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CR: società di capitali, relatori minoranza (5)

17.04.2012
12:45
(ACON) Trieste, 17 apr - RC - Gli obiettivi di riordinare la partecipazione della Regione a società di capitali e di aggiornare la disciplina generale di settore sono necessità condivise, ma a cui si arriva tardivamente. Così il primo relatore di minoranza, Franco Brussa (PD).

Più che una scelta - ha detto il consigliere - sono la conseguenza di quanto avvenuto a livello nazionale con il riesame della normativa vigente in materia di società pubbliche, in adeguamento ai principi comunitari in materia di concorrenza.

I lavori in Commissione, per Brussa hanno dimostrato come Giunta e maggioranza abbiano idee poco chiare sulle partecipate regionali. Dimostrazione evidente l'elenco delle partecipate regionali, allorché, dopo il reinserimento della Banca popolare etica e del Polo tecnologico di Pordenone, ha finito per essere la fotografia dell'esistente.

La Giunta - ha proseguito - ha scelto la via legislativa, e non quella amministrativa, previo confronto con il Consiglio regionale, per determinare quali debbano essere le partecipate regionali. Questo ha fatto sì che non si conoscano, di fatto, né le motivazioni di certe scelte né la mission delle società partecipate, e ciò nonostante il presidente Tondo abbia affermato la volontà di rivedere le finalità di alcune partecipate, Friulia e Mediocredito in primis.

Brussa ha quindi sottolineato alcuni dei passaggi già in Commissione fonte di giudizio negativo da parte del PD: quando si stabilisce che gli atti di determinazione e di attuazione degli obiettivi programmatici della Regione e delle società partecipate possono essere motivatamente sottratti alla pubblicazione sul sito istituzionale e alla loro diffusione: non esistono nella Amministrazione regionale, se non già specificatamente stabiliti dalla legge, atti che possano essere secretati, specie se questi riguardano l'attività istituzionale della Regione medesima; quando si assegna al presidente della Regione, e non già anche al Consiglio regionale, come avviene oggi, il potere di nomina o di designazione dei rappresentanti regionali degli organi societari; quando si prevede addirittura che siano anche i singoli assessori competenti, e non esclusivamente la Giunta, a esprimere gli indirizzi strategici della singola società.

Un discorso a parte, poi, riguarda i componenti degli organi societari e i loro compensi. La Giunta si è riservata di elaborare, in via successiva alla legge, un indice in base al quale stabilire, caso per caso, il numero dei componenti. Si tratta di una scelta contraria alla necessità del contenimento della spesa pubblica. Simile, del resto il discorso per Promotur e Agemont: dopo aver previsto con legge di trasformarle in Agenzia, anziché prevederne un amministratore unico, si è andati a confermare presidenti, Consigli di amministrazione e direttori generali.

Dopo Piero Colussi (Citt), pure lui relatore di minoranza, le motivazioni di Igor Kocijancic (SA-PRC) a definire il provvedimento "un risultato modesto" dopo le dichiarazioni rese dal presidente Tondo, il 27 settembre 2011, di una vera e propria radicale svolta riformatrice da operare nell'ultimo rush di legislatura, che conteneva anche una sottolineatura sulla necessità di riordino della partecipazione della Regione a società di capitali, tema peraltro già contenuto nel programma elettorale del presidente con riferimenti espliciti a Friulia Holding.

Per Kocijancic, si arriva all'Aula con un prodotto che non può essere definito se non un adeguamento formale alle decisioni assunte a livello nazionale in materia di società pubbliche, e a livello europeo per quanto concerne i principi comunitari in materia di concorrenza. Inoltre, il testo di oggi è profondamente diverso da quello inizialmente presentato dalla Giunta regionale ed è una presa d'atto di riorganizzazioni già avvenute con altri provvedimenti specifici (vedi Agemont e Promotur) o di dismissioni già avvenute de facto (Fiera di Trieste).

Da valorizzare in positivo, invece, il reinserimento, operato anche in virtù delle audizioni, di Banca Popolare Etica e Polo tecnologico di Pordenone, e la cessione gratuita, con quote proporzionali, al Comune di Gorizia e al Comune di Savogna d'Isonzo delle partecipazioni della Regione alla società Aeroporto Amedeo Duca d'Aosta di Gorizia SpA, scelta che è condivisa anche da gran parte dell'opposizione, che aveva caldeggiato tale soluzione già in fase di discussione della legge finanziaria.

A seguire, è iniziato il dibattito generale sul provvedimento.

(segue)