PD: Menis, acqua, riaprire il dibattito dai risultati del referendum
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/MPB - "Nove mesi di silenzio.
Tanto ci separa da una data, quella del 12-13 giugno dello scorso
anno, in cui 27 milioni di cittadini italiani hanno detto il loro
'no' alla privatizzazione dell'acqua e degli altri servizi
pubblici a rilevanza economica. Una pagina storica della
democrazia e della nostra Carta costituzionale che sembra però
già finita nel dimenticatoio, in Italia come in FVG".
A dirlo è il consigliere PD Paolo Menis che, a pochi giorni dalla
celebrazione della Giornata Mondiale dell'Acqua (che il prossimo
22 marzo festeggia i suoi vent'anni) chiede che anche nella
nostra Regione si riapra il dibattito su questo tema.
"In questi giorni è in corso di svolgimento a Marsiglia il World
Water Forum organizzato dalle multinazionali del servizio idrico
- ricorda Menis - a cui sta partecipando, tra gli altri, anche il
vicepresidente della Regione, l'assessore all'ambiente Luca
Ciriani. L'auspicio è che, al suo ritorno, si possa avviare un
serio confronto sulla futura governance delle risorse idriche,
partendo dagli inequivocabili risultati della consultazione
referendaria che hanno sancito la scelta di non affidarsi ai
privati e alla logica del profitto.
"Purtroppo - prosegue il democratico - non solo a livello
nazionale con il recente provvedimento sulle liberalizzazioni, ma
anche a livello locale, la politica ha cercato di tradire l'esito
di questo voto, con proposte di legge, come quella presentata
dalla Giunta Tondo alla fine dello scorso anno, che riproponevano
la possibilità di affidare a privati la gestione dell'acqua, per
di più assegnando compiti di comando alle Province la cui
'permanenza in vita' è ancora incerta. Ancora oggi,
paradossalmente, esistono le norme che prevedono la remunerazione
del capitale nelle bollette (la famosa quota del 7%), anch'essa
bocciata dai cittadini che, però, loro malgrado, sono ancora
costretti a pagare.
"Mi auguro, conclude Menis, che si voglia fugare ogni dubbio sul
valore della volontà popolare e avviare un tavolo di lavoro sulla
riforma del sistema idrico che veda protagonisti i Comuni e i
diversi movimenti per l'acqua pubblica, perché si arrivi quanto
prima a un testo di legge che garantisca una gestione dell'acqua
interamente pubblica, partecipata e sostenibile. Gli spunti non
mancano, a partire da quelli contenuti nella petizione popolare,
sostenuta da oltre 5mila firme, depositata in Consiglio regionale
nel dicembre scorso".