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PD: Menis, sugli Erdisu maggioranza spaccata e in confusione

11.03.2012
13:16
(ACON) Trieste, 11 mar - COM/AB - Tre partiti in maggioranza e altrettante idee, tutte diverse, sul futuro degli Erdisu. Ancora una volta la maggioranza si spacca su un tema centrale dell'assetto regionale e non riesce a tenere una linea coerente - evidenzia Paolo Menis, consigliere regionale del PD - il che non fa certo ben sperare per le annunciate riforme che, in questa situazione, rischiano di rimanere al palo.

Il tema del diritto allo studio è emblematico - secondo Menis - del grande disaccordo che regna nel centrodestra. Da una parte la posizione del PdL che, per bocca del presidente Tondo, aveva assicurato la prossima soppressione dei due Enti regionali; dall'altra quella dell'assessore Molinaro (UDC) che ne prevedeva invece l'assorbimento all'interno di una non ben definita Fondazione. In mezzo, come al solito, la Lega Nord che, stando alle dichiarazioni del suo segretario regionale, vorrebbe che tutto rimanesse com'è.

Un quadro caotico a cui siamo ormai tristemente abituati - prosegue Menis - ma che non ha impedito alla maggioranza di mettere un freno alla politica degli annunci che, anche su questo tema, sono proseguiti senza soluzione di continuità alimentando solo polemiche e caos. L'ultimo, di un paio di giorni fa, prevede una nuova ipotesi (la quarta) secondo cui sarebbe allo studio la proposta di un coinvolgimento degli Atenei, una formula che nessun'altra Regione utilizza e che ha già visto il no del capoluogo triestino.

Completamente diverso l'approccio del Partito Democratico - puntualizza Menis - che ha preferito percorrere la strada del confronto, soprattutto con gli studenti, per elaborare una proposta di legge che sappia fare sintesi dei diversi interessi. Il testo, depositato la scorsa settimana, prevede una razionalizzazione dell'assetto attuale attraverso la fusione dei due Erdisu nel nuovo Ente regionale di servizi e interventi per l'alta formazione (ERDISS), che accentra la titolarità di tutte le funzioni amministrative, ma con la possibilità di prevedere soluzioni calibrate per le esigenze dei diversi territori. Un disegno organico che mantiene alla Regione l'esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo in materia per consentirle di sviluppare politiche strategiche di settore, nella consapevolezza che esse possono avere ripercussioni sull'intero sistema universitario regionale e sulla sua attrattività.

A livello di sistema di governo - conclude Menis, che è anche primo firmatario della proposta di legge - si è ritenuto opportuno mantenere il Consiglio di amministrazione, in cui trovano spazio i rappresentanti dei diversi portatori d'interesse. I suoi costi, notevolmente ridotti rispetto al passato, sono giustificati dalla necessità di garantire il ruolo degli studenti, che rimane particolarmente significativo, addirittura aumentato in peso ponderale rispetto alla struttura attuale, in ragione delle nuove proporzioni dell'organo di amministrazione.