PD: Pupulin, anche nel settore lavoro la mannaia di Tondo
(ACON) Trieste, 9 mar - COM/AB - La mannaia di Tondo colpisce
senza alcun preciso disegno riformatore, che non sia quello
propagandistico del "presidente ristrutturatore". Invece che
impegnarsi in una seria valutazione delle azioni indispensabili
per affrontare un mercato del lavoro che manifesta nuove
sofferenze, vedi anche gli ultimi dati sul ricorso alla cassa
integrazione che nel mese di febbraio ha subito un balzo
straordinario, l'unica scelta che sembra capace di imporre alla
propria maggioranza è quella della chiusura dell'attività
dell'Agenzia del lavoro, che in questa ormai lunga fase di crisi
ha spesso surrogato la mancanza di idee e proposte
dell'assessorato regionale del settore.
L'accusa viene mossa dal consigliere regionale del PD Paolo
Pupulin che aggiunge.
D'altra parte, si dichiara che la preventivata chiusura non
sarebbe destinata a riflettersi sull'attività
dell'Amministrazione a favore delle persone, che sono senza
lavoro o che stanno rischiando di perderlo. Nella realtà la
Direzione centrale dell'assessorato da quasi 10 mesi è senza
responsabile. Da due anni la Giunta di centro destra continua ad
annunciare la presentazione di nuove norme sul mercato del
lavoro, più idonee ad affrontare una situazione diversa da quanto
nel 2005 si approvò la legge di riforma complessiva del lavoro in
Friuli Venezia Giulia.
Da quegli anni tanta acqua è passata sotto i ponti. Diversamente
da allora, quando la richiesta di personale era alta e la
disoccupazione si era ridotta a livelli considerati fisiologici,
oggi la situazione si è capovolta, con uno scenario dove non si
intravedono risposte alla domanda di lavoro dei giovani e dove la
cassa integrazione è tornata a livelli elevati, con il probabile
rischio che si tramuti in mobilità e disoccupazione.
In questo delicato scenario nulla si sa delle intenzioni di
riforma dell'Amministrazione Tondo. Le poche azioni si sono
limitate a qualche piccola modifica dei regolamenti. Ci si è
concentrati alle pure attività assistenziali di sostegno al
reddito per i cassintegrati in deroga o con contratti di
solidarietà. Si sono impegnate risorse straordinarie in
interessanti programmi di lavori di pubblica utilità o
socialmente utili, senza però poter assecondare un processo di
stabilizzazione, seppur progressivo, delle persone al lavoro. Si
è sprecato qualche milione di euro in un improbabile programma di
reinserimento lavorativo già rivelatosi fallimentare. Si è
arrivati alla provocazione dell'approvazione di una delibera di
generalità che ipotizza l'utilizzo dei programmi di pubblica
utilità persino per rispondere alle deficienze di organico
dell'Amministrazione regionale.
In sostanza, Tondo non smentisce mai. L'unica idea fissa, in
assenza di qualsiasi progetto di riforma in materia di mercato
del lavoro, rimane sempre la stessa da tanti anni a questa parte:
nominare propri commissari in attesa di capire cosa fare. Nessuna
politica che assuma qualche respiro di prospettiva. Nessun
risparmio effettivo di spesa. Licenziamento o riduzione degli
organici degli operatori, che in questi anni hanno dato tanto per
rispondere al livello più alto possibile all'emergenza lavoro.
Rischio di caduta verticale dell'attività su un fronte decisivo
per non abbandonare a sé stessi tanti giovani e lavoratori, che
cercano spesso senza risposta di trovare un'occupazione che dia
loro una prospettiva di vita, o almeno un reddito per la propria
famiglia.
Meglio lasciar perdere. Veda il presidente di impegnarsi di più
per trovare soluzioni reali a problemi così gravi, che non si
risolvono con semplici tagli e chiusure di attività, in questo
caso dimostratesi utili. Se ne ha ancora voglia, venga piuttosto
in Consiglio regionale con una seria proposta su come affrontare
una fase di recessione, che riguarda anche la nostra economia.
Avanzi all'insieme delle forze politiche, come chiedono
inascoltate le rappresentanze economiche e sociali e come
sostengono alcuni avveduti consiglieri della stessa maggioranza,
una manovra bis anti crisi, senza ulteriori rinvii che
potrebbero essere esiziali per un sistema imprenditoriale e un
mondo del lavoro che rimangono disponibili a partecipare a un
progetto alto di rilancio della nostra regione.