CR: fondi autonomie locali, relatore maggioranza Galasso (2)
(ACON) Trieste, 29 feb - MPB - Il Consiglio regionale,
momentaneamente accantonata la legge sull'autonomia dei giovani
della quale sono stati approvati 26 articoli sui complessivi 38,
affronta le norme urgenti in materia di autonomie locali con
sullo sfondo il peso - diretto e indiretto - del decreto legge
201/2011 del Governo Monti sul sistema degli enti locali della
nostra Regione, con determinate rilievo nei confronti dei nostri
Comuni.
Nell'intervento in Aula, il relatore di maggioranza Daniele
Galasso (Pdl) ha ricordato che l'introduzione dell'IMU, la
previsione di un presunto gettito che i Comuni avrebbero dovuto -
tramite la Ragione - restituire allo Stato, nonché l'ulteriore
contributo richiesto anche ai nostri enti locali per il
risanamento dei conti pubblici statali, avevano costretto la
Regione ad alcune operazioni rilevanti sotto il profilo
finanziario, tanto che essa ha deciso di farsi carico con il
proprio bilancio di metà dei 30 milioni richiesti dal decreto
Monti per il risanamento, ma di destinare a fondo globale circa
19 milioni precedentemente destinati alla riduzione dell'IRAP, in
modo da costruire una riserva a favore dei nostri comuni.
Inoltre, aveva congelato 65 milioni (pari all'ultima rata dei
trasferimenti ordinari a favore dei Comuni) e accantonato 40
milioni del fondo per i Comuni, per verificare l'impatto della
nuova IMU e gli importi dell'eventuale restituzione a favore
dello Stato.
Oggi, alla luce dei dati di stima degli effetti dell'IMU,
possiamo proporre le soluzioni finanziarie per assicurare il
regolare funzionamento amministrativo degli enti locali. Siamo,
cioè, in grado - ha dichiarato Galasso - di assegnare l'intera
cifra di 105 milioni di euro ai Comuni, permettendo agli stessi
di approvare i bilanci e assicurare i servizi ai cittadini e alle
imprese.
Questo provvedimento, quindi, rappresenta una importante manovra
per la collettività regionale, anche in considerazione che Gruppo
Pdl e Giunta presentano in Aula un emendamento diretto a
migliorare la manovra in esame attraverso una perequazione delle
situazioni rimaste ancora in sospeso. Ovvero, per ridurre il peso
della diminuzione dei trasferimenti regionali nei confronti dei
Comuni più grandi, in modo da portare la riduzione in relazione
allo scorso anno su una percentuale attorno al 4% anziché
l'attuale 8% abbondante e, inoltre, per assicurare a tutti i
Comuni la copertura dell'eventuale minor gettito IMU, anche dopo
l'assegnazione statale del rimborso dell'ex ICI prima casa,
assegnazione che dovrebbe essere inserita in un prossimo decreto
legge del Governo.
Pertanto ciò avverrà attraverso un fondo perequativo o analogo
istituto, che sarà finanziato anche utilizzando le risorse del
fondo globale con le risorse ex IRAP. Questo ulteriore notevole
sforzo da parte della Regione è - ha avvertito Galasso -
ovviamente connesso a un comportamento virtuoso richiesto ai
Comuni in relazione all'IMU.
Nella sostanza, ai Comuni è chiesto di non aumentare le aliquote
standard dell'IMU per la prima casa (pari a 0,40%) e per le
seconde case (pari allo 0,76%), e quindi di non aumentare
l'imposta ai cittadini.
Galasso, sottolineando comunque la necessità di rivedere
complessivamente il sistema di finanziamento degli enti locali,
ha indicato le ulteriori norme presenti nel provvedimento:
l'articolo 3 introduce una specifica disciplina regionale in
materia di centrali uniche di committenza, differenziata rispetto
a quella introdotta dal decreto legislativo 201/2011 (Decreto
Monti); l'articolo 4 conferma la normativa regionale in materia
di Tesoreria Unica per gli enti locali, che non risulta così
superata dai recenti interventi contenuti del decreto legge 1
dello scorso 24 gennaio 2012. In tal modo - ha concluso Galasso -
si preserva, a favore degli enti locali, il gettito che deriva
dalle giacenze di tesoreria.
(immagini tv)
(segue)