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Mostra bambole nei costumi d'Italia in Consiglio regionale

29.02.2012
15:20
(ACON) Trieste, 29 feb - RC - Fogge antiche. Vesti preziose. Genti diverse. Costumi tradizionali regionali.

La collezione di Renata Dri - più di cento bambole agghindate con abiti e gioielli d'un tempo di tutte le regioni d'Italia, riprodotti artigianalmente e con cura certosina - è giunta a Trieste nel Palazzo del Consiglio regionale, in piazza Oberdan 6, dove resterà esposta sino al 4 maggio, da dove partirà alla volta del museo nazionale etnografico di Plovdiv, in Bulgaria.

La cosa nasce quando la signora Dri, nata a Reana del Rojale e residente a Cassacco, dunque nel cuore del Friuli, contatta Caterina Chittaro, presidente del Gruppo costumi tradizionali bisiachi che ha sede nel cuore della Biasiacaria, a Turriaco, e le chiede se possono farle un costume per una bambola della sua collezione privata. Dall'incontro scaturiscono, sull'onda dei 150 anni dall'Unità d'Italia, le esposizioni a Turriaco nel marzo 2011 e a Grado nell'aprile dello stesso anno. E oggi a Trieste, nella sede dell'Assemblea legislativa regionale.

I corpi delle bambole sono fatti di porcellana, ceramica, cartapesta, legno, stoffa, pannolenci. Molte risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del secolo scorso, pezzi unici che riproducono costumi anche del Medioevo (si veda quello valdostano di Cogne), del '500 (come il costume lombardo di Grosio), del '700 (velo e scialle della piemontese Moretta), e poi le tovaglie da testa dette mappe in Molise e dalle fogge piuttosto complicate, i colori vivaci della Calabria dai ricordi spagnoleschi e bizantini, gli abiti da gran gala di tradizione albanese della Sicilia, e ovviamente i più tradizionali del Friuli Venezia Giulia, dei più sobri del centro terra a quelli influenzati dalla fascia confinaria orientale.

A fare gli onori di casa per l'inaugurazione della mostra in Consiglio regionale ovviamente il presidente, Maurizio Franz, ma non sono mancati all'appuntamento i consiglieri dell'ufficio di presidenza ed esponenti dei vari Gruppi, che per l'occasione hanno potuto gradire anche due canzoni, una triestina e una friulana, accompagnate dai suoni, altrettanto tradizionali come i costumi delle bambole, di un "bidon" (ovvero un bidone di latta usato come tamburo), una "benfatta" (quadretti in legno attaccati da un lato a una striscia di cuoio e che si sbatacchiano uno contro l'altro) e un "grat" (una sorta di piccola scala con i pioli in legno su cui si passa e ripassa come fossero una grattugia).

Al Consiglio, il Gruppo costumi tradizionali bisiachi ha fatto un secondo dono: una "pupa de strasse", ovvero una bambola in costume tipico della Bisiacaria, che il presidente Franz ha apprezzato molto mentre ringraziava gli organizzatori della mostra per la possibilità che daranno a tutti i visitatori di conoscere così tante realtà del nostro Paese. Gli orari per il pubblico, per i prossimi due mesi, sono da lunedì a giovedì 9.30-12.30 e 14.30-17.30, venerdì 9.30-12.30. Per ulteriori informazioni, si può telefonare allo 040.3773106.

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