III Comm: audizioni su situazione sanità a Trieste
(ACON) Trieste, 29 mar - AB - Una riforma della sanità che
ancora non si conosce, pesa come un macigno su una situazione che
diverse sigle sindacali (CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, FIALS, CISAL,
CONFSAL, CAPLA, CNA) giudicano grave e delicata in riferimento
alla realtà triestina.
Sono queste le motivazioni che hanno determinato l'incontro in
III Commissione del Consiglio regionale (presidente Giorgio
Venier Romano, UDC), dove i rappresentanti sindacali hanno
illustrato tutta una serie di situazioni alle quali bisognerebbe
por rimedio.
L'ospedale di Cattinara è una struttura vecchia, che patisce anni
di non manutenzione, ma anche criticità strutturali. A situazioni
insostenibili dal punto di vista della sicurezza e della qualità
degli ambienti per pazienti e operatori - ad esempio la
temperatura interna nelle torri di degenza quando soffia la bora
e gli infissi non fanno il loro dovere - si aggiunge una carenza
cronica si spazi. Il pronto soccorso non è adeguato e non è in
grado di dare risposte in tempi accettabili alle centinaia di
richieste giornaliere. Gli ambulatori spesso sono collocati non
dove serve, ma dove c'è spazio e gli ascensori sono un collo di
bottiglia.
Nell'organizzazione generale della sanità triestina rientra anche
l'ospedale Maggiore, che è in fase di progressiva
ristrutturazione e anche il Burlo ha i suoi problemi, con
investimenti pesanti che sono stati fatti in questi anni senza
sapere quale sarà il suo futuro, se verrà trasferito a Cattinara,
se acquisirà nuovi spazi all'ex Maddalena.
A ciò si aggiunge la precarietà e la totale inadeguatezza della
sede del 118, che obbliga chi vi lavora a sopportare situazioni
che definire di disagio è fin troppo benevolo.
Le scelte strutturali edilizie che si faranno, l'entità degli
investimenti, la tempistica sono variabili che determineranno il
futuro della sanità triestina. In un periodo caratterizzato da
risorse limitate - è stato detto - servono scelte mirate,
risposte e non proposte, parlare di qualità dei servizi alla
salute e non sempre e solo di costi/prestazioni, capire che non
sempre esternalizzare significa risparmiare, perché ci sono
risorse umane interne da impiegare e valorizzare, senza contare
che esternalizzare talvolta porta a situazioni imbarazzanti, come
l'affidamento del servizio che dovrebbe assicurare determinati
trasporti con le ambulanze.
Una parola sicura e soprattutto l'avvio di un confronto serio su
dati reali - hanno detto in conclusione - è quindi solo rimandato
a quando si saprà nello specifico come l'Amministrazione
regionale presenterà il suo disegno per riformare la sanità.
(immagini tv)