PD: Moretton, riforma sanitaria, solo promesse da Tondo
(ACON) Trieste, 4 mar - COM/AB - Il presidente Tondo aveva
promesso una proposta di riforma sanitaria concordata con gli
assetti istituzionali della Regione ma, a oggi, di concreto non
si è visto proprio nulla. Non basta annunciare sui giornali le
future azioni e proposte, perché di azioni e proposte ce n'è
bisogno ora. E' adesso il momento di agire e dare risposte
concrete.
Ad affermarlo è il capogruppo PD in Consiglio regionale
Gianfranco Moretton, che aggiunge.
Il sistema sanitario regionale tutto sommato ha sempre
funzionato, anche se in questi ultimi anni si è indebolito,
risentendo di una riforma realizzata venti anni fa e che in
questa legislatura, oltre al Libro verde che prometteva tante
iniziative, non ha portato nessuna miglioria, anzi, un lento e
inesorabile indebolimento di servizi e di riduzione del personale
infermieristico.
Tondo non ha ancora chiarito il motivo per cui oggi intende
riformare il sistema sanitario, tra l'altro con un'improbabile
possibilità di mettere in moto una riforma a un solo anno dalle
elezioni regionali, senza che i contenuti ne siano delineati.
Non basta, infatti, la generica dichiarazione di Tondo di voler
fare un'unica Azienda sanitaria territoriale, accompagnata dalla
laconica affermazione che in questa Regione ci siano troppi
ospedali e punti nascita. Ciò che manca, per consentire ai
portatori d'interesse e ai cittadini di capire quale strada si
intenda percorrere, è un'analisi chiara di cosa concretamente
cambierà loro dopo le modifiche degli attuali servizi in
conseguenza della riforma.
Inoltre, si rende assolutamente necessaria una valutazione sui
centri di spesa del sistema sanitario che, a oggi, non risulta
essere predisposta, e senza la quale non è possibile formulare
una proposta seria, con l'obiettivo di assicurare l'efficienza
dell'organizzazione sanitaria, molto attesa dai cittadini.
C'era e permane la disponibilità del gruppo PD a discutere la
riforma del sistema sanitario, ma solo attraverso percorsi
istituzionali seri, nella convinzione che con la sanità non si
debba scherzare, e tantomeno che debba essere oggetto di
propaganda elettorale.