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UAR: Rosolen, aiutare disoccupati colpiti da riforma pensioni

04.04.2012
15:43
(ACON) Trieste, 4 apr - COM/AB -"Avevo chiesto già mesi fa all'assessore al Lavoro quali iniziative fossero state assunte per dare una risposta alla richiesta di aiuto che viene da molti cittadini anche nella nostra regione. Avevo chiesto di quantificare il problema in Friuli Venezia Giulia ma, come sempre accade quando si chiede una risposta a questo assessorato, il nulla è quanto di meglio si riesce ad ottenere".

Interviene nel dibattito sui cosiddetti "esodati" la consigliera di Un'Altra Regione Alessia Rosolen. Un problema che, stando alle ultime stime, coinvolgerebbe 350.000 cittadini in tutta Italia e di cui ancora non è possibile avere una quantificazione certa per quel che riguarda la nostra regione.

La questione riguarda tutti quei lavoratori usciti dal mercato del lavoro poco prima del raggiungimento dell'età pensionabile, con la prospettiva di maturare il diritto all'assegno previdenziale dopo pochi mesi usufruendo degli incentivi erogati dalle aziende. L'entrata in vigore della riforma Fornero, che sposta a 65 anni il traguardo della pensione, ha fatto precipitare centinaia di migliaia di persone nella condizione di essere disoccupati senza pensione e di non poter percepire alcun reddito per i prossimi anni, fino a quando non avranno maturato i diritti stabiliti dalla nuova legge.

"È un dramma a cui il Governo nazionale - spiega la consigliera - al momento, non sa dare una risposta e che potrebbe trovare nelle Regioni uno strumento per trovare una prima, seppur parziale, soluzione. Il Governo infatti non è in grado di reperire risorse sufficienti a garantire redditi adeguati a tutti coloro che si trovano in questa condizione, ecco perché occorre che anche le regioni, e la nostra in particolare, facciano la loro parte".

"Credo - questa la proposta di Un'Altra Regione - che i lavori di pubblica utilità, che nel 2011 in regione hanno escluso tutti gli over 35, come avevo puntualmente denunciato, nel 2012 e per tutti gli anni in cui ciò dovesse essere necessario, dovrebbero essere indirizzati a una platea in cui, compatibilmente con i ruoli, le mansioni e le competenze richieste, rientri una quota riservata agli esodati".

"Così facendo - prosegue Rosolen - si garantirebbe un primo sostegno reddituale, con risorse che già ci sono, a soggetti che altrimenti non avrebbero alcuna possibilità di percepire reddito e si garantirebbe allo Stato di poter intervenire con risorse finanziarie integrative, decisamente minori rispetto a quelle che si sono prospettate e che appaiono del tutto insostenibili visto il quadro di austerity in cui ci sta muovendo".

"La Regione - conclude Rosolen - potrebbe rappresentare un modello da proporre al Governo nazionale per risolvere un problema che ha assunto una dimensione drammatica e dare una risposta concreta a chi in questo momento ha davanti a sé il baratro di non avere più alcun reddito. Come dimostrano anche le recenti inchieste fra le agenzie di lavoro somministrato o le decine di lettere che nei mesi abbiamo letto sulla stampa locale, se le Istituzioni non mettono in campo misure adeguate il rischio di creare settori sempre più ampi di disagio economico e sociale è altissimo".