Idv: Corazza, scempio in Val Riosandra, le motivazioni non reggono
(ACON) Trieste, 18 apr - COM/AB - L'assessore all'ambiente e
alla protezione civile Luca Ciriani non si è presentato in Aula,
ma ha lasciato leggere una risposta scritta all'assessore Brandi
sulla questione relativa al disastro ambientale in Val Rosandra
dovuto all'iniziativa "Alvei Puliti 2012", di cui si è tanto
parlato in queste settimane.
"Motivi di salute" viene riferito, ma il Capogruppo Idv in
Consiglio regionale Alessandro Corazza stigmatizza: "Capisco che
l'assessore Ciriani sia malato ma, per un motivo o per l'altro,
sono ormai diverse sedute d'Aula che non riesco a confrontarmi
con lui perché è assente ai Question Time che lo riguardano,
pertanto - ha concluso laconicamente Corazza - considerato anche
il grave errore compiuto con l'operazione in Val Rosandra, se
l'Assessore Ciriani si dimettesse, probabilmente né noi né gli
uffici sentiremmo la sua mancanza".
La risposta demandata alla lettura dell'assessore Brandi non ha
lasciato per nulla soddisfatto l'esponente dell'Idv. "A fronte di
un vero e proprio disastro ambientale, vengono addotte
motivazioni che non stanno in piedi: come si fa a considerare
manutenzione il taglio di alberi che hanno più di quarant'anni? O
in quell'area non è stata fatta la manutenzione da diversi
decenni oppure l'intervento va evidentemente inquadrato come
qualcosa di profondamente diverso, mai accaduto prima".
Nella risposta è stato evidenziato anche il riferimento a una
norma che prevede che non ci sia bisogno di autorizzazione in
materia di tutela paesaggistica se l'intervento non altera in
modo permanente lo stato dei luoghi interessati, vista la
naturale e spontanea ricrescita delle piante. "Chiunque abbia
visto le foto che mostrano l'impatto dell'intervento effettuato -
ha commentato Corazza - si può facilmente rendere conto che non
solo è stato enormemente modificato l'aspetto del territorio e
dei luoghi interessati, ma che la situazione è ormai compromessa".
In conclusione, Corazza ha evidenziato come "neppure nascondersi
dietro la necessità e l'urgenza dell'intervento richiesto dal
Comune di San Dorligo è una motivazione valida, visto che la
stessa è datata 31 gennaio, a fronte di un intervento realizzato
quasi due mesi dopo. Su tutta l'operazione sono stati commessi
troppi errori, c'è stata la colpevole assenza dell'assessore a
sovrintendere l'operazione, e gli unici a non avere colpe sono i
volontari della Protezione civile, che hanno agito in buona fede".