News


Pari opportunità: 8 marzo, per la donna c'è poco da festeggiare

07.03.2012
09:56
(ACON) Trieste, 7 mar - COM/AB - Santa Zannier, presidente della Commissione pari opportunità del Friuli Venezia Giulia, nella sua veste di coordinatrice nazionale della Conferenza delle presidenti delle Commissioni regionali per le pari opportunità, parteciperà domani (8 marzo), su invito del Presidente della Repubblica, alla celebrazione della "Giornata internazionale della donna" che avrà luogo a Roma, al palazzo del Quirinale.

La gioia dell'evento - commenta Santa Zannier - non fa però dimenticare i motivi di rammarico, che sono molti e su fronti diversi: donne e lavoro, donne e retribuzione, donne e carriera, donne e figli, donne oggetto, violenza sulle donne in costante aumento e, sempre molto importante, la rappresentanza democratica in politica che è ben lontana dall'essere raggiunta.

Da dove dobbiamo cominciare ?

In realtà il tutto si può identificare con l'urgenza di un cambiamento culturale che ancora non si è completato.

Quali i nodi ancora da sciogliere ?

La donne lavorano, ma necessitano di strutture di conciliazione, che poi non sono per le donne ma per la famiglia. Poi si tratta di raggiungere la parità salariale (16-20 % in meno), la parità culturale tra i generi, la parità di aspirazioni, di desideri, di preparazione, di trattamento economico, parità di ruoli nella condivisione di attività, di imprese, come anche nelle trasmissioni televisive e nei media in genere.

Non si tratta di rivendicazioni, non è genere contro genere: se però siamo ancora qui a discuterne è evidente quanta strada dobbiamo ancora percorrere come donne.

Il più grave è un dato su tutti: nel 2011 la media italiana è di una donna uccisa ogni tre giorni, senza soffermarsi sulle altre violenze: in casa, sul lavoro, fisiche e psicologiche, verbali e di atteggiamento.

Inoltre, come pari opportunità, in questo momento stiamo portando avanti una serie di iniziative: la prima è una raccolta di firme per la doppia preferenza di genere. Si tratta di chiedere un'adeguata presenza di donne nelle istituzioni attraverso un meccanismo elettivo che permette, all'elettore che lo desidera, di esprimere una doppia preferenza, dando un voto sia a una donna che a un uomo. Questa raccolta non ha colore politico, ma è trasversale ad associazioni, partiti e sindacati. Sembra una cosa strana che il 52% della popolazione sia costituito da donne quando in Consiglio regionale ci sono solo tre donne su cinquantanove consiglieri. Non è una questione di quote rosa, che come appellativo risulta anche offensivo, è una questione di democrazia rappresentativa della popolazione.

Interessante sarà anche vedere l'applicazione della legge 120/2011 che prevede nei CdA delle partecipate e degli Enti locali una rappresentanza di genere del 20%. Staremo a vedere come verrà applicata.

Non intendiamo come Commissione pari opportunità - conclude la presidente Zannier - dare vita a un festeggiamento specifico per l'8 marzo, in quanto molte associazioni già lo fanno e anche perché da festeggiare non c'è proprio nulla: gli ultimi dati sulla violenza femminile sono agghiaccianti e la data dell'8 marzo è stata scelta come ricordo di una vicenda che riguarda la morte di operaie sul luogo di lavoro.