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UAR: Rosolen, gli autotrasportatori sloveni non pagano l'Iva

02.04.2012
13:06
(ACON) Trieste, 2 apr - COM/RC - Numerosi autotrasportatori sloveni - afferma la consigliera Alessia Rosolen (UAR) in una interrogazione presentata alla Giunta - effettuando il servizio di trasporto persone in territorio italiano, non rispettano quanto stabilito in sede sia europea sia italiana sul versamento dell'IVA al nostro Paese e, di conseguenza, alle casse regionali.

Tale scriteriato comportamento - aggiunge l'esponente di Un'Altra Regione - aumenta in modo sleale il loro vantaggio concorrenziale nei confronti delle imprese italiane che si occupano delle medesime attività e attualmente versano in condizioni di difficoltà anche per l'alto costo del carburante.

Queste le premesse del documento con cui la Rosolen evidenzia il fatto che l'Italia, sottovalutando una volta ancora l'impatto della concorrenza nelle zone di confine, non ha preso misure efficaci per garantire che tutti gli autotrasportatori che transitano sul territorio del Friuli Venezia Giulia debbano pagare in proporzione alla distanza percorsa, ricordando che, in base allo Statuto, alla nostra Regione spetta una consistente compartecipazione all'IVA riscossa sul territorio.

La denuncia è partita da molti autotrasportatori regionali che quotidianamente si vedono sottrarre lavoro da pullman sloveni, molti in partenza direttamente da piazza Oberdan, a Trieste. Le richieste della consigliera mirano, in particolare, a verificare immediatamente quali tipi di controllo siano stati messi in atto per reprimere tale fenomeno di evasione, chiedendo peraltro al presidente Tondo di attuare un intervento presso le Forze dell'Ordine, in particolar modo presso la Guardia di Finanza.

La tutela delle numerose aziende attive nell'autotrasporto locale e l'attuazione di un piano organico, volto alla repressione del fenomeno, in un'ottica di recupero delle risorse economiche così sottratte alla Regione, sono lo scopo finale - chiosa l'esponente di UAR - che spetta all'Amministrazione, a maggior ragione in un momento così delicato come quello che il nostro Paese sta attraversando.