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UAR/PD: Rosolen e Codega su fotovoltaico in Porto Trieste

06.04.2012
14:56
(ACON) Trieste, 6 apr - COM/AB - "L'Amministrazione regionale siede in Comitato portuale tanto oggi, con la presidente Monassi, quanto negli anni passati con Boniciolli, ma nessuno sa quale sia stata e quale sia la posizione ufficiale dell'Amministrazione in merito alle discusse scelte compiute dall'Autorità portuale di Trieste. Discusse scelte che oggi ricadono sulle spalle delle aziende giuliane, che rischiano di fallire dopo aver fatto i lavori per costruire il più grande parco solare d'Europa".

I consiglieri regionali Alessia Rosolen (Un'Altra Regione) e Franco Codega (Partito Democratico) hanno presentato due interrogazioni alla Giunta sulle vicende del Porto Nuovo: 90.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici realizzati da società in una catena di scatole cinesi, che consente a una società tedesca di incassare attraverso una sua controllata italiana i benefici del Conto Energia GSE. Gli unici che rischiano di pagare il conto delle scelte scellerate dell'Autorità portuale e della mancanza di controllo che la stessa ha scelto di esercitare sul business del fotovoltaico, sono le imprese triestine che aspettano quasi due milioni e mezzo di euro per i lavori svolti da una società che - pare - stia per esser messa in liquidazione".

"Spiace constatare l'immobilismo dell'Amministrazione regionale - sottolineano Rosolen e Codega - che all'interno del Comitato portuale non tutela imprese artigiane così importanti nel tessuto sociale cittadino".

Le richieste dei due consiglieri si concentrano proprio sul ruolo dell'assessore Riccardi, sia nella scelta di affidare senza gara il lastrico solare dei capannoni presenti nel Punto Franco Nuovo, sia nel silenzio che sta accompagnando questa fase tesa "a garantire - sottolinea Alessia Rosolen - alle imprese artigiane di ottenere i soldi del lavoro svolto per conto di società titolari di regolare concessione demaniale da parte dell'Autorità portuale".

I due documenti depositati ieri mirano inoltre alla soluzione "del contenzioso in atto a fronte di una concessione ventennale - chiude Franco Codega - che deve essere revocata".