Pari opportunità: 8 marzo, per la donna c'è poco da festeggiare
(ACON) Trieste, 7 mar - COM/AB - Santa Zannier, presidente
della Commissione pari opportunità del Friuli Venezia Giulia,
nella sua veste di coordinatrice nazionale della Conferenza delle
presidenti delle Commissioni regionali per le pari opportunità,
parteciperà domani (8 marzo), su invito del Presidente della
Repubblica, alla celebrazione della "Giornata internazionale
della donna" che avrà luogo a Roma, al palazzo del Quirinale.
La gioia dell'evento - commenta Santa Zannier - non fa però
dimenticare i motivi di rammarico, che sono molti e su fronti
diversi: donne e lavoro, donne e retribuzione, donne e carriera,
donne e figli, donne oggetto, violenza sulle donne in costante
aumento e, sempre molto importante, la rappresentanza democratica
in politica che è ben lontana dall'essere raggiunta.
Da dove dobbiamo cominciare ?
In realtà il tutto si può identificare con l'urgenza di un
cambiamento culturale che ancora non si è completato.
Quali i nodi ancora da sciogliere ?
La donne lavorano, ma necessitano di strutture di conciliazione,
che poi non sono per le donne ma per la famiglia. Poi si tratta
di raggiungere la parità salariale (16-20 % in meno), la parità
culturale tra i generi, la parità di aspirazioni, di desideri, di
preparazione, di trattamento economico, parità di ruoli nella
condivisione di attività, di imprese, come anche nelle
trasmissioni televisive e nei media in genere.
Non si tratta di rivendicazioni, non è genere contro genere: se
però siamo ancora qui a discuterne è evidente quanta strada
dobbiamo ancora percorrere come donne.
Il più grave è un dato su tutti: nel 2011 la media italiana è di
una donna uccisa ogni tre giorni, senza soffermarsi sulle altre
violenze: in casa, sul lavoro, fisiche e psicologiche, verbali e
di atteggiamento.
Inoltre, come pari opportunità, in questo momento stiamo portando
avanti una serie di iniziative: la prima è una raccolta di firme
per la doppia preferenza di genere. Si tratta di chiedere
un'adeguata presenza di donne nelle istituzioni attraverso un
meccanismo elettivo che permette, all'elettore che lo desidera,
di esprimere una doppia preferenza, dando un voto sia a una donna
che a un uomo. Questa raccolta non ha colore politico, ma è
trasversale ad associazioni, partiti e sindacati. Sembra una cosa
strana che il 52% della popolazione sia costituito da donne
quando in Consiglio regionale ci sono solo tre donne su
cinquantanove consiglieri. Non è una questione di quote rosa, che
come appellativo risulta anche offensivo, è una questione di
democrazia rappresentativa della popolazione.
Interessante sarà anche vedere l'applicazione della legge
120/2011 che prevede nei CdA delle partecipate e degli Enti
locali una rappresentanza di genere del 20%. Staremo a vedere
come verrà applicata.
Non intendiamo come Commissione pari opportunità - conclude la
presidente Zannier - dare vita a un festeggiamento specifico per
l'8 marzo, in quanto molte associazioni già lo fanno e anche
perché da festeggiare non c'è proprio nulla: gli ultimi dati
sulla violenza femminile sono agghiaccianti e la data dell'8
marzo è stata scelta come ricordo di una vicenda che riguarda la
morte di operaie sul luogo di lavoro.