e incerto, iniziato con la fine del 2009,
fosse ancora riuscito a risanare completamente le ferite prodotte
nel tessuto produttivo dalla lunga fase di crisi precedente.
A evidenziarlo è il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin
che aggiunge.
Neppure quelle delle Camere di commercio, che negli ultimi giorni
segnalavano un'inversione di tendenza negativa, soprattutto sul
versante dell'export, che fino al trimestre precedente veniva
rappresentato come l'unico sfogo per i prodotti regionali. Adesso
pure i dati ufficiali emanati dall'INPS nazionale confermano
questa reale rappresentazione. Anzi, con un'aggravante che,
mentre il ricorso alla cassa integrazione a gennaio nella
dimensione nazionale si riduce drasticamente sia rispetto al
precedente mese di dicembre e a quello corrispondente di gennaio
del 2011, in Friuli Venezia Giulia la richiesta aumenta in modo
significativo del 15% su dicembre e del ben 70% su gennaio,
sempre 2011. Le ore di CIG autorizzate infatti sono state a
gennaio 2012 1.885.084 rispetto a 1.643.152 dello scorso dicembre
e ancor peggio a 1.092.748 del corrispondente mese di gennaio
2011.
Una ripartenza significativa, che va esaminata senza
drammatizzare, ma con serietà e senza diversivi propagandistici.
In questo caso rappresentiamo una evidente anomalia negativa sul
versante nazionale e rischiamo, in assenza di interventi
tempestivi, una pesante fase di ristrutturazione, destinata a
bruciare molti posti di lavoro.
I dati negativi di gennaio non riguardano solo la cassa
straordinaria, come avvenuto anche nei mesi passati e nell'intero
2011. Ritorna a crescere, seppur di poco, anche la cassa
ordinaria, ciò che indica un primo cenno di regressione
produttiva. A gennaio 356.951 le ore di cassa ordinaria rispetto
alle 323.269 di dicembre e alle 347.748 di gennaio 2011. Il dato
più pesante rimane però quello della straordinaria, che raggiunge
1.486.838 di ore autorizzate a gennaio rispetto a 1.219.748 di
dicembre e alle solo 647.895 dello stesso mese di gennaio dello
scorso anno.
Unico fatto positivo il ricorso alla cassa in deroga, che si
dimezza (arriva a 41.295 ore rispetto alle 100.135 di dicembre e
102.010 di gennaio 2011 ), ma rappresenta la modalità più
marginale rispetto al dato complessivo.
Due alternative stanno davanti, a questo punto, alle forze
politiche, prima di tutto a quelle di maggioranza e della stessa
Giunta Tondo. Quella seguita sino oggi di attesa che passi la
bufera, senza mettere in campo un'azione adeguata a rispondere ai
rischi d'una recessione distruttiva. O, in alternativa, quelle
rivendicata anche in occasione dell'ultima Finanziaria da parte
del gruppo PD, che chiede la definizione di una manovra
condivisa, oltre che all'interno dell'intero Consiglio regionale,
con le forze economiche e quelle del mondo del lavoro. Una
manovra che mobiliti le forze migliori per misure di politica
industriale e di sostegno al credito per le imprese e, nello
stesso tempo, per modifiche delle azioni di sostegno
all'occupazione a favore dei giovani e delle persone di anzianità
lavorativa, scaricati dalle tante crisi aziendali e dalle
altrettante ristrutturazioni e riorganizzazioni in corso.
Nei prossimi giorni proporrò al gruppo PD di avanzare una
specifica proposta di legge, così come fatto nel 2009 con la
legge anticrisi, perché non si continui a ritardare scelte, che
non si possono rinviare, come sta facendo la Giunta Tondo, a
tempi migliori. Tutti i segnali richiedono interventi immediati e
soprattutto mirati a sostenere un sistema d'imprese, che rimane
sano ed in grado di sostenere l'urto della crisi e di rilanciare
la sua capacità competitiva.