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SA-SEL: Pustetto, valutare legge regionale 13/1995 su sanità

05.03.2012
16:26
(ACON) Trieste, 5 mar - COM/RC - All'inizio della legislatura, quale componente del Comitato deputato a verificare se le leggi approvate dal Consiglio regionale raggiungano lo scopo che si prefiggono, Stefano Pustetto, esponente di Sinistra arcobaleno-Sinistra Ecologia Libertà, ha proposto una "missione valutativa" sugli effetti della legge regionale n. 13 del 1995.

Spiega oggi Pustetto: "Consideravo fondamentale capire se la direzione a suo tempo intrapresa dal centrosinistra e dall'assessore regionale alla Sanità Fasola fosse quella giusta.

"Ricordo che le principali finalità di quella legge sono la riduzione dell'offerta ospedaliera e il miglioramento dell'efficienza complessiva nell'uso delle risorse ottenibile, con la riduzione della spesa ospedaliera a vantaggio di quella territoriale. Motivazioni senza dubbio condivisibili, ma tutte da dimostrare.

"Da quella ricerca, che non si è mai voluta discutere in Aula, sono emersi dati interessanti del tipo che spesso il piccolo ospedale funziona meglio del grande; che la riduzione dei posti letto nel pubblico (eccessiva) è stata compensata da un aumento nel privato; che la brevità di una degenza non è sinonimo automatico di buona pratica.

"Ho fatto questa breve premessa perché non c'è giorno in cui il presidente Tondo non ribadisca, praticamente con le stesse motivazioni usate allora, la volontà di ridurre ulteriormente il numero degli ospedali e degli eccessivi servizi sanitari dispersi sul territorio. Per fare questo, urge un riassetto e una regia che uniformino e rendano coerente il sistema, parole non tante criptiche che io traduco in: per razionalizzare, ovvero tagliare, i servizi territoriali, serve l'Azienda sanitaria unica, e serve aver individuato gli ospedali di Udine, Trieste e Pordenone punto di riferimento per le restanti strutture ospedaliere delle rispettive Province, dunque serve uccidere per asfissia gli ospedali periferici. Il modello è quello degli ospedali riuniti di Pordenone, che vede il destino di San Vito al Tagliamento ormai segnato.

"Venerdì scorso, al convegno sulla sostenibilità del Sistema sanitario pubblico, il presidente Tondo ha completato il suo disegno affermando che se nel vicino Veneto vi sono delle eccellenze non ci si deve mettere in competizione con quelle, ma sviluppare le nostre e pensare piuttosto a una collaborazione internazionale che possa concretizzarsi nella prospettiva dell'Euroregione.

"Senza dubbio l'assetto organizzativo/burocratico è importante, ma le recenti assemblee sindacali hanno evidenziato che i medici, gli infermieri e i pazienti ogni santo giorno devono affrontare ben altri problemi. Una qualsiasi riforma della sanità è cosa complessa e anche quando fatta bene, ascoltando e coinvolgendo tutti i principali attori, può fallire per mille motivi. Se poi si sceglie di by-passare la Commissione consiliare competente, che finora non ha ricevuto nessuna proposta di riforma né formale né informale, e non si apre il dibattito con gli "stakeholders" il fallimento diventa certezza.

"Spiace dover ricordare all'assessore alla Salute (ovvero ancora a Tondo) che i nostri errori incidono sempre sulla pelle dei pazienti e che in sanità l'obbiettivo economico deve essere commisurato alla qualità delle prestazioni, alla soddisfazione degli utenti e non ultimo a quella degli operatori".