SA-SEL: Pustetto, valutare legge regionale 13/1995 su sanità
(ACON) Trieste, 5 mar - COM/RC - All'inizio della legislatura,
quale componente del Comitato deputato a verificare se le leggi
approvate dal Consiglio regionale raggiungano lo scopo che si
prefiggono, Stefano Pustetto, esponente di Sinistra
arcobaleno-Sinistra Ecologia Libertà, ha proposto una "missione
valutativa" sugli effetti della legge regionale n. 13 del 1995.
Spiega oggi Pustetto: "Consideravo fondamentale capire se la
direzione a suo tempo intrapresa dal centrosinistra e
dall'assessore regionale alla Sanità Fasola fosse quella giusta.
"Ricordo che le principali finalità di quella legge sono la
riduzione dell'offerta ospedaliera e il miglioramento
dell'efficienza complessiva nell'uso delle risorse ottenibile,
con la riduzione della spesa ospedaliera a vantaggio di quella
territoriale. Motivazioni senza dubbio condivisibili, ma tutte da
dimostrare.
"Da quella ricerca, che non si è mai voluta discutere in Aula,
sono emersi dati interessanti del tipo che spesso il piccolo
ospedale funziona meglio del grande; che la riduzione dei posti
letto nel pubblico (eccessiva) è stata compensata da un aumento
nel privato; che la brevità di una degenza non è sinonimo
automatico di buona pratica.
"Ho fatto questa breve premessa perché non c'è giorno in cui il
presidente Tondo non ribadisca, praticamente con le stesse
motivazioni usate allora, la volontà di ridurre ulteriormente il
numero degli ospedali e degli eccessivi servizi sanitari dispersi
sul territorio. Per fare questo, urge un riassetto e una regia
che uniformino e rendano coerente il sistema, parole non tante
criptiche che io traduco in: per razionalizzare, ovvero tagliare,
i servizi territoriali, serve l'Azienda sanitaria unica, e serve
aver individuato gli ospedali di Udine, Trieste e Pordenone punto
di riferimento per le restanti strutture ospedaliere delle
rispettive Province, dunque serve uccidere per asfissia gli
ospedali periferici. Il modello è quello degli ospedali riuniti
di Pordenone, che vede il destino di San Vito al Tagliamento
ormai segnato.
"Venerdì scorso, al convegno sulla sostenibilità del Sistema
sanitario pubblico, il presidente Tondo ha completato il suo
disegno affermando che se nel vicino Veneto vi sono delle
eccellenze non ci si deve mettere in competizione con quelle, ma
sviluppare le nostre e pensare piuttosto a una collaborazione
internazionale che possa concretizzarsi nella prospettiva
dell'Euroregione.
"Senza dubbio l'assetto organizzativo/burocratico è importante,
ma le recenti assemblee sindacali hanno evidenziato che i medici,
gli infermieri e i pazienti ogni santo giorno devono affrontare
ben altri problemi. Una qualsiasi riforma della sanità è cosa
complessa e anche quando fatta bene, ascoltando e coinvolgendo
tutti i principali attori, può fallire per mille motivi. Se poi
si sceglie di by-passare la Commissione consiliare competente,
che finora non ha ricevuto nessuna proposta di riforma né formale
né informale, e non si apre il dibattito con gli "stakeholders"
il fallimento diventa certezza.
"Spiace dover ricordare all'assessore alla Salute (ovvero ancora
a Tondo) che i nostri errori incidono sempre sulla pelle dei
pazienti e che in sanità l'obbiettivo economico deve essere
commisurato alla qualità delle prestazioni, alla soddisfazione
degli utenti e non ultimo a quella degli operatori".