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III Comm: audizioni su situazione sanità a Trieste

29.03.2012
16:59
(ACON) Trieste, 29 mar - AB - Una riforma della sanità che ancora non si conosce, pesa come un macigno su una situazione che diverse sigle sindacali (CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, FIALS, CISAL, CONFSAL, CAPLA, CNA) giudicano grave e delicata in riferimento alla realtà triestina.

Sono queste le motivazioni che hanno determinato l'incontro in III Commissione del Consiglio regionale (presidente Giorgio Venier Romano, UDC), dove i rappresentanti sindacali hanno illustrato tutta una serie di situazioni alle quali bisognerebbe por rimedio.

L'ospedale di Cattinara è una struttura vecchia, che patisce anni di non manutenzione, ma anche criticità strutturali. A situazioni insostenibili dal punto di vista della sicurezza e della qualità degli ambienti per pazienti e operatori - ad esempio la temperatura interna nelle torri di degenza quando soffia la bora e gli infissi non fanno il loro dovere - si aggiunge una carenza cronica si spazi. Il pronto soccorso non è adeguato e non è in grado di dare risposte in tempi accettabili alle centinaia di richieste giornaliere. Gli ambulatori spesso sono collocati non dove serve, ma dove c'è spazio e gli ascensori sono un collo di bottiglia.

Nell'organizzazione generale della sanità triestina rientra anche l'ospedale Maggiore, che è in fase di progressiva ristrutturazione e anche il Burlo ha i suoi problemi, con investimenti pesanti che sono stati fatti in questi anni senza sapere quale sarà il suo futuro, se verrà trasferito a Cattinara, se acquisirà nuovi spazi all'ex Maddalena.

A ciò si aggiunge la precarietà e la totale inadeguatezza della sede del 118, che obbliga chi vi lavora a sopportare situazioni che definire di disagio è fin troppo benevolo.

Le scelte strutturali edilizie che si faranno, l'entità degli investimenti, la tempistica sono variabili che determineranno il futuro della sanità triestina. In un periodo caratterizzato da risorse limitate - è stato detto - servono scelte mirate, risposte e non proposte, parlare di qualità dei servizi alla salute e non sempre e solo di costi/prestazioni, capire che non sempre esternalizzare significa risparmiare, perché ci sono risorse umane interne da impiegare e valorizzare, senza contare che esternalizzare talvolta porta a situazioni imbarazzanti, come l'affidamento del servizio che dovrebbe assicurare determinati trasporti con le ambulanze.

Una parola sicura e soprattutto l'avvio di un confronto serio su dati reali - hanno detto in conclusione - è quindi solo rimandato a quando si saprà nello specifico come l'Amministrazione regionale presenterà il suo disegno per riformare la sanità.

(immagini tv)