PD: Moretton, Giunta relazioni scelte difesa idraulica Tagliamento
(ACON) Trieste, 12 feb - COM/AB - Sulla questione riguardante
le casse di espansione, cioè zone di terreno indicate dagli
organismi competenti per raccogliere le acque in eccesso dei
fiumi per evitare esondazioni non controllate, è bene ricordare
che esiste un Piano stralcio di difesa idraulica cogente,
approvato con legge dello Stato.
Lo sottolinea Gianfranco Moretton, capogruppo PD in Consiglio
regionale, che mette in evidenza come nel piano siano stati
previsti finanziamenti per la realizzazione delle opere di
laminazione che, in parte, sono stati già consumati per il
progetto definitivo delle opere di difesa idraulica, mentre altri
ancora sono fermi nei capitoli di spesa del bilancio regionale, a
suo tempo assegnati dallo Stato.
Circa due anni fa, il centrodestra ha deciso di inventare il
laboratorio Tagliamento, strumento che pare essere utile solo a
dilazionare le scelte di difesa idraulica per la sicurezza delle
popolazioni rivierasche. Dalla sua creazione, il laboratorio
Tagliamento partorisce quattro ipotesi alternative alle opere
previste dal Piano approvato dall'Autorità di Bacino dell'Alto
Adriatico: la prima è la riproposizione di un'ipotetica scelta,
oggetto di discussione in Friuli dal 1975, ovvero la diga di
Pinzano; la seconda è un piano di una galleria per trasferire
parte delle portate del torrente Fella al torrente Torre; la
terza prevede un ponte laminatore a Dignano; infine, la quarta,
prevede la realizzazione di un canale scolmatore che da sud di
Latisana trasferisce parte delle portate di piena in Laguna.
E' facile intuire come queste due ultime ipotesi siano
particolarmente invasive dal punto di vista ambientale.
A questo punto dobbiamo dire che come primo passo è necessario
verificare la reale fattibilità tecnico-scientifica e finanziaria
di tutte le ipotesi, quindi la Giunta regionale dovrà far propri
questi risultati per trasferirli all'Autorità di Bacino di
Venezia. Ne consegue che si dovrà riaprire un nuovo iter per
l'approvazione di un nuovo Piano di difesa idraulica, che
comporterà un tempo stimato di circa tre anni, a cui se ne
aggiungeranno sicuramente altrettanti per rendere il progetto
esecutivo, senza che nel frattempo nulla sia fatto per la messa
in sicurezza delle popolazioni rivierasche, e in particolare
quelle di Latisana.
Senza trascurare i soldi inutilmente spesi per le fasi di
procedura concorsuale per l'affidamento del progetto definitivo
delle casse di espansione, ora divenuto carta straccia, stante le
altre scelte fatte dalla Giunta regionale. Ma di ciò se ne
potrebbe occupare la magistratura contabile.
A questo punto, s'impone che la Giunta relazioni con urgenza al
Consiglio regionale sull'ipotesi che intende perseguire, con il
dettaglio dell'efficacia idraulica della soluzione, della
copertura finanziaria e della sua entità, nonché la disponibilità
del ministero dell'Ambiente a riaprire la procedura per
l'approvazione di un nuovo Piano stralcio di difesa idraulica e,
infine, la garanzia del ministero stesso a non stornare i 42
milioni di euro che giacciono inutilizzati nelle casse della
Regione.
Tutto ciò nella speranza che i cambiamenti climatici, i cui
effetti alluvionali sono noti, si dimentichino dell'asta fluviale
del Tagliamento, salvaguardando i cittadini rivieraschi.