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UDC: Sasco, pdl per togliere slot-machine da locali pubblici

21.03.2012
17:05
(ACON) Trieste, 21 mar - COM/MPB - Il Gruppo dell'UDC in Consiglio regionale UDC ha presentato una proposta di legge nazionale per togliere le slot-machine nei locali pubblici attivandosi così per dare voce all'iniziativa nazionale del partito volta a contrastare il dilagare il gioco d'azzardo.

"Negli ultimi anni, infatti - afferma il capogruppo UDC Edoardo Sasco - stiamo assistendo a un'estesa fase di incentivazione e legalizzazione di queste forme di attività ludiche. Ma quello che è stato inventato come un piacevole passatempo ha purtroppo prodotto in tante persone forme di dipendenza patologiche del tutto simili all'abuso di alcolici o sostanze stupefacenti. Il più delle volte sono individui socialmente deboli e quindi più sensibili e influenzabili dagli stimoli esterni (giovani, persone in difficoltà finanziarie, anziani, ecc.).

"Per questo motivo l'UDC ha presentato una proposta di legge nazionale per disciplinare la materia di cui il Gruppo Consiliare regionale in Friuli Venezia Giulia si è fatto portavoce non essendo la nostra regione esente dal problema.

"La proposta di legge - afferma Sasco - introduce il divieto di installazione dei sistemi di gioco d'azzardo elettronico (cosiddette slot-machine) in luoghi pubblici, o aperti al pubblico e nei circoli ed associazioni, nell'intento di rispondere a una pluralità di esigenze.

"A livello individuale - avverte il consigliere - il divieto si propone di porre rimedio ai gravi effetti che l'assuefazione a queste forme di gioco d'azzardo produce. Le frequenti ripetizioni di partite e di manovre sempre uguali rischiano, infatti, di alienare il giocatore dalla realtà, assecondando lo strutturarsi nella sua psiche di comportamenti di natura compulsiva che si accompagnano a una crescente necessità di aumentare la disponibilità del denaro con cui si gioca per raggiungere i livelli di eccitazione desiderati; ansia e irritabilità in mancanza di gioco d'azzardo; un ricorso a comportamenti illegali quali furti, frodi eccetera; una richiesta ad altri di denaro per affrontare i debiti da gioco e perdita di relazioni importanti a causa del gioco.

"A livello collettivo il tollerare queste forme di gioco d'azzardo non fa che assecondare la creazione di ambienti, che instaurano pericolosi legami con una criminalità organizzata che si è ormai impossessata della gestione di questa proficua attività, che genera essa stessa quella richiesta di liquidità che diviene poi facile preda di quell'usura gestita e controllata dalla criminalità organizzata medesima. La proposta di legge, inoltre, prevede che chiunque, sul territorio nazionale, distribuisce o installa o comunque consente l'uso in luoghi pubblici o aperti al pubblico o in circoli ed associazioni di qualunque specie di apparecchi o congegni da intrattenimento, salvo i casi rispondenti alla legge, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 6.000 euro per ciascun apparecchio. La stessa sanzione si applica nei confronti di chiunque, consentendo l'uso in luoghi pubblici o aperti al pubblico o in circoli ed associazioni di qualunque specie di apparecchi e congegni conformi alle caratteristiche e prescrizioni indicate nello stesso regio decreto, corrisponde, a fronte delle vincite, premi in denaro o di altra specie diversi da quelli ammessi.

"Infine, la proposta di legge introduce la confisca per gli apparecchi e congegni per il gioco d'azzardo e per quelli per i quali non siano stati rilasciati i titoli autorizzatori previsti dalla normativa vigente o non rispondenti alle caratteristiche indicate dalla legge.

"Nel provvedimento di confisca è disposta la distruzione degli apparecchi e dei congegni suddetti.

"Da parte dello Stato e delle Istituzioni - conclude Edoardo Sasco - ci deve essere piena assunzione di responsabilità su queste problematiche. Non possiamo permettere che quella che è nata come una semplice forma di divertimento, diventi un motivo di dramma per fasce deboli della società, già provate, nell'epoca in cui viviamo, dalla crisi economica".