PD: Pupulin, analisi situazione occupazionale di marzo
(ACON) Trieste, 12 apr - COM/AB - Prosegue la corsa al rialzo
della cassa integrazione anche in Friuli Venezia Giulia così come
nel resto dell'Italia.
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo
Pupulin, che analizza nel dettaglio la situazione.
A marzo, secondo i dati diffusi dall'Inps, le aziende in tutta
Italia hanno chiesto all'istituto 99,7 milioni di ore di CIG, con
un aumento de 21,6% su febbraio. In Friuli Venezia Giulia il dato
risulta particolarmente più pesante, con una richiesta di
2.095.596 ore autorizzate, in notevole aumento (più 39,5%)
rispetto alle 1.502.697 del febbraio scorso. Una cifra alta
simile a quella del marzo 2011 (erano state autorizzate 2.165.342
ore), quando si pensava di aver toccato la punta massima della
crisi. Nei primi tre mesi dell'anno, in Friuli Venezia Giulia le
ore di cassa integrazione sono state 5.483.377, rispetto alle
4.206.905 dello stesso primo trimestre del 2011 (più 30% sui
primi 3 mesi 2011).
L'unica nota meno negativa riguarda l'utilizzo della cassa in
deroga, che anche mese scorso ha avuto livelli alti ma inferiori
a quello notevole assunto nel mesi di febbraio (autorizzate
254.122 rispetto alle 323.837 di febbraio scorso e alle 192.913
di marzo 2011 ).
La CIG ordinaria ha subito un balzo straordinario, arrivando a
706.941 ore rispetto alle 392.048 di febbraio (più 80%) e alle
605.914 di marzo 2011 (più17%). Gli interventi straordinari
(CIGS) di marzo ammontano a 1.134.533 ore, con un aumento del 35%
rispetto a febbraio (erano stati chieste 786.812 di ore).
Rispetto al marzo 2011 (quando le ore autorizzate di CIGS furono
1.366.515) si registra una riduzione. Ma ci si confronta con una
delle punte più elevate del ricorso alla cassa straordinaria del
2011.
In Friuli Venezia Giulia, nell'ultimo trimestre del 2011, che
rappresenta il dato di chiusura dell'anno scorso, è cresciuto in
modo straordinario il tasso di disoccupazione, arrivato al 6,8 %,
mentre ancora nel terzo trimestre precedente si era limitato al
4,07%. Un balzo notevole (più 60%) che merita una riflessione
seria sulla fase recessiva in atto, confermata dalle stesse cifre
della disoccupazione reale. In un trimestre sono stati bruciati
quasi 10.000 rapporti di lavoro. Una tendenza negativa che
dimostra la pericolosità di una congiuntura in caduta libera, che
non può essere nascosta da una rappresentazione del mercato del
lavoro e della produzione, che non tiene conto della nuova fase
recessiva manifestatasi in tutta la sua durezza proprio
nell'ultimo trimestre dell'anno scorso, che sta proseguendo in
forma ancora più pesante nel primo trimestre di quest'anno.
La serietà della situazione dipende da un'evidente caduta della
produzione e dei consumi. Richiede misure adeguate e innovative
su un mercato del lavoro che non produce più nuova occupazione
per i giovani e per gli over 45-50. Ormai sono pochissimi i
giovani che trovano qualche precaria occasione di lavoro e tanti
lavoratori a fine corso della CIG straordinaria e della mobilità
che, senza interventi di politica attiva, sono destinati a una
disoccupazione prolungata.
Nei prossimi giorni il gruppo consiliare del Partito Democratico
avanzerà una serie di proposte di merito per aggredire il rischio
di una recessione pericolosa e per intervenire in forma organica
nei problemi del lavoro. La Giunta Tondo è già stata messa di
fronte all'esigenza di trovare nuove risorse per le politiche del
lavoro, visto che quelle previste nella manovra finanziaria sono
già esaurite sulla base delle domande di incentivi
all'occupazione avanzate dalle imprese regionali già alla fine di
febbraio. La stessa assessore al lavoro ha chiesto alla Giunta un
ulteriore pacchetto di 20 milioni di euro per poter coprire le
richieste fin da ora inevase per circa 3,5 milioni e per quelle
successive che potranno essere avanzate nel corso dell'anno 2012.
In assenza di nuove risorse, qualsiasi azione a favore
dell'occupazione risulta impraticabile.
Bisogna superare l'attendismo che caratterizza l'azione della
Giunta Tondo. È indispensabile, sulla base di un confronto serio
in Consiglio regionale e attraverso un percorso di condivisione
con le forze economiche e sindacali, mettere in campo tutte le
misure necessarie e tutte le risorse recuperabili per contrastare
una fase recessiva che mette in crisi il futuro di molte aziende
e imprese regionali, di tutte le dimensioni. Misure urgenti di
finanza, di sostegno al credito, di semplificazione burocratica,
di cantierabilità delle opere pubbliche già finanziate, di
garanzie sull'export (rimasto unico sfogo per le imprese
regionali a fronte di una caduta verticale del mercato interno),
di azioni positive per il lavoro dei giovani e dei disoccupati.