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PD: Moretton, riforma sanitaria, solo promesse da Tondo

04.03.2012
10:56
(ACON) Trieste, 4 mar - COM/AB - Il presidente Tondo aveva promesso una proposta di riforma sanitaria concordata con gli assetti istituzionali della Regione ma, a oggi, di concreto non si è visto proprio nulla. Non basta annunciare sui giornali le future azioni e proposte, perché di azioni e proposte ce n'è bisogno ora. E' adesso il momento di agire e dare risposte concrete.

Ad affermarlo è il capogruppo PD in Consiglio regionale Gianfranco Moretton, che aggiunge.

Il sistema sanitario regionale tutto sommato ha sempre funzionato, anche se in questi ultimi anni si è indebolito, risentendo di una riforma realizzata venti anni fa e che in questa legislatura, oltre al Libro verde che prometteva tante iniziative, non ha portato nessuna miglioria, anzi, un lento e inesorabile indebolimento di servizi e di riduzione del personale infermieristico.

Tondo non ha ancora chiarito il motivo per cui oggi intende riformare il sistema sanitario, tra l'altro con un'improbabile possibilità di mettere in moto una riforma a un solo anno dalle elezioni regionali, senza che i contenuti ne siano delineati. Non basta, infatti, la generica dichiarazione di Tondo di voler fare un'unica Azienda sanitaria territoriale, accompagnata dalla laconica affermazione che in questa Regione ci siano troppi ospedali e punti nascita. Ciò che manca, per consentire ai portatori d'interesse e ai cittadini di capire quale strada si intenda percorrere, è un'analisi chiara di cosa concretamente cambierà loro dopo le modifiche degli attuali servizi in conseguenza della riforma.

Inoltre, si rende assolutamente necessaria una valutazione sui centri di spesa del sistema sanitario che, a oggi, non risulta essere predisposta, e senza la quale non è possibile formulare una proposta seria, con l'obiettivo di assicurare l'efficienza dell'organizzazione sanitaria, molto attesa dai cittadini.

C'era e permane la disponibilità del gruppo PD a discutere la riforma del sistema sanitario, ma solo attraverso percorsi istituzionali seri, nella convinzione che con la sanità non si debba scherzare, e tantomeno che debba essere oggetto di propaganda elettorale.