LN: Razzini, troppo lunghi tempi per concessione del credito
(ACON) Trieste, 14 mar - COM/MPB - "Cosa fanno le banche in
Friuli Venezia Giulia? Sostengono le imprese, o le strozzano? E
la Regione come intende favorire la ripresa della nostra
economia?".
Sono le domande che il consigliere regionale della Lega Nord
Federico Razzini indirizza alla Giunta regionale attraverso
un'interrogazione, sottoscritta anche dal capogruppo Danilo
Narduzzi e da Mara Piccin.
Razzini rileva che "le imprese, soprattutto in questa fase, hanno
bisogno di tempi rapidi nella concessione del credito. Viceversa,
fronteggiano una serie infinita di ostacoli burocratici e
lungaggini amministrative. E le banche, nonostante le garanzie
dei Confidi, impongono ulteriori fideiussioni a chi chiede
liquidità. Alla lunga, questi atteggiamenti intransigenti
paralizzano un mercato che, purtroppo, si trascina in una
stagnazione paludosa".
Ancora Razzini: "Una delle misure del "pacchetto anticrisi"
regionale è tesa a favorire il rapporto tra banche e Confidi,
affinché sia più diretto l'accesso al credito per le imprese. I
Confidi, globalmente, associano oltre 26.000 imprese e
garantiscono finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro. La rete
di protezione che avvolge le banche è robusta, non ci sono
smagliature. Eppure, quando si tratta di aprire il portafogli a
favore delle nostre imprese, ci sono ancora troppe resistenze. Da
numerose segnalazioni risulta che molte banche che operano nella
nostra Regione si rifiutino di concedere il credito, benché
garantito dal Confidi, adducendo diverse motivazioni, tra cui
l'abbassamento del rating. Addirittura, sembra che vengano
richieste ulteriori garanzie e fideiussioni per la liquidazione
del credito, con evidente aggravio dei costi per le imprese.
Questo alimenta un circolo vizioso che deprime un'economia che,
in questo momento, non vive certo una stagione florida".
Il consigliere leghista conclude sottolineando che "per il bene
economico nazionale e regionale si deve ripristinare
assolutamente il flusso di finanziamenti alle imprese che
costituiscono la cellula vitale dell'intero sistema economico. Il
sistema creditizio nel suo complesso, che tanto ha ricevuto dallo
Stato e dall'Europa (pensiamo alle iniezioni di flussi dalla Bce)
in questi anni di crisi, deve sostenere l'apparato produttivo e
non voltare a esso le spalle procurandone l'asfissia".