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PD: Moretton, Giunta relazioni scelte difesa idraulica Tagliamento

12.02.2012
15:17
(ACON) Trieste, 12 feb - COM/AB - Sulla questione riguardante le casse di espansione, cioè zone di terreno indicate dagli organismi competenti per raccogliere le acque in eccesso dei fiumi per evitare esondazioni non controllate, è bene ricordare che esiste un Piano stralcio di difesa idraulica cogente, approvato con legge dello Stato.

Lo sottolinea Gianfranco Moretton, capogruppo PD in Consiglio regionale, che mette in evidenza come nel piano siano stati previsti finanziamenti per la realizzazione delle opere di laminazione che, in parte, sono stati già consumati per il progetto definitivo delle opere di difesa idraulica, mentre altri ancora sono fermi nei capitoli di spesa del bilancio regionale, a suo tempo assegnati dallo Stato. Circa due anni fa, il centrodestra ha deciso di inventare il laboratorio Tagliamento, strumento che pare essere utile solo a dilazionare le scelte di difesa idraulica per la sicurezza delle popolazioni rivierasche. Dalla sua creazione, il laboratorio Tagliamento partorisce quattro ipotesi alternative alle opere previste dal Piano approvato dall'Autorità di Bacino dell'Alto Adriatico: la prima è la riproposizione di un'ipotetica scelta, oggetto di discussione in Friuli dal 1975, ovvero la diga di Pinzano; la seconda è un piano di una galleria per trasferire parte delle portate del torrente Fella al torrente Torre; la terza prevede un ponte laminatore a Dignano; infine, la quarta, prevede la realizzazione di un canale scolmatore che da sud di Latisana trasferisce parte delle portate di piena in Laguna.

E' facile intuire come queste due ultime ipotesi siano particolarmente invasive dal punto di vista ambientale.

A questo punto dobbiamo dire che come primo passo è necessario verificare la reale fattibilità tecnico-scientifica e finanziaria di tutte le ipotesi, quindi la Giunta regionale dovrà far propri questi risultati per trasferirli all'Autorità di Bacino di Venezia. Ne consegue che si dovrà riaprire un nuovo iter per l'approvazione di un nuovo Piano di difesa idraulica, che comporterà un tempo stimato di circa tre anni, a cui se ne aggiungeranno sicuramente altrettanti per rendere il progetto esecutivo, senza che nel frattempo nulla sia fatto per la messa in sicurezza delle popolazioni rivierasche, e in particolare quelle di Latisana.

Senza trascurare i soldi inutilmente spesi per le fasi di procedura concorsuale per l'affidamento del progetto definitivo delle casse di espansione, ora divenuto carta straccia, stante le altre scelte fatte dalla Giunta regionale. Ma di ciò se ne potrebbe occupare la magistratura contabile.

A questo punto, s'impone che la Giunta relazioni con urgenza al Consiglio regionale sull'ipotesi che intende perseguire, con il dettaglio dell'efficacia idraulica della soluzione, della copertura finanziaria e della sua entità, nonché la disponibilità del ministero dell'Ambiente a riaprire la procedura per l'approvazione di un nuovo Piano stralcio di difesa idraulica e, infine, la garanzia del ministero stesso a non stornare i 42 milioni di euro che giacciono inutilizzati nelle casse della Regione.

Tutto ciò nella speranza che i cambiamenti climatici, i cui effetti alluvionali sono noti, si dimentichino dell'asta fluviale del Tagliamento, salvaguardando i cittadini rivieraschi.