II Comm: audizione sindacati Hypo Alpe Adria Bank
(ACON) Trieste, 27 mar - RC - Il 3 aprile prossimo, i 500
lavoratori delle filiali italiane della holding carinziana Hypo
Group, ovvero Hypo Alpe Adria Bank e Hypo Leasing, sciopereranno
e si ritroveranno in assemblea pubblica presso l'hotel "Là di
Moret" di Udine dalle 10.00 alle 12.00. La sede centrale di Hypo
Bank, infatti, si trova a Tavagnacco (UD) e sono 300 i dipendenti
del Friuli Venezia Giulia. Di questi, 80 sono stati dirottati a
Hypo Leasing così come 800 milioni di euro di crediti non
esigibili (i cosiddetti "non performing loans", ovvero quelle
attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli
interessi dovuti ai creditori), allo scopo di renderla più
appetibile sul mercato per potenziali acquirenti.
Le motivazioni dell'astensione dal lavoro - è stato spiegato
dalle rappresentanze sindacali Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e
Dircredito alla II Commissione consiliare, presieduta per
l'occasione da Paolo Santin (Pdl) - sono l'incertezza sul futuro
dei lavoratori e la totale chiusura a un confronto con i
sindacati, i quali oggi manifestano dei dubbi anche sulle
procedure con cui è avvenuta la cessione di ramo d'azienda.
Hypo Leasing - hanno proseguito i presenti - era una società
dormiente, cioè costituita e registrata legalmente ma senza
personale e non operativa, ed è stata "risvegliata" proprio per
questo scopo, per una vita già decretata di breve durata. Il
trasferimento di patrimonio e personale da Hypo Bank a Hypo
Leasing sarebbe avvenuto senza rendere noto il Piano industriale,
senza indicare i criteri con cui erano selezionati gli 80
trasferiti, soprattutto senza garanzie sulla tutela dei livelli
occupazionali.
Crediamo che l'opinione pubblica non abbia percepito la cosa
nella sua gravità; attendiamo un incontro anche con la Giunta
regionale - ha detto Fabi. Hypo Leasing è a termine, ma non si
sanno i tempi dell'operazione, nè cosa sarà degli 80 dipendenti
dirottati lì, né cosa accadrà a quanto resta di Hypo Bank - ha
rimarcato Fisac/Cigl. E Fiba/Cisl ha chiesto alla Regione di
intervenire per sensibilizzare l'istituto di credito e al
contempo raccogliere le incertezze dei dipendenti. Si tratta per
lo più di personale giovane - ha concluso Dircredito - che si è
esposto con mutui e investimenti; l'accordo non trovato con il
Gruppo carinziano si basava sull'ottenere garanzie occupazionali
per gli 80 trasferiti per un periodo di 5 anni, tempo utile
perché potessero ricollocarsi sul mercato.
Richieste di approfondimento sulla posizione dei dipendenti in
caso di esuberi sono poi venute da Roberto Asquini (Misto), Enzo
Marsilio (PD) che si è soffermato anche sulla situazione generale
del settore bancario, Enio Agnola (Idv) che ha affermato di
ritenere necessario un intervento della Regione e Paolo Pupulin
(PD) che ha suggerito un'iniziativa della Commissione per sentire
le aziende e far sì che il presidente Tondo relazioni sulla
questione in Aula.
(immagini tv)