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Idv: Corazza, scempio in Val Riosandra, le motivazioni non reggono

18.04.2012
15:25
(ACON) Trieste, 18 apr - COM/AB - L'assessore all'ambiente e alla protezione civile Luca Ciriani non si è presentato in Aula, ma ha lasciato leggere una risposta scritta all'assessore Brandi sulla questione relativa al disastro ambientale in Val Rosandra dovuto all'iniziativa "Alvei Puliti 2012", di cui si è tanto parlato in queste settimane.

"Motivi di salute" viene riferito, ma il Capogruppo Idv in Consiglio regionale Alessandro Corazza stigmatizza: "Capisco che l'assessore Ciriani sia malato ma, per un motivo o per l'altro, sono ormai diverse sedute d'Aula che non riesco a confrontarmi con lui perché è assente ai Question Time che lo riguardano, pertanto - ha concluso laconicamente Corazza - considerato anche il grave errore compiuto con l'operazione in Val Rosandra, se l'Assessore Ciriani si dimettesse, probabilmente né noi né gli uffici sentiremmo la sua mancanza".

La risposta demandata alla lettura dell'assessore Brandi non ha lasciato per nulla soddisfatto l'esponente dell'Idv. "A fronte di un vero e proprio disastro ambientale, vengono addotte motivazioni che non stanno in piedi: come si fa a considerare manutenzione il taglio di alberi che hanno più di quarant'anni? O in quell'area non è stata fatta la manutenzione da diversi decenni oppure l'intervento va evidentemente inquadrato come qualcosa di profondamente diverso, mai accaduto prima".

Nella risposta è stato evidenziato anche il riferimento a una norma che prevede che non ci sia bisogno di autorizzazione in materia di tutela paesaggistica se l'intervento non altera in modo permanente lo stato dei luoghi interessati, vista la naturale e spontanea ricrescita delle piante. "Chiunque abbia visto le foto che mostrano l'impatto dell'intervento effettuato - ha commentato Corazza - si può facilmente rendere conto che non solo è stato enormemente modificato l'aspetto del territorio e dei luoghi interessati, ma che la situazione è ormai compromessa".

In conclusione, Corazza ha evidenziato come "neppure nascondersi dietro la necessità e l'urgenza dell'intervento richiesto dal Comune di San Dorligo è una motivazione valida, visto che la stessa è datata 31 gennaio, a fronte di un intervento realizzato quasi due mesi dopo. Su tutta l'operazione sono stati commessi troppi errori, c'è stata la colpevole assenza dell'assessore a sovrintendere l'operazione, e gli unici a non avere colpe sono i volontari della Protezione civile, che hanno agito in buona fede".