CR:petizione insufficienza venosa cerebrospinale,relatori...
(ACON) Trieste, 20 mar - RC - Il ripristino delle cure per
l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) secondo le
cure di angioplastica basate sul cosiddetto "metodo Zamboni" e la
promozione dell'avvio di centri multidisciplinari per la diagnosi
in Friuli Venezia Giulia sono l'oggetto della petizione
presentata da 10.680 cittadini del Friuli Venezia Giulia il 27
ottobre 2011, che ora l'Aula sta esaminando.
Due i relatori di maggioranza decisi in sede di III Commissione
consiliare, Roberto Novelli del Pdl e Annamaria Menosso del PD, e
uno di minoranza, Franco Dal Mas pure lui del Pdl.
La petizione - ha detto il primo - ci porta a esaminare il quadro
di una grave malattia, quale è la sclerosi multipla, e di una
innovativa ricerca scientifica italiana a essa collegata. Negli
ultimi anni, il panorama scientifico è stato sconvolto dalla
pubblicazione delle ricerche di Paolo Zamboni, chirurgo vascolare
di Ferrara, il quale ha scoperto una nuova patologia vascolare,
da lui chiamata CCSVI (insufficienza venosa cronica
cerebrospinale) che sembra essere fortemente correlata alla
sclerosi multipla. In campo scientifico, si rileva una posizione
non ancora concorde tra le varie specialità mediche.
Dopo una prima petizione di ottobre 2010 che stabiliva le
condizioni all'interno delle quali eseguire gli interventi, il 4
marzo 2011 il ministero della Salute, sulla base dell'opinione
del Consiglio superiore della sanità, ha emesso una seconda
circolare che raccomanda il trattamento della CCSVI per i malati
di sclerosi multipla solo all'interno di sperimentazioni cliniche
controllate e randomizzate, approvate da comitati etici. Questo
secondo provvedimento, giustificato da ragioni di prudenza
scientifica, ha comportato, di fatto, il blocco nella sanità
pubblica delle attività di terapia non inserite all'interno di
studi strutturati.
Novelli ha, quindi, menzionato le diverse posizioni critiche nei
confronti della circolare ministeriale e ha fatto presente che la
petizione chiede due cose: il ripristino immediato
dell'erogazione delle prestazioni di diagnosi e trattamento della
CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla all'interno del Servizio
sanitario regionale secondo quanto raccomandato nella circolare
ministeriale del 2010; di promuovere, in tempi brevi, l'avvio di
centri regionali di diagnosi e cura della CCSVI che garantiscano
la massima tutela del malato, dove sia previsto un intervento
multidisciplinare tra neurologi radiologi e vascolari, e il
monitoraggio continuativo della salute del paziente.
Il consigliere ritiene opportuno che l'Aula si esprima
favorevolmente a queste richieste. Da un lato ciò sarebbe un atto
di forte valore scientifico in quanto consentirebbe agli ospedali
di continuare i trattamenti di angioplastica dilatativa per la
CCSVI (che hanno invece interrotto) senza così perdere le
professionalità acquisite in questi anni, dall'altro sarebbe un
segnale di attenzione e di rispetto nei confronti dei pazienti.
Senza negare che a fronte di una domanda infinita di salute,
l'offerta di servizi e prestazioni presenta risorse limitate -
gli ha fatto eco la Menosso -, e che la ricerca delle prestazioni
valide dal punto di vista del costo/efficacia è la sola garanzia
di mantenere l'universalismo del nostro Sistema sanitario
regionale, si auspica che con questa petizione si possa andare
incontro a un'esigenza di cura e di speranza per molte persone.
Bisogna avviare degli studi - ha aggiunto la consigliera - sia
per valutare il grado di correlazione tra sclerosi multipla e
CCSVI, sia per esaminare il grado di evidenza scientifica della
procedura terapeutica di cui alla presente relazione, ed è
altresì necessario che tali filoni di studio avvengano nel solco
delle indicazioni ben delineate dal Consiglio superiore di
sanità. Non si può ignorare che speranza e scienza non vanno
sempre d'accordo, pertanto spetta anche alla politica, attraverso
le istituzioni e le regole di queste ultime, tentare di
conciliarle nell'interesse del paziente.
(segue)