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PD: Pupulin, anche nel settore lavoro la mannaia di Tondo

09.03.2012
14:54
(ACON) Trieste, 9 mar - COM/AB - La mannaia di Tondo colpisce senza alcun preciso disegno riformatore, che non sia quello propagandistico del "presidente ristrutturatore". Invece che impegnarsi in una seria valutazione delle azioni indispensabili per affrontare un mercato del lavoro che manifesta nuove sofferenze, vedi anche gli ultimi dati sul ricorso alla cassa integrazione che nel mese di febbraio ha subito un balzo straordinario, l'unica scelta che sembra capace di imporre alla propria maggioranza è quella della chiusura dell'attività dell'Agenzia del lavoro, che in questa ormai lunga fase di crisi ha spesso surrogato la mancanza di idee e proposte dell'assessorato regionale del settore.

L'accusa viene mossa dal consigliere regionale del PD Paolo Pupulin che aggiunge.

D'altra parte, si dichiara che la preventivata chiusura non sarebbe destinata a riflettersi sull'attività dell'Amministrazione a favore delle persone, che sono senza lavoro o che stanno rischiando di perderlo. Nella realtà la Direzione centrale dell'assessorato da quasi 10 mesi è senza responsabile. Da due anni la Giunta di centro destra continua ad annunciare la presentazione di nuove norme sul mercato del lavoro, più idonee ad affrontare una situazione diversa da quanto nel 2005 si approvò la legge di riforma complessiva del lavoro in Friuli Venezia Giulia.

Da quegli anni tanta acqua è passata sotto i ponti. Diversamente da allora, quando la richiesta di personale era alta e la disoccupazione si era ridotta a livelli considerati fisiologici, oggi la situazione si è capovolta, con uno scenario dove non si intravedono risposte alla domanda di lavoro dei giovani e dove la cassa integrazione è tornata a livelli elevati, con il probabile rischio che si tramuti in mobilità e disoccupazione.

In questo delicato scenario nulla si sa delle intenzioni di riforma dell'Amministrazione Tondo. Le poche azioni si sono limitate a qualche piccola modifica dei regolamenti. Ci si è concentrati alle pure attività assistenziali di sostegno al reddito per i cassintegrati in deroga o con contratti di solidarietà. Si sono impegnate risorse straordinarie in interessanti programmi di lavori di pubblica utilità o socialmente utili, senza però poter assecondare un processo di stabilizzazione, seppur progressivo, delle persone al lavoro. Si è sprecato qualche milione di euro in un improbabile programma di reinserimento lavorativo già rivelatosi fallimentare. Si è arrivati alla provocazione dell'approvazione di una delibera di generalità che ipotizza l'utilizzo dei programmi di pubblica utilità persino per rispondere alle deficienze di organico dell'Amministrazione regionale.

In sostanza, Tondo non smentisce mai. L'unica idea fissa, in assenza di qualsiasi progetto di riforma in materia di mercato del lavoro, rimane sempre la stessa da tanti anni a questa parte: nominare propri commissari in attesa di capire cosa fare. Nessuna politica che assuma qualche respiro di prospettiva. Nessun risparmio effettivo di spesa. Licenziamento o riduzione degli organici degli operatori, che in questi anni hanno dato tanto per rispondere al livello più alto possibile all'emergenza lavoro. Rischio di caduta verticale dell'attività su un fronte decisivo per non abbandonare a sé stessi tanti giovani e lavoratori, che cercano spesso senza risposta di trovare un'occupazione che dia loro una prospettiva di vita, o almeno un reddito per la propria famiglia.

Meglio lasciar perdere. Veda il presidente di impegnarsi di più per trovare soluzioni reali a problemi così gravi, che non si risolvono con semplici tagli e chiusure di attività, in questo caso dimostratesi utili. Se ne ha ancora voglia, venga piuttosto in Consiglio regionale con una seria proposta su come affrontare una fase di recessione, che riguarda anche la nostra economia. Avanzi all'insieme delle forze politiche, come chiedono inascoltate le rappresentanze economiche e sociali e come sostengono alcuni avveduti consiglieri della stessa maggioranza, una manovra bis anti crisi, senza ulteriori rinvii che potrebbero essere esiziali per un sistema imprenditoriale e un mondo del lavoro che rimangono disponibili a partecipare a un progetto alto di rilancio della nostra regione.